Il piano presentato da Comune e Alia

Economia circolare, parte da Firenze la rivoluzione che punta a trascinare tutta la Toscana

Entro il 2024 discarica sotto il 10%, raccolta differenziata al 70% per un avvio a riciclo del 55%: si rafforzano le filiere industriali per vetro, plastica, carta, ingombranti, biometano e biocarburanti

[12 Luglio 2019]

Firenze, con i suoi 380.000 abitanti e gli oltre 14 milioni di presenze, produce 245.000 tonnellate/anno di rifiuti urbani – ovvero oltre ¼ dei rifiuti raccolti annualmente nell’Ato Toscana centro servito dall’azienda al 100% pubblica Alia (890.000 tonnellate/anno) – punta a diventare il motore dell’economia circolare in Toscana attraverso una rivoluzione sia nei servizi di raccolta rifiuti sia nella filiera industriale della loro gestione, almeno per quanto riguarda il segmento dei rifiuti urbani (2,24 mln ton/anno in Toscana, contro i 10,5 mln ton/anno di rifiuti speciali).

Il sindaco Dario Nardella, insieme all’assessore comunale all’Ambiente Cecilia Del Re e all’ad di Alia Alessia Scappini hanno presentato ieri l’articolato pacchetto d’interventi in programma, ribattezzato Firenze città circolare. Dal punto di vista del servizio, la riorganizzazione coinvolge oltre 228.000 utenze (200.000 domestiche e 28.000 non domestiche) e riguarderà in maniera graduale e progressiva tutta la città, entro il 2021; dal punto di vista della gestione dei rifiuti, invece, Firenze punta entro il 2024 a ridurre l’uso della discarica (sotto il 10%), a centrare il 70% di raccolta differenziata e soprattutto ad avviare effettivamente a riciclo il 55% dei rifiuti urbani. Un piano che sarà accompagnato da azioni di comunicazione mirate, per favorire la corretta partecipazione da parte dei cittadini, avviando inoltre un percorso di concertazione e di condivisione insieme alle associazioni di categoria per individuare le migliori soluzioni organizzative per gli esercizi interessate dal progetto.

In generale, Firenze punta su un sistema di raccolta smart, che prevede cioè l’adozione di contenitori intelligenti, in grado di interagire con l’utente e con l’azienda: i nuovi contenitori – realizzati per la maggior parte in plastica riciclata – potranno segnalare ad Alia la presenza di abbandoni di rifiuti al loro esterno e la necessità di procedere allo svuotamento quando pieni, mentre nel centro storico arriveranno nuovi cestini raccogli rifiuti compattanti, in grado di accogliere un quantitativo di rifiuti 8 volte superiore rispetto ai classici cestini, fornendo all’azienda informazioni sullo stato di riempimento e la necessità di vuotatura.

Nel dettaglio, per il servizio si metterà in campo un piano calibrato per le diverse tipologie di utenza ed aree cittadine: per le utenze domestiche nel centro storico si proseguirà al completamento della realizzazione delle postazioni interrate, passando dalle attuali 58 a circa 90, mentre nelle aree a bassa urbanizzazione sarà estensivo il modello porta a porta. Anche per le utenze non domestiche del centro storico (circa il 40% sul totale), sarà attivato un sistema di raccolta ‘porta a porta’ per tutte le tipologie di materiali.

Raccogliere in modo differenziato i rifiuti però non serve a niente senza una filiera industriale in grado di valorizzarli, e di gestire gli scarti che comunque rimarranno; nel caso di Firenze l’obiettivo è di oltre 140.000 tonnellate/anno di rifiuti da avviare a recupero, e per ogni materiale Alia sta costruendo percorsi che vedono coinvolti i primari operatori industriali del settore, così da garantire il massimo reimpiego dei materiali riciclati nei processi produttivi in sostituzione delle materie vergini.

La filiera del vetro coinvolge Vetro Revet – in partnership con il Gruppo Zignago – per avviare a riciclo già nel 2019 tutti i rifiuti raccolti, con l’obiettivo di avvio a riciclo al 2020 superiore all’85%. Si rafforza anche la filiera della plastica, tramite l’upgrade dell’impianto Revet di Pontedera, con l’obiettivo di avviare a riciclo entro il 2021 al 60% del multimateriale raccolto in tutta la Toscana. Per la carta Alia punta invece realizzare una partnership con il gruppo Benfante/ReLife che prevede l’acquisizione di due piattaforme finalizzate alla produzione di materiali sempre più rispondenti alle esigenze delle cartiere, con l’obiettivo di riciclaggio al 2020-2021 superiore al 90%. Per i rifiuti ingombranti l’obiettivo è realizzare una piattaforma per la selezione e il recupero in località Ferrale (Firenze), dove potranno essere conferiti anche gli abbandoni ed i rifiuti tessili, realizzando così un’attività per la selezione ed il recupero di tali matrici, con l’obiettivo di avvio a riciclo del 90% al 2020. Dai rifiuti organici si otterrà invece biometano, tramite l’upgrade dell’impianto di Casa Sartori (Montespertoli) attraverso la realizzazione di un biodigestore, che consentirà di portare il recupero del rifiuto organico a 165.000 tonn/a e di un analogo impianto a Peccioli di Albe S.r.l., per il recupero di 105.000 tonn/a. Entrambi gli impianti sono finalizzati alla produzione di compost di qualità (biofertilizzanti) e biometano per autotrazione per quasi 20 Mil di Smc/anno.

Infine, per la gestione dei rifiuti rimanenti – come gli scarti delle filiere industriali delle raccolte differenziate, e il Css (Combustibile solido secondario) ottenuto dal trattamento dei rifiuti indifferenziati – appare ormai del tutto tramontato il progetto del termovalorizzatore di Case Passerini, abbandonato per scelta politica. Al suo posto si punta a ricavare biocarburanti – e in particolare biometanolo – attraverso una bioraffineria da realizzarsi nell’impianto Eni di Livorno, attraverso un progetto in via di definizione che punta a gestire (almeno) 200mila tonnellate di rifiuti annui.