Grosseto, quale futuro per la raccolta differenziata dei rifiuti?

L’assessore all’Ambiente pensa a cassonetti con tessera magnetica, Legambiente al porta a porta spinto

[24 Ottobre 2016]

I rifiuti urbani da imballaggi (7% dei rifiuti totali prodotti in Italia) e l’organico (altro 7% circa) vanno a comporre il terreno dove opera la raccolta differenziata, ovvero il mezzo individuato come migliore per massimizzare un fine: il riciclo. Perché dunque l’industria del riciclo possa lavorare davvero, è indispensabile che insieme alla quantità migliori la qualità del raccolto, due grandezze che spesso – come mostra oggi a livello nazionale il nuovo rapporto Anci-Conai in merito – non vanno invece di pari passo. Incrociando queste tendenze con i costi necessari per operare il servizio (ribaltati per legge in tariffa, la Tari), sui territori non di rado nascono frizioni, che a Grosseto si manifestano adesso in un quesito preciso: qual è la migliore modalità con cui portare avanti la raccolta differenziata?

L’assessore all’Ambiente del capoluogo, la geologa Simona Petrucci (nella foto), intervistata oggi sulle pagine locali de Il Tirreno battezza il problema: «La maggior parte delle persone non fa più il porta a porta. Non vogliono tenere l’umido in casa. O non sanno farlo. E poi basta guardare alla percentuale di raccolta differenziata che c’è a Grosseto. Non solo non abbiamo ottenuto il 50 per cento, ma siamo addirittura scesi al 33 per cento e, per alcune tipologie di rifiuto, perfino al 31 per cento. E io entro il 2020 devo arrivare al 70 per cento», come previsto dal Prb (Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati ) toscano. Considerando l’esperienza degli ultimi anni, il fatto che «il porta a porta o si fa ovunque oppure non funziona» e infine che – al contrario di quanto spesso viene propagandato – il «porta a porta ha un costo maggiore rispetto al bidone», l’assessore lancia un’ipotesi: cassonetti della spazzatura dotati di lettore di tessera magnetica. «Torneranno i bidoni per le strade, o bidoni di prossimità, più piccoli e più vicini, o più grandi in aree più vaste, a seconda della morfologia del territorio. Ce ne saranno – dettaglia l’assessore – uno per l’organico, uno per l’indifferenziato, uno per il vetro, uno per la plastica e uno per la carta. Quando si va a buttare il rifiuto si dovrà inserire la tessera, in modo che il Comune possa controllare il cittadino molto di più rispetto a ora». Un cambio di rotta che si immagina solo per il centro città: nelle frazioni rimarrebbe il porta a porta, perché «nei paesi più piccoli è più semplice».

Un’ipotesi alla quale risponde a stretto giro di posta Legambiente, dichiarando che interrompere adesso la raccolta porta a porta è una scelta sbagliata: «Siamo d’accordo con l’assessore Petrucci quando sostiene che attualmente il sistema di raccolta differenziata – ha spiegato Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente – non funziona a Grosseto, né dal punto di vista della quantità né della qualità, proprio perché l’esperienza pilota dei quartieri di Barbanella e Gorarella è stata mantenuta troppo a lungo senza estenderla a tutta la città. Siamo altrettanto convinti che occorra pianificare un sistema di raccolta differenziata spinta per tutta l’area urbana», una strada che secondo il Cigno verde «permetterebbe di raggiungere in tempi brevi obiettivi strategici e virtuosi (70% di raccolta differenziata al 2020), con benefici economici, ecologici e con lo sviluppo di una filiera del riciclo con importanti ricadute anche in termini occupazionali».

Qual è dunque la modalità migliore per una raccolta differenziata efficace ed efficiente sotto il profilo ambientale come anche quello economico e sociale? Come di fronte ad ogni domanda complessa che si presenti, la risposta non può che essere dipende. Scelte di questo genere non possono prescindere dal contesto territoriale, e anche per questo a Grosseto non ci saranno cambiamenti repentini: «Voglio ascoltare i cittadini – ha dichiarato l’assessore – avrò una riunione ogni due settimane e proporrò delle tipologie di raccolta. Poi il Comune farà una proposta all’Ato, l’Ato la farà vedere a Sei Toscana, Sei Toscana farà un preventivo, il Comune lo riguarderà e lo limerà». Poi dovrà decidere.

L. A.