Geoenvi, in Toscana la strada per la sostenibilità è geotermica

«La centrale geotermica di Chiusdino è un chiaro esempio di questa cultura della sostenibilità e mostra tutti i suoi molteplici vantaggi. La gente del posto gode di aria più pulita, energia meno costosa e nuove opportunità economiche»

[22 Aprile 2021]

Le centrali geotermiche toscane, e in particolare quella di Chiusdino presa ad esempio di sostenibilità, hanno conquistato la ribalta di Geoenvi, il progetto europeo – che sta avviandosi a conclusione – nato per contribuire allo sviluppo di un clima trasparente e affidabile per discutere delle preoccupazioni ambientali legate alla geotermia, e che vede la partecipazione di numerosi partner italiani (Cnr, CoSviG, Csgi, Enel green power e Rete geotermica).

«La Toscana non è solo bellissimo paesaggio e cibo delizioso. Ospita anche il complesso geotermico più antico e innovativo – dichiarano da Geoenvi – Enel green power gestisce le 34 centrali geotermoelettriche diffuse nelle province di Pisa, Siena e Grosseto, che hanno tutte adottato il modello di impianto sostenibile», ovvero un insieme di azioni e buone pratiche che consentono di minimizzare l’impatto sull’ambiente e massimizzare le performance, portando benefici economici e sociali alle comunità.

«La centrale geotermica di Chiusdino – proseguono da Geoenvi – è un chiaro esempio di questa cultura della sostenibilità e mostra tutti i suoi molteplici vantaggi. La gente del posto gode di aria più pulita, energia meno costosa e nuove opportunità economiche».

Come dettaglia direttamente Egp in una nota dedicata, la centrale da 20 MW di Chiusdino – realizzata nel 2011 – è in grado di generare fino a 150 milioni di chilowattora di energia all’anno, con un risparmio di 31 mila Tep (tonnellate equivalenti di petrolio): «La centrale è progettata tenendo conto dei migliori standard qualitativi a livello mondiale e delle tecnologie più innovative da un punto di vista ambientale. Durante l’esercizio e le manutenzioni sono applicati tutti gli standard di sicurezza e di rispetto dell’ambiente e delle comunità locali, in piena applicazione del modello “impianto sostenibile”, curando il riutilizzo dei materiali, il riciclaggio dei rifiuti, il recupero e il ricircolo degli oli in uso, lo stoccaggio monitorato degli oli lubrificanti e l’uso di attrezzature per il lavaggio naturale e sgrassaggio biologico dei pezzi meccanici».

In particolare, la centrale di Chiusdino «come tutte le altre 33 installate nell’area geotermica Toscana è fornita di un sistema di separazione del vapore per la sua pulizia e per l’eliminazione della fase acquosa e di un impianto di abbattimento dei gas incondensabili, detto Amis, che consente di eliminare dal processo l’idrogeno solforato e il mercurio».

Oltre alla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, la geotermia a Chiusdino assicura al territorio numerosi altri vantaggi. In primis grazie alla presenza del teleriscaldamento geotermico: il centro abitato adesso è senza emissioni di CO2 (si stima siano 2.600 le tonnellate annue risparmiate) e polveri sottili da parte di caldaie e stufe alimentate da fonti di riscaldamento fossili, che avrebbero consumato annualmente circa 1.000 tonnellate equivalenti di petrolio (Tep).

«Gli impianti di teleriscaldamento – argomentano da Egp – permettono il riutilizzo del calore residuale (del processo di produzione dell’energia elettrica prodotta con la geotermia, ndr) per metterlo a servizio del benessere della cittadinanza, consentendo di risparmiare sulle spese di riscaldamento e facendo da incubatore per la nascita di nuove attività produttive che possono beneficiare del basso costo del calore. Inoltre, il teleriscaldamento geotermico consente di valorizzare il patrimonio immobiliare rendendo le abitazioni più salubri e favorendo, in prospettiva, la riapertura di case altrimenti destinate all’abbandono».

Altri settori economici valorizzati dalla coltivazione sostenibile della geotermia sono l’agroalimentare e il turismo. «La centrale di Chiusdino – continuano da Enel – è caratterizzata da elevatissimi standard ambientali: grazie agli esempi di usi plurimi della risorsa geotermica installati nell’impianto, è da considerarsi una delle centrali modello e spesso viene utilizzata come impianto per la didattica con scuole, università e aziende».

Più in generale la geotermia toscana offre numerosi percorsi di visita turistici, culturali e naturalistici, quali il Museo della Geotermia e il soffione dimostrativo a Larderello, il Parco delle Biancane a Monterotondo Marittimo, accanto al quale sorge il Museo Mubia, il trekking geotermico lungo il sentiero “Geotermia & Vapore” da Sasso Pisano a Monterotondo Marittimo, le manifestazioni naturali del Parco delle Fumarole, di San Federigo e altre, le terme etrusco romane di Sasso Pisano.

Infine «appartengono al territorio – chiosano da Enel – partner importanti come il Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche (CoSviG) e la Comunità del cibo a energie rinnovabili, soggetti fondamentali per la promozione e la cura della filiera agricola e l’enogastronomia in chiave sostenibile. A questo proposito, in queste aree sono presenti produzioni di basilico, pomodori e florovivaismo in serre geotermiche. Per quanto riguarda gli itinerari enogastronomici, si possono visitare aziende produttrici di formaggi, di salumi e di birra, tutti prodotti realizzati grazie al calore geotermico».