Depurazione acque reflue, a che punto è l’Italia di fronte alle 4 procedure d’infrazione Ue

Commissione Ecomafie: gli agglomerati urbani di competenza del commissario sono circa 950, e ad oggi sono stati spesi per lavori circa 33 milioni di euro

[29 Luglio 2020]

Circa l’11% dei cittadini italiani non è ancora raggiunto dal servizio di depurazione delle acque reflue, e per questo nel corso degli anni l’Ue ha attivato 4 procedure di infrazione (con relative infrazioni a carico della collettività) nei confronti del nostro Paese. Una situazione che ha dell’incredibile, per far fronte alla quale il ministero dell’Ambiente ha individuato a maggio un commissario unico – Maurizio Giugni, accompagnato dai sub commissari Stefano Vaccari e Riccardo Costanza – per farvi fronte. A che punto siamo?

La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (commissione Ecomafie) ha audito il trio e, secondo quanto riferito, gli agglomerati di competenza del commissario sono circa 950, e ad oggi sono stati spesi per lavori circa 33 milioni di euro.

È utile ricordare, al proposito, che in ottemperanza del DPCM 11 maggio 2020 il commissario straordinario unico effettua gli interventi necessari sui sistemi di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue negli agglomerati oggetto delle sentenze di condanna della Corte di Giustizia dell’Unione europea nell’ambito delle procedure di infrazione 2004/2034 e 2009/2034, e negli agglomerati interessati dalle altre due procedure di infrazione non ancora giunte a sentenza (2014/2059 e 2017/2181).

Rispetto alla Sicilia, la regione italiana maggiormente interessata dalle procedure di infrazione, gli auditi hanno riferito che il commissario sta attualmente gestendo 63 interventi su 50 agglomerati, compresi i grandi centri urbani di Palermo, Catania, Messina, Agrigento e Ragusa e i due grandi schemi idraulico-sanitari di Palermo e Misterbianco-Catania-Acireale. Secondo quanto riferito, il costo complessivo degli interventi per la Sicilia è di circa 1,6 miliardi di euro.

Gli auditi hanno inoltre riferito su una serie di criticità riscontrate in Sicilia, tra cui la progettazione assente o carente, il costo degli interventi spesso stimato in maniera imprecisa, i lunghi tempi di esame dei progetti, la mancanza a livello regionale di uno strumento informativo unico sugli agglomerati e i relativi abitanti equivalenti.