Geotermia e turismo, la Toscana tra le principali destinazioni d’Europa

Il Consiglio europeo per l’energia geotermica passa in rassegna le principali destinazioni per vacanze “rinnovabili” nel Vecchio continente, dalla Laguna blu islandese a Disneyland Paris

[28 Agosto 2020]

La pandemia da Covid-19 sta impattando molto duramente sul comparto turistico, con conseguenze che si dipaneranno nel corso degli anni ma che da subito hanno imposto cambiamenti e restrizioni alle possibilità di viaggio, offrendo però al contempo la possibilità di scoprire località vicine e tesori nascosti (per il momento) ai flussi del turismo mainstream. Per aiutare a pianificare una «vacanza “rinnovabile”», che alla bellezza del luogo possa unire un’attenzione per le energie più pulite, il Consiglio europeo per l’energia geotermica (Egec) ha messo in fila sei destinazioni – tutte nel Vecchio continente – dove poter osservare da vicino cosa ha da offrire il calore naturalmente custodito nel sottosuolo.

«Sebbene la geotermia sia in genere associata alla sua capacità di fornire energia pulita per l’elettricità, il riscaldamento e il raffreddamento», Egec sottolinea che «contribuisce anche allo sviluppo locale e al turismo sostenibile». In quest’ottica la prima destinazione proposta per il turismo geotermico in Europa è proprio la Toscana, dove le tecnologie geotermiche sono nate per la prima volta al mondo oltre due secoli fa e dalle quali oggi arriva il 30% circa dell’elettricità consumata sul territorio regionale.

L’Egec si concentra in particolare su Larderello – la frazione di Pomarance nota come la “capitale mondiale della geotermia” –, con la sua Valle del diavolo e il Museo della geotermia, spaziando fino a Sasso Pisano (frazione di Castelnuovo Val di Cecina) dove si è sviluppato il primo microbirrificio in Italia che produce birra artigianale utilizzando l’energia geotermica: Vapori di birra.

Ma la Toscana geotermica, cui Legambiente e il Touring club italiano hanno appena dedicato alcuni splendidi itinerari nella guida online Vacanze italiane, offre molto di più ai viaggiatori. Come noto infatti, sono ormai oltre 60mila le presenze annue afferibili al solo turismo “geotermico” in senso stretto (le visite effettuate nei luoghi geotermici come i musei, i trekking geotermici, il Parco delle Biancane, etc) ma le potenzialità del territorio sono ben più ampie: guardando ai 14 Comuni soci di CoSviG – il Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche – nel 2016 risultano poco meno di 99mila arrivi (ovvero, i turisti che vanno nelle strutture ricettive) e oltre 435mila presenze (ovvero i pernottamenti), segno tangibile dell’attrattività del territorio e delle occasioni di diversificazione economica che uno sviluppo sostenibile della coltivazione geotermica può consentire.

Le altre destinazioni proposte dall’Egec per un turismo geotermico in Europa sono invece tutte fuori dai confini nazionali. C’è il Villages Nature Paris, nato  dall’iniziativa di Euro Disney e Pierre & Vacances-Center Parks a 15 minuti dal celebre Dinseyland Paris, dove arrivano dall’energia geotermica il riscaldamento degli edifici e l’acqua calda; la Laguna blu islandese, una della attrazioni turistiche più celebrate del Paese che consiste in una piscina artificiale alimentata dalle acque di scarico del vicino impianto geotermico di Svartsengi; il pittoresco sito geotermico naturale di Pamukkale, patrimonio Unesco nel sud-ovest della Turchia; la capitale dell’Ungheria, Budapest, dove sono attivi ben nove bagni termali naturalmente alimentati da 120 sorgenti termali geotermiche; il ristorante El Diablo a Lanzarote – nelle Canarie –, dove una gigantesca griglia per barbecue è stata posta sopra una pozza di lava a 400 °C, con vista sul Parco nazionale di Timanfaya.