Con la plastica riciclata sarà possibile realizzare arredi urbani

I “pescatori spazzini” del Lazio ripuliscono il mare da 25 tonnellate di rifiuti

Si tratta di spazzatura raccolta da 26 pescherecci fino a 14 miglia dalla costa, poi selezionata per essere avviata a riciclo o a smaltimento controllato

[8 Giugno 2021]

In circa due anni 26 pescherecci hanno raccolto oltre 25 tonnellate di rifiuti in mare – recuperate con le reti dalle imbarcazioni dei pescatori tra i 16 e 120 metri di fondale e una distanza da 3 a 14 miglia dalla costa – lungo il litorale laziale da Anzio a Civitavecchia: sono i risultati del progetto “Fishing for litter” condotto lungo le coste laziali, mettendo a frutto il buon esempio arrivato negli anni scorsi in primis dalla Toscana con l’analogo “Arcipelago pulito”, dove i pescatori in 6 mesi tirarono su 18 quintali di rifiuti.

Dei rifiuti raccolti lungo il litorale laziale, il 34% è costituito da imballaggi in plastica (8% bottiglie, 8% film, 1% polistirolo, 17% altri imballaggi) mentre il restante 66% è costituito da residui organici, reti da pesca e da cantiere, stracci e corde in canapa e altri materiali.

«Sappiamo che l’80% dei rifiuti marini proviene dalla terraferma a causa della scorretta gestione, da comportamenti poco attenti e da smaltimenti illeciti – ricorda Giorgio Quagliuolo, presidente del consorzio Corepla – ​Monitorare la quantità e la tipologia dei rifiuti ​raccolti allo scopo di comprendere le cause del littering e individuare, in sinergia con ​gli stakeholder territoriali gli strumenti ​per prevenirlo, rappresentano un’azione concreta per preservare la bellezza del nostro territorio e trasformare i rifiuti in nuove risorse»

Tutto il materiale raccolto e selezionato nel corso del progetto “Fishing for litter” è stato inviato a un centro specializzato per valutarne la riciclabilità e ottenere nuova materia prima: con la plastica riciclata sarà possibile realizzare degli arredi urbani come quelli donati al Comune di Fiumicino e posizionati lungo la passeggiata sulla banchina di via Torre Clementina, mentre il resto andrà a smaltimento. Al momento non risultano disponibili i dati di dettaglio, ma è noto che quel 34% di rifiuti costituto da imballaggi in plastica è stato tutto avviato a riciclo o a recupero energetico; nel caso toscano invece il 20% dei rifiuti pescati venne avviato a riciclo, operazione impossibile per il restante 80% che è stato avviato a recupero energetico o smaltito in discarica.

«Con le tonnellate di plastica raccolte in mare in due anni dai pescherecci di Fiumicino e poi riciclate, sono state realizzate panchine di arredo urbano per il comune costiero: è uno straordinario progetto regionale che, con la collaborazione di tanti attori, permette di pulire il mare e realizzare nei arredi per il territorio. La nostra sfida ora è offrire a tutti i comuni costieri del Lazio materiale di arredo urbano convertendo i rifiuti in risorsa riciclata», osserva il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

Un punto, quest’ultimo, tutt’altro che secondario: gli acquisti verdi da parte della pubblica amministrazione (Gpp) rappresentano infatti un motore indispensabile per dare gambe all’economia circolare, ma vengono sistematicamente ignorati nonostante la loro applicazione rappresenti da anni un obbligo di legge.