Fotovoltaico, la parità euro-dollaro quest’anno farà salire i prezzi

[25 Marzo 2015]

Se i prezzi del fotovoltaico nel 2014 hanno fatto segnare  il nuovo minimo storico, non pare che il trend possa essere confermato anche il 2015. Lo scorso anno aveva registrato un’ulteriore diminuzione dei prezzi della componentistica del settore. In particolare, a scendere è stato il prezzo dei wafer di polisilicio (con cui si producono le celle fotovoltaiche), che per la prima volta è stato inferiore ai 20 centesimi di dollaro al watt. Un  nuovo record, una cifra particolarmente importante se si considera che nel 2008 il prezzo era superiore a 60 centesimi di dollaro al watt. Il calo del prezzo dei wafer di polisilicio è  a sua volta è determinato da due fattori principali: il costo del polisilicio (cioè della materia prima) e i costi di manifattura. Le due variabili hanno mostrato un calo di circa 16% annuo in questi ultimi anni.

Ma come è noto quasi tutte le principali materie prime per la produzione di energia solare provengono dall’Asia. In particolare circa l’80% di celle fotovoltaiche utilizzate a livello mondiale provengono da Cina, Taiwan e Malesia, che sono soliti commerciare in dollari. Tutti i principali produttori mondiali del fotovoltaico sono dunque in enorme fibrillazione a causa dell’ormai di fatto raggiunta parità del dollaro americano sull’Euro. Siamo passati in pochi mesi da un rapporto di 1,35 dollari per 1 euro al cambio di questi giorni intorno a 1,06 dollari per 1 euro, ovvero quasi parità di cambio euro-dollaro.

Il mercato del fotovoltaico è quindi influenzato dai prezzi delle materie prime (silicio), i semilavorati (wafer e celle) ed i prodotti finiti (moduli) provenienti dall’Asia, che stanno subendo un incremento di prezzo naturale a causa di un cambio sfavorevole dell’euro rispetto al dollaro comparato a quelli che erano i cambi di qualche mese fa. Questo comporta ovviamente un aumento del costo al dettaglio dei prezzi del Wp del fotovoltaico. Oltre ai prezzi dei moduli fotovoltaici potrebbero aumentare anche i prezzi degli inverter per gli stessi motivi di cambio euro-dollaro che stanno penalizzando i produttori asiatici. La maggior parte della componentistica degli inverter, anche prodotti in Italia o in Europa, è di origine asiatica o statunitense che commerciano in dollari.

Come se non bastasse, il 1 aprile l’Unione europea ratificherà il nuovo prezzo minimo imposto per l’importazione dei moduli cinesi. Vedremo i principali produttori a livello globale (europei) incrementare i prezzi tra 0,01€/W fino a 0,04€/W nei prossimi mesi per effetto della parità euro-dollaro, ma c’è anche il rischio che questi nuovi dazi imposti dalla Ue alla Cina per salvaguardare il mercato interno non portino i benefici auspicati, perché le imprese cinesi continueranno a espandere le loro basi di produzione al di fuori della Cina continentale per bypassare il limite del prezzo minimo, così come hanno fatto in parte per evitare i dazi imposti dagli Usa.

Le tre associazioni di produttori, Solar Inc, ET Solar e ReneSola avrebbero infatti violato i termini dell’accordo sui prezzi, secondo quanto rivela un documento della Commissione europea, ottenuto da Bloomberg: i tre produttori sarebbero già accusati di violare l’accordo di rispettare il prezzo minimo di vendita.