Gomma riciclata, finalmente in Gazzetta ufficiale il decreto End of waste. Ne restano altri 15

Il riciclo di pneumatici fuori uso permette all’Italia di evitare importazione di materie prime vergini per oltre 140 milioni di euro ogni anno

[23 Luglio 2020]

Ogni anno in Italia arrivano a fine vita circa 400.000 tonnellate di Pfu tra mercato del ricambio e della demolizione veicoli, che finora non avevano come riferimento omogeneo in termini di End of waste, ovvero la normativa giuridica riguardante la cessazione della qualifica di rifiuto al termine di un processo di recupero: un passaggio indispensabile affinché i materiali riciclati possano effettivamente tornare sul mercato. Adesso questo vuoto è stato colmato, grazie alla pubblicazioni in Gazzetta ufficiale n. 182 del DM 78/2020 del decreto End waste firmato dal ministero dell’Ambiente.

«Siamo molto soddisfatti – commenta Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus, il principale consorzio per la gestione dei pneumatici fuori uso in Italia con circa 200.000 tonnellate di Pfu raccolte e avviate a recupero ogni anno – Oggi abbiamo tutti gli strumenti anche normativi per contribuire ad incrementare quantità e qualità dei materiali riciclati dai Pfu e guardare ai prossimi anni con rinnovato slancio. È la dimostrazione che il Green deal italiano passa anche dal riciclo dei Pfu».

La gomma riciclata, per un sistema produttivo ed economico povero di materie prime come quello italiano, è infatti una commodity strategica che consente di evitare importazione di materie prime vergini per oltre 140 milioni di euro ogni anno, e che adesso può vantare anche un’ulteriore conferma delle sue eccellenti caratteristiche e prestazioni.

Tra le principali novità operative introdotte troviamo infatti l’obbligo per gli impianti di trattamento di dotarsi di un sistema per il lavaggio dei pneumatici fuori uso in ingresso idoneo ad eliminare le impurità superficiali, l’istituzione di campionamenti e analisi sul materiale riciclato in uscita, la certificazione del produttore su ogni lotto di produzione del materiale riciclato. Un sistema di test e di tracciamento garantirà uniformemente su tutto il territorio nazionale qualità e sicurezza della gomma riciclata da PFU prodotta in Italia e delle applicazioni realizzate con granulo e polverino da parte di un numero sempre crescente di aziende specializzate.

A fronte di un positivo traguardo tagliato per la normativa End of waste, occorre però ricordare che all’orizzonte ne rimangono (almeno) altri 15: tanti quanti i decreti ancora chiusi in un cassetto, in attesa di essere ultimati. Ovvero il decreto per il riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione, quello per il riciclo della carta da macero, quello del pastello di piombo, dei rifiuti di gesso, dei rifiuti inerti da spazzamento strade, del pulper, quello relativo a bioremediation e soil washing per il recupero dei terreni sottoposti a bonifica, per gli oli alimentari esausti, per il vetro sanitario, per i fanghi da forsu e per la produzione di olii, per il vetroresina, per le plastiche miste con recupero meccanico, per le plastiche miste con recupero chimico, per le ceneri da altoforno e per i residui da acciaieria.