L’inaugurazione il 30 marzo a Monterotondo Marittimo

Geotermia, didattica e turismo: nasce Mubia, il geomuseo delle Biancane

Termine: «Punto di svolta straordinario ai fini della divulgazione dei fenomeni geologici che avvengono all’interno del Parco»

[11 Marzo 2019]

Il Parco naturalistico delle Biancane è la principale attrattiva turistica del territorio di Monterotondo Marittimo, dove la naturale presenza della geotermia ha conferito al luogo una bellezza unica, che tra pochi giorni – l’inaugurazione è prevista per il 30 marzo – avrà dedicato un intero museo: si tratta di Mubia, il cui compito sarà quello di svelare le cause sotterranee che determinano la geodiversità di questo luogo così speciale, che già oggi richiama migliaia di turisti (oltre 17mila nel solo 2017).

«La nascita del Geomuseo – commenta Giacomo Termine, sindaco di Monterotondo Marittimo – rappresenta un punto di svolta straordinario ai fini della divulgazione dei fenomeni geologici che avvengono all’interno del Parco delle Biancane. Il Geomuseo ha una specifica valenza didattica, ma rappresenta al tempo stesso un’importantissima attrazione turistica, per il modo originale e avveniristico in cui è stato concepito. Per questo risultato è doveroso ringraziare l’assessore al turismo Orano Pippucci, che ha seguito personalmente la costruzione del progetto ed è stato pioniere nel riconoscere le potenzialità del sito delle Biancane. Un ringraziamento è doveroso  al consigliere comunale Emi Macrini, per aver fatto ottenere al GeoMuseo un finanziamento europeo».

Il Mubia si presenta come un progetto caratterizzato da rigore scientifico e di grande valenza culturale, destinato a essere il volano del futuro sviluppo turistico del territorio: commissionato dal Comune, il progetto di allestimento è curato dall’architetto Marco Del Francia, che si è ispirato alla metafora letteraria come forma di narrazione museografica, mentre il progetto scientifico da Alessandra Casini, direttore del Parco delle colline metallifere e da Armando Costantini e Giancarlo Pagani dell’Università di Siena, mentre gli allestimenti sono realizzati da Studio 490, Space e Quadricomia.

Nel complesso, la scenografia del geomuseo si preannuncia ad alto impatto. Al taglio del nastro è atteso ad esempio un gigantesco globo scuro di oltre 10 metri di diametro, addossato alle pareti di fondo dell’ex centrale dei Lagoni boraciferi a Monterotondo Marittimo: non si tratta della “Morte nera”, la gigantesca stazione spaziale del film Guerre stellari, ma di una geo-nave in grado di accompagnare i propri ospiti alla scoperta della geotermia e del sottosuolo delle Biancane. Attraverso proiezioni su grandi schermi, la geonave accompagna il visitatore in un viaggio multimediale, immersivo ed emotivamente coinvolgente.

Altri contenuti sono disposti lungo le pareti del Geomuseo con schermi, pannelli, grafici e postazioni di approfondimento, tra cui una stanza chiamata laboratorio del prof Lidenbrock (il famoso personaggio del romanzo letterario Viaggio al centro della terra), dotato di piccoli congegni contemporanei in grado di far divertire e allo stesso tempo educare un pubblico di tutte le età.

Il Mubia, inoltre, sarà anche porta del Parco delle colline metallifere, ormai un’eccellenza di calibro internazionale. Su 10 geoparchi italiani riconosciuti dall’Unesco ben 2 sono toscani, uno dei quali è rappresentato dalle Colline metallifere grossetane (Tuscan Mining Unesco global geopark) dove si aprono proprio le Biancane, che a loro volta rappresentano il più rilevante Geosito di importanza internazionale (Gir) presente sul territorio.

«Mubia è un atto di amore e di riconoscenza verso questa terra – testimonia Alessandra Casini, direttore del Parco colline metallifere – che è stata protagonista della nascita della geotermia, un vero e proprio primato mondiale: dalla scoperta dell’acido borico alla produzione di energia elettrica. È il risultato di un lungo progetto di valorizzazione del patrimonio territoriale, che darà un valido motivo in più per visitare questo bellissimo luogo».

L. A.