Dalla tempesta Vaia al Green new deal: il Trentino rinasce puntando sulla sostenibilità

Sul territorio è nata una cabina di regia contro i cambiamenti climatici, mentre gli amministratori puntano su energie rinnovabili e idrogeno: l’obiettivo è diventare la prima Hydrogen Valley alpina

[23 Dicembre 2019]

Le montagne vivono alla frontiera dei cambiamenti climatici, e quelle italiane non fanno certo eccezione: il tasso di fusione dei ghiacciai è senza precedenti, tanto che quello della Marmolada rischia di sparire entro 30 anni – con importanti ripercussioni sulla disponibilità della risorsa idrica a valle –, il turismo invernale è costretto a cambiare sotto la pressione del riscaldamento globale e gli eventi meteorologici estremi si abbattono sul territorio con sempre maggiore frequenza, come sanno bene in Trentino.

«L’esperienza della tempesta Vaia, che nell’ottobre 2018 ha spazzato via intere porzioni di foreste e conifere centenarie ci ha fatto vivere sulla nostra pelle la devastazione che i cambiamenti climatici producono: su tutti, lo scioglimento dei ghiacciai e l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi – spiega Mario Tonina, vicepresidente della Provincia Autonoma di Trento – Ingranare una marcia diversa, superando la logica le iniziative singole per avviare un approccio più globale è ormai indispensabile». Per questo il Trentino, che occupa già stabilmente posizioni di vertice in fatto di benessere equo e sostenibile – come conferma anche l’ultimo report pubblicato dall’Istat nel merito – ha scelto di affrontare proattivamente il problema, avviando una serie di iniziative in chiave green che si propongono di modellare lo sviluppo dell’area.

In primis predisponendo una cabina di regia sui cambiamenti climatici, il “Tavolo provinciale di coordinamento e di azione” che entro fine mese presenterà un primo piano di lavoro nelle due direzioni in cui l’organismo è stato chiamato ad operare: rafforzare le basi scientifiche a supporto della conoscenza del fenomeno nell’area trentina e proporre misure di mitigazione e adattamento.

Un modo per coordinare e rendere coerenti le varie azioni che, nel frattempo, sono già in rampa di lancio. I loro obiettivi? Ridurre il consumo di materie prime, incentivare l’uso di prodotti locali in modo da abbattere l’impronta ecologica della logistica e delle merci stimolando al tempo stesso l’economia locale, velocizzare la transizione verso combustibili puliti come l’idrogeno, prevedere specifiche risorse economiche a sostegno delle iniziative green.

L’ultima “finanziaria” provinciale, presentata dalla Giunta Fugatti in consiglio provinciale prevede ad esempio un capitolo specifico a sostegno delle iniziative di contrasto e adattamento ai cambiamenti climatici. Di particolare rilievo rimane il tema della produzione di energia idroelettrica, che vede in Trentino un attore storico e tutt’oggi di primo piano grazie alla potenza installata sul territorio, per arrivare ai più recenti sforzi sul fronte dell’idrogeno: l’obiettivo è quello di trasformare il Trentino, insieme all’Alto Adige, nella prima Hydrogen Valley alpina.

«L’idrogeno, nonostante sollevi ancora critiche sul piano tecnologico, strutturale, economico, normativo e di accettazione sociale, rappresenta il futuro, o quantomeno uno dei futuri possibili – commenta Tonina – Il rinnovo del Piano energetico-ambientale provinciale dopo il 2020, io credo, non potrà che essere il risultato di una combinazione accorta di diverse fonti: idrogeno, idroelettrico, fotovoltaico, solare, bioenergie».