Economia circolare, il Kyoto club monitora le imprese italiane per spingere sull’acceleratore

[19 Novembre 2015]

Dopo un tira e molla che ormai si prolunga da mesi, per il 2 dicembre è atteso il nuovo pacchetto legislativo della Commissione europea sull’economia circolare: non è un caso che la presentazione avvenga negli stessi giorni in cui a Parigi si svolge la Cop 21, la Conferenza Onu sul clima. Dall’economia circolare – e dunque da un uso più efficiente delle risorse naturali tutte, e non solo dell’energia – è atteso un contributo ineludibile nella lotta ai cambiamenti climatici.

Quella dell’economia circolare è una realtà già oggi in crescita e foriera di sviluppo sostenibile, anche in Italia. Il tragitto verso quella che è una vera rivoluzione rispetto all’attuale modello di produzione e consumo rimane però irto di ostacoli: per questo motivo ieri, in occasione di un convegno tenutosi in Confindustria,  Kyoto Club ha lanciato un’iniziativa volta a supportare le imprese italiane nel cogliere le opportunità che il nuovo quadro normativo offrirà.

Un programma di monitoraggio, per rendere più efficace l’azione delle imprese italiane nella lotta ai cambiamenti climatici e per migliorare la propria competitività, che prevede la definizione, nel corso del 2016, di un ambizioso percorso di riduzione delle emissioni climalteranti, dei consumi energetici e dell’uso di materie prime per unità di prodotto o servizio o fatturato nel periodo 2017-2020.

«Essere in grado di vivere nel limite delle risorse disponibili richiede azioni immediate e un impegno individuale e politico consapevole e diffuso –  ha dichiarato Catia Bastioli, presidente Kyoto Club e Ceo Novamont – Occorre un cambio di approccio  anche da parte del mondo delle imprese, puntando decisamente sulla conservazione e superando il concetto di scarto».

Questa sfida, affrontata in modo intelligente, potrà infatti accelerare le scelte imprenditoriali sulla sostenibilità ambientale avviate negli ultimi anni garantendo ricadute economiche ed occupazionali positive, anche in una fase di difficoltà economiche. L’auspicio, condiviso dal Kyoto club, è dunque che governo, regioni e comuni contribuiscano ad accelerare la transizione in atto della de-carbonizzazione dell’economia e l’abbandono di un modello economico lineare, consentendo così di ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia e  materie prime, di aumentare i posti di lavoro nel paese e di limitare gli squilibri ambientali e climatici.