Corte dei conti europea: «Occorre rendere più utili i conti economici ambientali europei»

La Commissione Ue deve migliorare quadro strategico, pertinenza e tempestività dei dati

[11 Ottobre 2019]

Nel 1994 la Commissione europea ha presentato la prima strategia per la “contabilità verde nazionale” e da allora, collabora con gli Stati membri, l’Onu e l’OcseE per analizzare l’insieme dei dati statistici disponibili per gli European Environmental Economic Accounts (EEEA – Conti economici ambientali europei). La Commissione e gli Stati membri danno attuazione agli EEEA nell’ambito della strategia europea per i conti ambientali, in linea con il sistema di conti economici ambientali dell’Onu ed Eurostat, l’ufficio statistico dell’Ue, è il principale fornitore di dati EEEA. Con la relazione speciale “Conti economici ambientali europei: l’utilità per i responsabili delle politiche può migliorare” – che fa seguito ad altri documenti pubblicati dalla Corte negli anni recenti su tale argomento, in particolare a un’analisi riguardante l’informativa sulla sostenibilità nell’UE, pubblicata nel giugno 2019 – la Corte dei conti europea evidenzia che «andrebbe accresciuta l’utilità dei conti economici ambientali europei (per i responsabili delle politiche. Gli EEEA rappresentano un’importante fonte di informazioni per monitorare e valutare le politiche ambientali, ma diversi problemi impediscono l’esplicazione del loro pieno potenziale». La Corte sottolinea che «Gli EEEA forniscono un quadro statistico che contribuisce a descrivere il rapporto tra l’ambiente e l’economia. Ad esempio, consentono di quantificare i costi per la tutela ambientale e di individuare chi li paga. Gli EEEA sono dunque importanti per la valutazione delle principali politiche, come il 7° programma d’azione per l’ambiente dell’UE (7° PAA), nonché per la misurazione dei progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile».

La Corte ha valutato in che modo la Commissione europea ha istituito, gestito e utilizzato gli EEEA, se, nel definirli e svilupparli, ha tenuto conto delle esigenze riguardanti i dati e ha inoltre verificato le procedure di valutazione della qualità per i dati EEEA.

Il responsabile della relazione speciale, João Figueiredo, ha ricordato che «Le pressioni ambientali sono in aumento ed è essenziale che i responsabili delle politiche dispongano di informazioni aggiornate e attendibili per monitorare i progressi verso uno sviluppo sostenibile. L’audit della Corte mostra che i conti economici ambientali europei devono essere ulteriormente migliorati al fine di massimizzarne l’impatto e permettere un’azione tempestiva ed efficace».

La Corte ha constatato che «La Commissione non aveva stilato un elenco completo delle esigenze relative ai dati EEEA per la definizione delle politiche ambientali» e, «Pur riconoscendo la collaborazione tra i servizi della Commissione che utilizzano i conti», ha riscontrato che «Questa istituzione dovrebbe far sì che siano messi a disposizione dati pertinenti per sostenere gli sviluppi e il monitoraggio delle politiche. Benché il quadro strategico dell’EEEA proponga diversi obiettivi, alcuni di questi sono stati ripetuti per più di un decennio e non esiste un piano d’azione dettagliato che comprenda le tappe intermedie e le risorse finanziarie stimate necessarie per raggiungerli». La Corte ha quindi concluso che «il quadro non è ancora esaustivo».

La Corte ha inoltre riscontrato «carenze nell’attuazione dei moduli EEEA, che ne hanno ridotto la pertinenza per il processo di definizione delle politiche. Le proposte di rendere obbligatori i moduli erano basate in larga misura sulla disponibilità dei dati e su considerazioni di carattere amministrativo in relazione agli Stati membri, anziché sulla necessità dei dati. La loro attuazione ha peraltro richiesto troppo tempo (circa dieci anni) per soddisfare le esigenze in termini di dati a breve e a medio termine». Per concludere l’audit ha rilevato che «il potenziale dei moduli EEEA non è stato sfruttato appieno per monitorare i progressi verso il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e valutare il 7° PAA».

la Corte dei conti europea ha ribadito che «La tempestività dei dati costituisce un criterio importante nel quadro giuridico degli EEEA, secondo il quale la Commissione deve fornire dati EEEA con uno scarto temporale di due anni» e osserva che «Nonostante la tempistica di pubblicazione dei dati sia gradualmente migliorata, gli Stati membri non sempre trasmettono i dati richiesti entro i termini. Soprattutto, se i dati pervenissero con maggiore anticipo, l’utilità degli EEEA potrebbe aumentare sensibilmente».

Per quanto riguarda la qualità dei dati, la Corte ha constatato che «i problemi sono stati rilevati generalmente durante il processo di convalida. Ciò nonostante, anche in questa fase si riscontrano debolezze: le relazioni degli Stati membri non includono necessariamente informazioni sufficienti per valutare correttamente la qualità e la comparabilità dei dati».

Per accrescere l’utilità degli EEEA, la Corte raccomanda alla Commissione Ue di migliorare: il quadro strategico; la pertinenza dei moduli; la tempestività dei dati.