Fer 2, sostegno alle imprese e CoSviG società in house: il punto sulla geotermia toscana

Il presidente Bravi: «Il lavoro portato avanti lungo il 2020 è stato frenetico, siamo all’ultimo miglio per completare una trasformazione che è stata oggettivamente molto impegnativa»

[5 Febbraio 2021]

La Toscana dal cuore caldo sta affrontando una fase di profondi cambiamenti e (dunque) grande incertezza: gli incentivi alla produzione geotermoelettrica cancellati dal Governo nazionale con il decreto Fer 1 non sono ancora stati reintrodotti dall’atteso Fer 2, mentre le concessioni geotermiche si avvicinano a scadenza e la pandemia minaccia la salute dei cittadini quanto quella del tessuto imprenditoriale locale. Anche il Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche (CoSviG) sta cambiando pelle, con l’inquadramento come società in house e il Consiglio d’amministrazione che si appresta ad aprire un nuovo ciclo. Ne abbiamo parlato con il suo presidente, Emiliano Bravi.

Con la crisi di governo si è aperta una fase di profonda incertezza: proseguirà l’interlocuzione sul Fer 2 con Regione e Mise?

«Con la crisi i tempi del Fer 2 si allungano, ed è tutto quello di cui non avevamo bisogno: serviva accelerare. La speranza è che adesso si formi rapidamente un nuovo Governo, e che comunque le strutture ministeriali dell’esecutivo uscente continuino a lavorare. Tenendo presente anche la mozione recentemente approvata dal Consiglio regionale – un atto che ci ha fatto percepire ulteriormente la vicinanza della Regione in questo percorso –, che auspichiamo porti ad un risultato concreto».

Il Tavolo di confronto annunciato a novembre dall’assessore Monni per «per prendere in esame le necessità ed i bisogni di tutti i territori geotermici» è stato avviato?

«Non ci sono stati ancora sviluppi ma siamo ottimisti sul fatto che possa partire a breve. Per l’11 febbraio abbiamo convocato l’assemblea dei soci CoSviG (compresa dunque la Regione, ndr) e chiederemo quali sono la roadmap e le tempistiche di questo tavolo, se saranno rappresentati tutti gli enti locali e se parteciperà – come auspicato dall’assessore – anche il Consorzio. In questa fase è essenziale accelerare ed eliminare i tempi morti delle procedure, perché di tempo non ce n’è più».

Condivide l’appello arrivato dal sindaco di Monterotondo Marittimo per l’inserimento della geotermia tra le priorità del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)?

«Sono completamente d’accordo, non solo perché quella avanzata è una buona idea ma anche perché una fonte rinnovabile come la geotermia è perfettamente coerente con lo spirito indicato dall’Europa con il Next Generation Eu e con il Green deal. Dunque non solo appoggio l’appello arrivato dal sindaco Giacomo Termine, ma metto a disposizione il CoSviG per collaborare in ogni modo utile a raggiungere il risultato auspicato».

Nella proposta di Pnrr approvata dal Governo uscente la geotermia non compare, sebbene fosse stata inserita già nel piano Colao: oltre al tema degli incentivi, la task force chiedeva anche di «chiarire le future modalità di riassegnazione delle concessioni geotermiche». Qual è la sua opinione sul punto?

«Le concessioni andranno in scadenza nel 2024, ma su questo scenario dobbiamo lavorarci da subito e ritengo che il Consorzio possa veramente dare un mano grazie alla sua conoscenza del territorio e delle risorse geotermiche che vi sono custodite. Probabilmente le passate sensibilità governative hanno fatto venir meno le necessità evidenziate anche nel piano Colao, ma adesso è imperativo ripartire da lì e anche rapidamente. Ora è il tempo di fare, perché i nostri territori non possono più aspettare. E anch’essi sono chiamati a fare la loro parte: riuscire a fare sintesi ed essere uniti ritrovando lo spirito del 2007-08, che ha portato alla firma dell’Accordo generale sulla geotermia, è fondamentale. Occorre lasciarsi alle spalle personalismi e obiettivi personali per abbracciarne uno più ampio, che è il bene della comunità geotermica nel suo complesso – sia dell’area tradizionale sia di quella amiatina».

Lo stallo politico si aggiunge alla crisi Covid-19, che sta creando notevoli difficoltà alle imprese locali: CoSviG – di concerto coi Comuni – per sostenere la loro liquidità ha messo in campo un bando da circa 3 milioni di euro tra risorse e garanzie. Il tessuto economico come ha risposto?

«Il bando di sostegno è stato pubblicato nel maggio 2020, retroattivo fino al 4 marzo dello stesso anno, e da allora ha riscosso un grande interesse da parte delle piccole e medie imprese del territorio. La linea A del bando (225mila euro di risorse per riconoscere contributi a fondo perduto in conto interessi o per le spese di garanzie, commissioni, etc, ndr) è andata esaurita in poco tempo, ma anche la linea B (2,75 milioni di euro per attivare garanzie utili a sostenere il credito delle imprese, ndr) ha avuto un grande successo, e ne approfitto per sottolineare che al momento sulla linea B ci sono ancora alcune centinaia di migliaia di euro a disposizione delle imprese».

Visto il successo riscosso dal bando è in programma un’estensione di questi aiuti alle imprese?

«Dai sindaci è arrivato l’input di andare avanti e rifinanziare entrambe le linee di sostegno. Con il lavoro del Consorzio siamo riusciti a trovare nuove risorse e abbiamo rimodulato il bando per migliorarlo ulteriormente: sottoporremo questa nuova stesura all’assemblea dei soci in programma la prossima settimana. Al momento dell’approvazione CoSviG inizierà immediatamente l’iter per far sottoscrivere la nuova versione del bando alla Regione, a Fidi e a tutti i partner coinvolti nel progetto, in modo da partire il più rapidamente possibile.

Anche se dovremo investire un po’ di tempo in questo iter, in ogni caso l’impegno è quello di dare continuità all’impegno partito a marzo 2020 e venire incontro alle richieste delle imprese arrivate anche durante questo periodo di latenza: in altre parole con la rimodulazione del bando faremo in modo di non lasciar cadere le domande che nel frattempo hanno presentato le imprese, nei giorni e nelle settimane scorse. Nessuno verrà lasciato indietro».

Mentre si moltiplicano i fronti d’insicurezza, per il territorio la possibilità di contare sulle risorse del Fondo geotermico rappresenta un’àncora. Come può disporne il CoSviG?

«Come nel caso del bando per il sostegno alla liquidità delle imprese, l’input arriva dai nostri soci. Il Fondo geotermico è alimentato dalle royalty che spettano ai Comuni per la coltivazione delle risorse geotermiche, che il Consorzio può spendere in base alle loro indicazioni. CoSviG non ha risorse proprie».

Anche CoSviG sta attraversando una fase di importanti cambiamenti: come sta proseguendo l’iter proposto negli anni scorsi dai sindaci e poi rilanciato dalla Regione per trasformare il Consorzio in una vera società “in house” del territorio, che possa agire per nome e per conto dei suoi soci?

«Questo percorso nasce nel 2016 su volontà dei sindaci ma è rimasto poi in un cassetto, lo abbiamo ripreso in mano all’inizio del 2020 e lo scorso novembre è arrivata la delibera definitiva di Anac che riconosce CoSviG come società in house per i Comuni e per la Regione, naturalmente per quei soci che hanno approvato (o approveranno) all’interno dei loro organismi le modifiche intercorse. All’assemblea dell’11 febbraio presenteremo anche l’ultimo step, ovvero gli atti che i soci dovranno approvare ogni volta che vorranno usufruire dei servigi CoSviG come società in house: si tratta dell’ultimo miglio per completare una trasformazione che è stata oggettivamente molto impegnativa.

Nell’arco di dieci mesi, peraltro segnati dalla pandemia, abbiamo modificato CoSviG sin dallo statuto, concertato coi sindaci l’approvazione dei cambiamenti necessari, traguardato nuovi organi di controllo analogo e molto altro. Il lavoro per giungere alla società in house è stato importante e il risultato per niente scontato, perché CoSviG a inizio 2020 partiva da caratteristiche ben lontane da quelle necessarie per essere idonee al riconoscimento».

Il cda che presiede si è insediato nell’estate 2019 ma nel frattempo è cambiato tutto dentro e fuori dal CoSviG, con l’arrivo della pandemia prima e della crisi economica e politica poi. Adesso che il cda si avvicina a scadenza, qual è il suo bilancio? 

«Abbiamo vissuto una fase straordinaria e profuso un impegno immenso per affrontarla al meglio. Questo cda, che si appresta alla conclusione di un ciclo segnato dalla crisi pandemica, ha rimodulato grandemente il modus operandi di CoSviG. Fin da subito sono state implementate forme di lavoro agile che – alternativamente al più classico lavoro in presenza – stiamo mantenendo, abbiamo cambiato sede, delineato la società in house e implementato numerose modifiche organizzative e nei servizi offerti.

L’obiettivo è stato quello di rendere il Consorzio molto più efficiente ed efficace nell’esercizio delle sue funzioni, ma soprattutto quello di garantire un feedback ai soci assai più veloce rispetto a prima e più idoneo alle loro nuove necessità; è evidente che queste erano di un certo tipo negli anni ’90, quando CoSviG ha cominciato a muovere i primi passi, mentre nel 2021 sono altre.

In definitiva il lavoro che abbiamo portato avanti lungo il 2020 è stato frenetico, tenendo conto che oltre all’eccezionalità di questa fase non abbiamo abbandonato il lavoro ordinario per le necessità dei Comuni. C’è stata anzi un’accelerazione repentina per implementare l’Accordo quadro del 2017 che prevede fino al 2024 investimenti per circa 32,6 milioni di euro fino, di cui oltre 26 dedicati alla viabilità, come testimoniano da ultimo gli interventi da 830mila euro condotti dalla Provincia di Grosseto per la messa in sicurezza della Sp Galleraie, in corso in questi giorni nel Comune di Montieri. Si tratta di risultati che hanno richiesto grande lavoro e impegno da parte di tutto il Consorzio, soprattutto in una fase densa di difficoltà oggettive come quelle che stiamo vivendo con la pandemia».