Monni: all’orizzonte un fondo parallelo al Pnrr dove sarà inserita questa fonte rinnovabile

Geotermia, nuovo vertice tra Enel e le imprese dell’area tradizionale e amiatina

«Soddisfazione» da parte di Riag ed Asea: c’è l’intenzione di «non voler ridurre il budget annuale relativo alle manutenzioni degli impianti e un segnale positivo per i futuri investimenti»

[11 Maggio 2021]

La Rete imprese area geotermica tradizionale (Riag) e l’Associazione per lo sviluppo economico del monte Amiata (Asea) con i rispettivi presidenti – Carlo Giannoni e Renzo Verdi – esprimono «soddisfazione» a seguito dell’incontro con i vertici di Enel green power svoltosi a Larderello il 29 aprile, nato nell’ambito di un più ampio percorso di confronto per «promuovere iniziative finalizzate alla massimizzazione delle ricadute socio-economiche ed occupazionali nelle aree geotermiche».

Come spiegano dalle due associazioni d’impresa, Enel ha presentato i dati degli ultimi anni sia per quanto riguarda gli appalti di esercizio e di manutenzione impianti, sia per quanto concerne le attività di sviluppo quali smart repowering dei pozzi esistenti, realizzazione di nuovi pozzi, operazioni di efficientamento e innovazione tecnologica.

«Volendo incrementare le ricadute economiche ed occupazionali, Enel green power – argomentano Giannoni e Verdi – ha sottolineato e confermato l’impegno a supportare le imprese nella formazione tecnica, nella formazione sulla sicurezza ed anche per l’esplorazione di nuove attività; da Enel è stata espressa la piena volontà di utilizzare, migliorandolo, il concetto di appalto a “chilometro zero” in tema di servizi generali», con lo scopo di «massimizzare il coinvolgimento delle imprese locali, nel rispetto delle regole e delle procedure» alle quali Egp fa riferimento».

Da qui la «soddisfazione» espressa dalle imprese locali per aver recepito dalle parole dei rappresentanti di Enel green power l’intenzione di «non voler ridurre il budget annuale relativo alle manutenzioni degli impianti ed un segnale positivo per i futuri investimenti. A tal proposito l’azienda si è detta disponibile – continuano da Riag ed Asea – a consolidare l’attenzione nei confronti del territorio e del suo indotto, con particolare riferimento ad uno sviluppo socio-economico che, grazie al trasferimento del know-how in termini di innovazione tecnologica e di sostenibilità ambientale, consenta alle realtà imprenditoriali delle aree geotermiche di rafforzarsi e crescere».

Con una postilla finale non da poco. «Si tratta di attività e prospettive legate soprattutto alle decisioni che il mondo istituzionale vorrà prendere in materia di geotermia, e purtroppo per noi, da tempo tutto tace», osservano Giannoni e Verdi: «Le imprese si dicono a dir poco preoccupate di questo silenzio assordante intorno alla geotermia, una risorsa di cui tutti ben conosciamo la sua importanza per la produzione di energia elettrica e del calore, fondamentali per la società in cui viviamo».

Da qui una pressante richiesta, già sollevata anche dai sindaci geotermici, da CoSviG e dall’Unione geotermica italiana nel corso delle ultime settimane: «Le imprese di Riag ed Asea chiedono con forza alle istituzioni che la geotermia sia immediatamente inserita nel Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), è inconcepibile constatare che la risorsa geotermica, in ogni parte del mondo considerata “un grande valore”, in Italia invece venga  lasciata a sé stessa e non abbia l’attenzione che merita da parte della politica e delle istituzioni».

Di fatto però il Pnrr è stato già approvato da Governo e Parlamento, e il documento inviato all’esame dell’Ue il 30 aprile. È improbabile dunque che possano esserci modifiche al Piano vero e proprio a meno che non vengano ravvisate criticità in sede europea, sebbene all’orizzonte inizino a profilarsi scenari alternativi.

Nell’ambito del webinar organizzato dal gruppo Pd in Consiglio regionale La ivoluzione verde: Pnrr e futuro della Toscana, cui hanno partecipato anche il presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza e l’assessore regionale all’Ambiente, proprio Monia Monni ha anticipato che «stiamo iniziando a ragionare per trovare modi per rafforzare la geotermia in un’ottica più sostenibile, abbiamo una gara in questo senso alle porte. Per esempio la geotermia non trova casa dentro il Pnrr, anche se il ministro (Cingolani, ndr) mi garantisce che la troverà in un fondo parallelo da 5 miliardi di euro l’anno che ha intenzione di istituire, dedicato ad attività che non sono previste nel Pnrr». Uno scenario che allo stato dell’arte resta però ancora tutto da approfondire.