Un primo passo verso la “multiutility Toscana” dei servizi pubblici?

Da Firenze via libera alla holding pubblica per gestire le partecipazioni Publiacqua

Si va verso un unico soggetto che possa raggruppare la maggioranza delle quote di Publiacqua attualmente suddivise fra 48 diversi Comuni

[8 Giugno 2021]

Il Consiglio comunale di Firenze ha approvato ieri la delibera dell’assessore alle Partecipate, Federico Gianassi, dando il via libera alla costituzione di una società pubblica pluri-partecipata che gestisca le quote pubbliche di Publiacqua.

La delibar prevede infatti la partecipazione del Comune di Firenze ad una costituenda holding interamente pubblica, che possa raggruppare in un unico soggetto la maggioranza delle quote di Publiacqua attualmente suddivise fra 48 diversi Comuni.

Con la partecipazione a questa holding interamente pubblica, i soci pubblici – fra cui il Comune di Firenze – vogliono «superare la forte frammentarietà della compagine azionaria pubblica di Publiacqua spa per avere un soggetto unico più strutturato e solido che, in rappresentanza dei soci pubblici, si relazioni con il socio privato (ovvero Acea, dove comunque il 51% del capitale sociale è in mano a un soggetto pubblico ovvero Roma, ndr) nel periodo finale della gestione dell’affidamento del servizio», che andrà in scadenza nel 2024.

«Il Consiglio comunale dando il via libera alla costituzione di una società pubblica pluri-partecipata che gestisca le quote pubbliche di Publiacqua ha votato per la creazione di una società al 100% pubblica. Ne faranno parte soltanto i soci pubblici di Publiacqua, ovvero i Comuni», spiega la vice presidente della Commissione controllo Francesca Calì. «Con la nuova holding dei soci pubblici di Publiacqua andiamo a rafforzare il ruolo dei soci pubblici nei confronti del socio privato all’interno di Publiacqua», confermano dal Pd Nicola Armentano e Letizia Perini.

Contrari invece Dmitrij Palagi e Antonella Bundu (Sinistra progetto comune): «Nessuno dei nostri emendamenti e ordini del giorni è stato accolto, nell’ambiguità del Partito democratico si legge la chiara volontà di creare una multiutility con cui continuare a fare profitto sui servizi e i bisogni delle persone».

Il riferimento implicito è al progetto lanciato lo scorso dicembre dai Comuni di Firenze, Empoli e Prato per andare a comporre una “multiutility della Toscana” che unisca i servizi pubblici nel comparto idrico, ambientale ed energetico all’interno di un unico soggetto interamente pubblico benché con all’orizzonte già una possibile quotazione in Borsa.

Una prospettiva ancora lontana dal concretizzarsi, ma che potrebbe rafforzarsi dopo l’ok arrivato ieri da Firenze alla holding dedicata a Publiacqua. Un progetto che andrà valutato in base all’effettiva capacità di rispondere alla esigenze sia dei cittadini – in termini di servizi efficienti e relativi costi economici – sia dell’ambiente, soprattutto in termini di mancate dispersioni della risorsa e capacità di depurazione. Sull’anima pubblica di tale progetto invece non sembrano poterci essere grandi dubbi:  l’acqua è da sempre un bene comune, e anche i soggetti chiamati a gestirla sarebbero interamente pubblici, ovvero i Comuni dell’area.