Eurostat: progressi e difficoltà dell’Ue per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile

L’Italia in grosse difficoltà, soprattutto su istruzione, lavoro e uguaglianza. Bene per la riduzione dei gas serra

[23 Giugno 2020]

Presentando il rapporto Eurostat “Sustainable development in the European Union Overview of progress towards the SDGs in an EU context”, Il commissario europeo per gli affari economici, Paolo Gentiloni ha preso atto che per quanto riguarda gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu (SDG), quello europeo è un quadro fatto di luci e ombre ma nel quale le difficoltà prevalgono ancora sui progressi.

Il rapporto Eurostat evidenzia che negli ultimi 5 anni nell’Ue sono stati realizzati  «Progressi significativi per un SDG e progressi positivi o moderati per la maggior parte degli altri» e che «Complessivamente, sulla base degli indicatori selezionati per monitorare gli SDG in un contesto europeo, l’Ue ha compiuto progressi verso la maggior parte di loro negli ultimi 5 anni. I progressi sono stati più veloci per alcuni rispetto ad altri. D’altro canto, in alcuni settori specifici, l’Ue ha anche visto un certo declino in relazione agli Obiettivi di sviluppo sostenibile».

Il rapporto evidenzia che «Negli ultimi 5 anni, l’Ue ha compiuto i progressi più significativi verso il conseguimento complessivo dell’SDG 16 “Pace, giustizia e istituzioni efficaci”. Buoni progressi, anche se molto più lenti, sono stati osservati per l’SDG 1 “Porre fine a ogni forma di povertà nel mondo” e SDG 3 “Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età”, seguito dall’SDG 2 ” Porre fine alla fame nel mondo” e l’SDG 8 “Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena e produttiva occupazione e un lavoro dignitoso per tutti”».

Nella criticatissima unione europea, dal 2013 le persone a rischio di povertà sono diminuite, di 12,5 milioni, in Europa. L’aspettativa di vita è aumentata fino a una media di 81 anni e sempre più europei si considerano in buona salute. Meno persone fumano e sono diminuiti anche gli incidenti sul lavoro. Il tasso di occupazione nell’Ue è passato dal 67,5% al 73,1% e il Pil pro- capite è in ostante aumento.

Per otto SDG, negli ultimi 5 anni i progressi complessivi dell’Ue sono stati moderati: «Queste tendenze moderate sono visibili per l’SDG 11 “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, flessibili e sostenibili”, SDG 4 “Garantire un’istruzione di qualità inclusiva e paritaria e di promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti “, SDG 17 ” Rafforzare le modalità di attuazione e di rivitalizzare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile ” SDG 7 “Assicurare l’accesso all’energia a prezzi accessibili, affidabile, sostenibile e moderno per tutti “, SDG 10 “Ridurre le disuguaglianze all’interno e tra i Paesi “, SDG 15 “Proteggere, restaurare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, lotta alla desertificazione, e fermare e invertire il degrado del suolo e arrestare la perdita di biodiversità” e SDG 9 “Costruire infrastrutture resilienti, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e promuovere l’innovazione”.

Per l’SDG 13 “Adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze” negli ultimi cinque anni non si sono registrati progressi, ma l’Ue è comunque in regola per mantenere gli impegni per la riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030, mentre per L’SDG 5 “Raggiungere la parità di genere e l’empowerment di tutte le donne e le ragazze” l’Ue è in difficoltà: anche se il tasso di abbandono scolastico è più alto tra i maschi, il livello di occupazione femminile resta più basso. L’unico dato positivo è l’aumento delle donne leader nelle imprese e nelle istituzioni, soprattutto nelle aule parlamentari europee.

Per quanto riguarda due obiettivi – SDG 6 “Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile delle risorse idriche e servizi igienico-sanitari per tutti” e SDG 14 “Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e delle risorse marine per lo sviluppo sostenibile”  «Non è possibile stabilire tendenze generali a causa della mancanza di dati sufficienti negli ultimi cinque anni».

Gentiloni ha ricordato che la Commissione Ue, che con l’European Green Deal ha deciso di indirizzare la propria azione politica verso la sostenibilità competitiva, considera gli Obiettivi di sviluppo sostenibile un’assoluta priorità politica e che però «Per aver efficacia, sarà fondamentale lavorare insieme, come europei. Il Covid-19 ci ha insegnato, ancora una volta, quanto sia radicata l’interdipendenza tra gli Stati ad ogni livello. A problemi comuni, servono insomma soluzioni comuni».

I dati si riferiscono al periodo pre-Covid..19 e Gentiloni ha ammesso che la crisi in corso avrà effetti negativi a livello economico e sociale «Ma proprio per questo, è fondamentale agire con decisione e compattezza, dimostrando resilienza. l’Ue era sulla buona strada in tanti ambiti, e bisognerà rilanciare, con ancora più ambizione, gli sforzi per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile».

Per quanto riguarda i dati positivi sugli obiettivi climatici dell’Ue, Gentiloni ha detto che «L’attenzione va tenuta alta. Già oggi infatti i Paesi europei subiscono l’impatto di cambiamenti climatici concreti. La temperatura del suolo è ad esempio cresciuta di 1,6 gradi centigradi».

Il nostro Paese, come aveva già evidenziato a maggio il rapporto Istat sugli SDG in Italia, è più in difficoltà della media Ue, in particolare dal punto di vista sociale. Nel 2018 la percentuale di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale in Italia era del  27,3%, rispetto al 21,6% Ue. Italia in retroguardia anche per quanto riguarda l’SDG 4 “Garantire un’istruzione di qualità inclusiva e paritaria e di promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti”: siamo al penultimo posto per diplomati nell’Ue con il 27,6%, lontanismi dalla media Ue del 40,3%. Ma paradossalmente, come fa notare Euractiv,  «L’Italia è il Paese europeo con il più basso tasso di impiego per i neo-laureati». In Italia trovano rapidan mente lavoro il 58% dei laureati, nell’Ue l’80,0%. Gli italiani sono penultimi anche per occupati: 63,5% contro la media Ue del 73,1%.

E la cura neoliberista e la deregulation e flessibilizzazione del lavoro in Italia – che secondo i suoi fan avrebbe dovuto portare ricchezza e occupazione – si è rivelata una vera e propria catastrofe economica e sociale: dai dati Eurostat merge che il PIL pro-capite italiano, che nei primi anni 2000 era tra i migliori dell’Ue è ora «ampiamente al di sopra della media europea». L’Italia della demolizione sistemativca dei diritti dei lavoratori ha pagato cara la crisi finanziaria del 2009 con un progressivo impoverimento e da anni siamo stabilmente al di sotto della media Ue.

L’Italia è un Paese dove i ricchi sono diventati più ricchi, i poveri più poveri e la classe media si sta progressivamente impoverendo, mente nel resto dell’Europa il gap tra i redditi della fascia più ricca della popolazione e la fascia più povera è in lieve diminuzione. Cos’, gli italiani che hanno votato in massa per chi proponeva le ricette neoliberiste che li hanno impoveriti e oggi votano in massa per le forze della neodestra populista che imbellettano in salsa reazionaria quelle stesse ricette, sono i cittadini europei che hanno meno fiducia nelle istituzioni e nel sistema giudiziario che hanno contribuito a demolire votando governi anti-progressisti.

Per il nostro Paese le uniche note positive vengono da un SDG del quale la classe politica si è occupata poco e nulla e che vede la neodestra chiedere di tornare indietro alle fonti fossili: la riduzione delle emissioni di gas serra. Siamo tra i Paesi europei che ne emettono meno.

Il rapporto Eurostat conferma il quadro di un Paese indietro nell’attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu, la ripresa post-covid-19 potrebbe essere l’occasione per recuperare terreno e per realizzare un Paese più giusto e resiliente, ma la crisi sicuramente peggiorerà un quadro economico e sociale già difficile e la tentazione di ricorrere a vecchie ricette – anche se fallimentari – è forte.