Domani il dibattito aperto organizzato da Cnr, CoSviG, Csgi, Egec, Enel green power e Rete geotermica, con il patrocinio di Elettricità futura

Geoenvi, arriva a Roma il progetto Ue per chiarire gli impatti ambientali della geotermia

«Contrariamente a quanto accade nel resto del mondo, dove si rileva una costante crescita di produzione rinnovabile da geotermia, in Italia l’incertezza sui possibili impatti ambientali e rischi relativi alla realizzazione di progetti geotermici e le resistenze sociali che ne derivano spesso costituiscono effettivi ostacoli all’utilizzo della geotermia profonda»

[16 Aprile 2019]

La geotermia è la fonte rinnovabile che l’Italia ha saputo valorizzare per prima al mondo, ma ancora oggi le conoscenze della cittadinanza sui concreti vantaggi (e gli effettivi rischi) che il suo impiego comporta sono molto poche: nel 2011 un sondaggio Eurobarometro mostrava che in Italia circa il 25% della popolazione ha una qualche conoscenza sulla risorsa geotermica, quota assai inferiore rispetto alla Francia (69%) o alla Finlandia (94%).

Da allora, l’unica variazione sotto questo profilo è quella relativa ad una crescente incertezza attorno alle varie tecnologie in grado di produrre energia geotermica, su quali contesti siano effettivamente applicabili e con quali ricadute ambientali, e, sopratutto, se puntare sulla geotermia sia più o meno utile rispetto ad altre fonti rinnovabili: per questo è particolarmente prezioso il lavoro che sta conducendo il progetto Geoenvi (Tackling the environmental concerns for deploying geothermal energy in Europe), che,  iniziato il 1 novembre 2018 con l’attiva partecipazione italiana, ha ricevuto un finanziamento pari a 2,5 milioni di euro all’interno del programma europeo Horizon 2020.

Geoenvi (qui il progetto sul sito di CoSviG) consta di 16 partner provenienti da 6 diversi paesi europei – Francia, Italia, Belgio, Islanda, Turchia e Ungheria –, che lavoreranno fino al 2021 con lo scopo ultimo di confrontare in maniera più organica il ciclo di vita dei sistemi geotermici (attraverso un’analisi Lca, Life Cycle Assessment) con quello di altre tecnologie energetiche e proporre protocolli di valutazione armonizzati a livello europeo.

A cinque mesi dall’avvio del progetto l’occasione per fare il punto della situazione arriverà il 17 aprile a Roma, attraverso un dibattito pubblico – qui il link per effettuare la registrazione – organizzato da Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche (CoSviG), Consorzio interuniversitario per lo sviluppo dei sistemi a grande interfase (Csgi), Consiglio europeo per l’energia geotermica (Egec), Enel green power e Rete geotermica, con il patrocinio di Elettricità futura – ovvero la principale associazione del mondo elettrico italiano.

Dopo i saluti di Simone Mori, presidente di Elettricità futura, la mattinata di confronto si articolerà a partire da un intervento di Philippe Dumas, segretario generale Egec, seguito da quello di Riccardo Basosi, rappresentante italiano Energia per Horizon 2020. Ad affrontare più nello specifico i temi di Geoenvi saranno invece la responsabile progetti internazionali di CoSviG e referente italiano per Set Plan Iwg Deep Geothermal, Loredana Torsello; Giampaolo Manfrida e Daniele Fiaschi, professori del dipartimento di Ingegneria industriale presso  l’Università di Firenze; la prima ricercatrice e presidente dell’Unione geotermica italiana (Ugi), Adele Manzella; Maria Laura Parisi, ricercatrice dell’Ateneo di Siena. A concludere la giornata, sono previsti gli interventi di Federica Fratoni (assessore all’Ambiente della Toscana), Barbara Saltamartini (presidente della X commissione della Camera), Davide Crippa (sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico con delega all’Energia) e Vannia Gava (sottosegretario al ministero dell’Ambiente con delega ai Rapporti con i piccoli comuni).

Molti i temi, quindi, sul tavolo, a partire proprio da quelli recentemente saliti alla ribalta della cronaca. «Ultimamente – osservano infatti gli organizzatori dell’evento – la produzione di energia da geotermia profonda è stata oggetto d’attenzione da parte di decisori politici che si sono interrogati sulle sue performance ambientali e l’informazione pubblica si sta concentrando maggiormente sugli svantaggi piuttosto che sui vantaggi di questa tecnologia. Contrariamente a quanto accade nel resto del mondo, dove si rileva una costante crescita di produzione rinnovabile da geotermia, in Italia l’incertezza sui possibili impatti ambientali e rischi relativi alla realizzazione di progetti geotermici e le resistenze sociali che ne derivano spesso costituiscono effettivi ostacoli all’utilizzo della geotermia profonda».

Per questo è importante comunicare adeguatamente ogni informazione utile a comprendere che «le risorse geotermiche costituiscono un significativo patrimonio del nostro Paese dovuto alle peculiarità geologiche del territorio italiano», e che una loro adeguata coltivazione «permette di generare energia rinnovabile e sostenibile, in modo continuo e grid-friendly», analizzando al contempo gli impatti e i rischi ambientali dei progetti geotermici per poterne dare una rappresentazione coerente con la realtà e valutarne obiettivamente vantaggi e svantaggi. Lo sviluppo sostenibile del Paese passa anche da qui.