Da Eni e Asstra un’intesa che punta a decarbonizzare i trasporti pubblici locali

Allo studio soluzioni per biocarburanti e idrogeno con un approccio Life cycle assessment (Lca)

[4 Agosto 2020]

Nonostante l’obiettivo europeo della neutralità climatica al 2050, cui anche l’Italia dovrà adeguarsi, il settore dei trasporti rimane tra i principali attori del riscaldamento globale: arriva da qui – in Italia e in Europa – circa il 28% delle emissioni climalteranti totali, e paradossalmente la CO2 emessa da auto e furgoni immatricolati negli ultimi due anni continua a crescere. La risposta per una mobilità più sostenibile passa (anche) dai mezzi di trasporto pubblici, ma naturalmente neanche questi sono immuni dal problema: per provare a migliorare Asstra – l’associazione datoriale nazionale delle aziende di trasporto pubblico locale in Italia – e Eni hanno appena firmato un accordo di collaborazione finalizzato sia a decarbonizzare i trasporti sia ad abbattere il livello di particolato immesso nell’aria.

«Con questo obiettivo – spiegano i firmatari – l’intesa prevede la realizzazione di studi congiunti attraverso la condivisione di know how e la partecipazione reciproca a tavoli di lavoro tematici, fino alla promozione di un position paper congiunto che metta in luce le diverse opportunità energetiche, tecnologiche e organizzative esistenti, derivanti anche dall’integrazione tra trasporto pubblico e forme di sharing mobility, dall’uso di biolubrificanti e biocarburanti nel trasporto pubblico e dall’applicazione dell’approccio di Life cycle assessment (Lca) e “Well to Wheel” (dal pozzo alla ruota, ndr) nella valutazione dell’impatto emissivo delle varie soluzioni di mobilità».

Un orientamento, evidentemente, che più che alla mobilità elettrica guarda ai temi recentemente portati all’attenzione del Sole 24 Ore da Fuels Europe: «Nella legislazione europea per le auto e i camion viene definito lo standard di grammi di CO2 per chilometro percorso – si sintetizza nell’intervista – Questa emissione è indipendente dal tipo di alimentazione: se vengono alimentate con etanolo, per esempio, queste auto emettono CO2 a impatto zero perché non è anidride carbonica aggiuntiva estratta dal sottosuolo ma la stessa CO2 che era stata assorbita dall’atmosfera dalle piante che ho usato per produrre l’alcol».

Nell’orizzonte dell’intesa siglata tra Eni e Asstra c’è anche la mobilità a idrogeno: i firmatari «valuteranno l’opportunità di avviare sperimentazioni che prevedano l’impiego di idrogeno come carburante alternativo», ma anche in questo caso tra idrogeno verde (ovvero ottenuto a partire da fonti rinnovabili) e idrogeno blu (da fonti fossili) c’è un’ampia differenza. Vedremo su quale dei due fronti si concentrerà l’intesa.