Riceviamo e pubblichiamo a firma delle imprese dei territori geotermici dell'Alta Val di Cecina, Colline Metallifere e Amiata

Geotermia, le imprese toscane chiedono la convocazione del tavolo al Mise

«La progressiva azione di disinformazione antiscientifica ha sollevato un muro che nasconde le criticità degli effetti sociali che il depotenziamento del sistema geotermico sta determinando»

[29 Novembre 2019]

Le imprese nate e cresciute nelle aree della geotermia tradizionale (Alta Val di Cecina e Colline Metallifere) ed amiatina non sono diverse da tutte le altre, se non per il fatto che dipendono prevalentemente dall’esistenza e dall’utilizzo di questa straordinaria risorsa.

Se le certezze, prospettive, scelte normative sono gli elementi principali su cui si basano i presupposti per fare impresa, per realizzare investimenti, creare posti di lavoro, costruire il futuro dei territori, l’incertezza che in questi anni si è creata intorno all’energia geotermica è arrivata ad essere oggi un elemento devastante per questo importante segmento economico che è asse portante per le comunità in cui opera.

La progressiva azione di disinformazione antiscientifica, che ha fatto leva sui paventati effetti sulla salute dei cittadini, pur non avendo elementi basati su dati reali, ha sollevato un muro che nasconde le criticità degli effetti sociali che il depotenziamento del sistema geotermico sta determinando.

La nostra è una voce al momento inascoltata dalla politica nazionale e regionale, dai  deputati toscani (fatte pochissime eccezioni) e, nel peggiore dei casi, tacciata di essere solo il frutto di interessi economici privati.

Mentre l’Italia continua a dipendere dai combustibili fossili o dall’energia acquistata all’estero e prodotta da centrali nucleari, la politica rinuncia a dare prospettive certe alla coltivazione della geotermia, una risorsa che abbiamo sotto i piedi, naturale, pulita, rigenerabile, una delle risposte al connubio tra produzione di energia e salvaguardia dell’ambiente.

Le imprese delle aree tradizionali ed amiatine ritengono che la sua coltivazione, già basata su tecnologie avanzate, può essere ulteriormente migliorata ed estesa. Queste imprese, che rappresentano centinaia di famiglie che oggi hanno un lavoro, potrebbero creare altra occupazione, mentre allo stato attuale, senza leggi che garantiscano prospettive certe di sviluppo ed con un sistema di appalti per loro estremamente penalizzante, rischiano invece di chiudere.

La geotermia non è una “fabbrica” in crisi come molte altre aziende italiane. Le nostre difficoltà non hanno una causa economica, ma politica, ovvero dell’inerzia di chi governa, sia a livello nazionale che locale.

Negli ultimi anni intorno la geotermia si è creato un buco nero in cui essa è stata nascosta, dal quale per pregiudizio o per interesse politico si stenta a ritirarla fuori, rilanciarla, farla sviluppare.

Le imprese delle aree geotermiche tradizionali ed amiatine sono pronte a questo “balzo in avanti”, a supportare lo sviluppo industriale e sociale di territori e dare il loro contributo per mettere a disposizione del nostro Paese una grande energia rinnovabile.

La situazione della geotermia in Toscana ad oggi è simile a quella di una Ferrari con il motore tenuto al minimo che rischia così di rompersi; se il Governo e il MISE sono inerti, se i deputati da noi eletti sono sordi e muti, se la Regione Toscana rinuncia al suo ruolo, tutti sappiano che noi faremo sentire alta la nostra voce.

Per tutti questi motivi le imprese del settore geotermico della zona tradizionale e dell’Amiata sono a richiedere urgentemente che la Regione Toscana e i deputati toscani si attivino con decisione per convocare il tavolo già da tempo previsto al MISE ed affinché gli incentivi alla geotermia siano reintrodotti nella Legge di bilancio in sede di dibattito parlamentare. Invitano nel contempo il Governo a superare da subito ogni indecisione e veto pregiudiziale per garantire un adeguato sostegno al settore geotermico e rendere possibile per i nostri territori un futuro di crescita e sviluppo.