Economia circolare, sarà la volta buona per l’End of waste?

Dopo la cancellazione in extremis di un disastroso emendamento alla legge di Bilancio, ancora oggi mancano norme indispensabili per favorire il riciclo. L’appello di Legambiente e Kyoto club

[4 Gennaio 2019]

Sventata la catastrofe che stava inavvertitamente per compiersi attraverso la legge di Bilancio, un enorme punto interrogativo torna adesso a pendere sul destino della normativa italiana sull’End of waste – ovvero quelle norme chiamate a stabilire quando un rifiuto cessa di essere qualificato come tale, al termine di un processo di recupero. Tanto da spingere Legambiente e Kyoto club a un intervento congiunto per perorare la causa.

«La semplificazione del riciclo dei rifiuti urbani e speciali, la normativa sul cosiddetto End of waste, deve essere reale ed efficace, al contrario di quanto si stava facendo con la legge di Bilancio approvata definitivamente nei giorni scorsi con l’intervento maldestro del Parlamento. Bene ha fatto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa a stralciare quell’articolo dalla manovra economica per farlo tornare dove era stato inizialmente previsto, cioè nel decreto Semplificazioni (approvato dal Consiglio dei ministri il 12 dicembre 2018, ndr). Il nostro augurio – dichiarano il presidente di Legambiente Stefano Ciafani e dal Vicepresidente di Kyoto Club, Francesco Ferrante – è che ora non si facciano ulteriori pasticci nel passaggio parlamentare complicando il testo governativo sulle materie prime seconde che va, invece, nella direzione giusta».

Ad oggi le norme End of waste a livello nazionale non esistono se non per pochissime categorie di rifiuti, rendendo molto difficili progressi sul fronte dell’economia circolare. Nel mentre la chiusura del mercato cinese all’importazione dei rifiuti dall’estero, che spesso ha fatto emergere traffici illegali, ha di fatto ingolfato il mercato italiano – argomentano da Kyoto club e Legambiente – ,e serve creare urgentemente il mercato interno dei prodotti riciclati che con i decreti “End of waste” sarebbe molto più rilevante nei numeri e nelle applicazioni.

«Ci auguriamo – concludono Ciafani e Ferrante – che questa sia la volta buona per l’approvazione di una norma che faccia decollare definitivamente il riciclaggio dei rifiuti di provenienza domestica o produttiva come ci chiede il nuovo pacchetto di direttive europee sull’economia circolare, grazie alla semplificazione dell’iter autorizzativo».