Geotermia, nuova interrogazione ministeriale sull’iter del decreto Fer 2

Da ultimo a settembre 2020 si dava come imminente l’arrivo della bozza per procedere poi con un iter spedito, ma da mesi tutto tace

[12 Aprile 2021]

Il “ritardometro” di Elettricità futura, la principale associazione d’impresa nel comparto elettrico, mentre scriviamo segna 611 giorni di ritardo per l’arrivo del decreto ministeriale Fer 2: che fine ha fatto? Per saperlo la deputata Susanna Cenni, sostenuta dai colleghi Stefano Ceccanti e Lucia Ciampi, è tornata a interrogare il Governo. Chiedendogli se è a conoscenza delle criticità che riguardano il comparto geotermico, imprese e lavoratori, a causa dei ritardi nell’emanazione del decreto Fer 2, e qual è «lo stato dell’iter relativo all’approvazione definitiva di tale provvedimento».

«Nei mesi scorsi con la sottosegretaria Morani – ricorda Cenni – era stato aperto un percorso importante che aveva coinvolto imprese, Amministratori, e che aveva portato alla redazione del testo del decreto, poi in attesa dei pareri di altri due ministeri (Mipaf e Ambiente) e della notifica a Bruxelles. Quel percorso si era interrotto per la caduta del Governo Conte 2. Adesso c’è bisogno di fare il punto, di dire ad imprese e lavoratori come si riprende quel percorso, di superare i ritardi accumulati».

Come si precisa nel testo dell’interrogazione a risposta in Commissione – rivolta ai ministeri della Transizione ecologica, dello Sviluppo economico e dell’Economia, cui è stato delegato a rispondere il ministro Cingolani –, da ultimo nel settembre 2020 era stato annunciato l’imminente arrivo del «testo della bozza di decreto, dei pareri dei Ministeri per l’ambiente e della tutela del territorio e del mare (oggi Transizione ecologica) e del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali», inoltre «si contava in tempi brevi l’acquisizione della Conferenza unificata e dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera)», precisando che «successivamente, lo schema di decreto avrebbe dovuto essere notificato alla Commissione europea per la verifica di compatibilità con le regole sugli aiuti di Stato».

Da molti mesi però tutto tace. Del decreto Fer 2 che dovrebbe promuovere lo sviluppo di tecnologie rinnovabili inquadrate come “innovative”, tra cui l’eolico offshore, l’energia oceanica, le biomasse, il biogas, il solare termodinamico e la geotermia (nonostante questa fonte rinnovabile sia di fatto impiegata in Toscana a fini industriali da oltre due secoli) sembra non esserci più traccia.

Eppure ogni giorno che passa l’esigenza di sostenere queste fonti rinnovabili, come le altre, si fa sempre più urgente. «Le associazioni sindacali della Toscana (una delle principali regioni dove è presente l’utilizzo dell’energia geotermica) hanno recentemente segnalato che sarebbero a rischio (tra diretti e indotto) la continuità occupazionale di oltre 2.200 lavoratori», ricorda Cenni nell’interrogazione. Ma secondo i dati messi a disposizione dalla Regione Toscana, i posti di lavoro interessati più o meno direttamente dalla coltivazione geotermica sono molti di più: oltre 4mila.