Dalla Toscana all’Expo 2015, è la Comunità del cibo a energie rinnovabili

Ne abbiamo parlato con il neopresidente Enea Cosentino, che anticipa le linee guida del suo mandato

[11 Maggio 2015]

Il Padiglione Italia a Expo 2015 sta ospitando, come prima regione, proprio la Toscana che, tra le “Buone Pratiche” del settore agroalimentare, ha individuato (e portato a Milano) anche la Comunità del cibo a energie rinnovabili, che avrà così l’occasione di essere rappresentata come eccellenza territoriale all’interno della grande vetrina mondiale costituita dall’Esposizione universale. Abbiamo fatto alcune domande al nuovo presidente Enea Cosentino (nella foto), che ha colto l’occasione per presentare la mission della comunità. 

Lei è stato recentemente nominato nuovo presidente della Comunità del cibo a energie rinnovabili: ha raccolto il testimone di una bella sfida, in un momento importante. Quali sono i nuovi obiettivi? Dove volete arrivare?

«Il testimone lasciato dal mio predecessore (Mario Tanda, il precedente Presidente della Comunità del Cibo ad Energie Rinnovabili ha lasciato avendo già ricoperto i due mandati concessi dallo Statuto, ndr) è impegnativo, sono orgoglioso di essere stato chiamato a proseguire la guida della Comunità del cibo a energie rinnovabili. Il primo obbiettivo che mi pongo , insieme con i vicepresidenti Edo Volpi e  Davide Borselli, è quello di consolidare il lavoro svolto fino ad ora. Far crescere un fusto  robusto su queste radici appena messe ed estendere i rami in più direzioni per far conoscere sempre a più persone il nostro modo di produrre cibo con l’uso di fonti rinnovabili. Il  tutto attraverso una filiera corta in un territorio, quello Toscano, ricco di valori e tradizioni. Noi non vogliamo diventare una moda ma un esempio da seguire, dare continuità al progetto.

Nei prossimi giorni andrete a presentarvi a Expo 2015  come “Buona Pratica” che la Regione Toscana porta all’Esposizione universale. Anche se la qualità del cibo e la valorizzazione ambientale sono due importanti cavalli di battaglia, la concorrenza è tanta e non sarà facile  conquistare l’attenzione dei visitatori e degli addetti ai lavori. Come vi state organizzando?

«L’invito di partecipazione ad Expo 2015 è motivo di soddisfazione, da aggiungere ai riconoscimenti conseguiti di recente. Andiamo con molta umiltà e voglia di cogliere l’occasione per far conoscere la nostra etica produttiva e soprattutto  di confrontarci con alte realtà internazionali. Avremo  uno spazio, messo a disposizione dal CoSviG (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche, ndr), al cui interno potremo far conoscere da vicino i nostri prodotti, con convegni a tema, degustazioni e cene».

La Comunità del cibo a energie rinnovabili è nata nella cosiddetta “Area geotermica tradizionale”, allargandosi poi ai territori del Monte Amiata, adesso si vuole estendere a tutta la Toscana. Un bel salto di qualità organizzativo ma anche di opportunità. Siete fiduciosi? Avete già avuto qualche riscontro in tal senso?

«La Comunità del cibo a energie rinnovabili nasce nel territorio geotermico ma avendo da subito una caratterizzazione regionale. I nostri confini sono sempre stati quelli della Regione Toscana,  il desiderio è quello di riuscire ad arrivare a tutti quei produttori regionali che sposano la nostra filosofia. L’ultimo arrivato in ordine di tempo è la Fattoria San Felo (produzione vitivinicola utilizzando nel processo produttivo la fonte rinnovabile solare fotovoltaica) di Magliano in Toscana (GR), quindi siamo fiduciosi in questo».

All’interno della Comunità ci sono aziende di varia natura,  anche con attività molto diverse tra loro (agricoltori, allevatori, caseifici, frantoi, birrifici, ecc.).  Oltre alla fonte energetica, quali sono le altre sinergie che vi tengono assieme?

«La territorialità, la filiera corta e l’uso di energia da fonte rinnovabile nel processo produttivo sono le prerogative dei soci produttori. Il legante comune è l’etica, l’attaccamento ai valori del territorio e quindi la salvaguardia dell’ambiente e soprattutto dei “frutti “che riusciamo a ricavarne. E’ doveroso sottolineare il laborioso e silenzioso supporto di Slowfood Toscana ed altrettanto il supporto non solo economico ma anche di risorse umane da parte di CoSviG. Infine colgo l’occasione di ringraziare personalmente Mario Tanda per l’umiltà, passione e professionalità dimostrata in questi due mandati».