Il bilancio del benessere della Nuova Zelanda: dare priorità alla felicità

Il nuovo piano radicale del governo laburista. Ci sono anche il no alle armi e la difesa dei delfini di Maui

[10 Giugno 2019]

Mentre in Italia discutiamo di procedure di infrazione europea e qualcuno propone di ridurre il debito emettendo “mini-bot”, mentre l’Australia sovverte i sondaggi e conferma un governo di destra negazionista climatico e anti-immigrati, la Nuova Zelanda con un governo a guida laburista va in tutt’altra direzione. Il “well-being budget” all’esame del Parlamento della  Nuova Zelanda potrebbe cambiare il modo in cui i Paesi misurano la loro forza.

Infatti, il governo di coalizione (Laburisti e populisti di New Zealand First con appoggio esterno dei Verdi) della premier Jacinda Ardern a fine maggio ha pubblicato un bilancio che invece di concentrarsi sulla crescita finanziaria e sul Pil dà la priorità alla felicità dei cittadini de che elenca cinque priorità: salute mentale, violenza familiare, energia pulita, innovazione digitale e sostegno alle popolazioni indigene.

1,9 miliardi di dollari neozelandesi (1 miliardo di dollari Usa) sono destinati al miglioramento dei servizi di salute mentale nel Paese per i  prossimi quattro anni,  con la metà dei quali dedicati alla lotta alla depressione e all’ansia, soprattutto tra le persone di età inferiore ai 24 anni. Più di 800 milioni di dollari verrebbero investiti per ridurre la povertà infantile e combattere gli abusi fisici e sessuali.

Per misurare il successo di queste iniziative, il governo m neozelandese terrà sotto controllo 61 parametri che vanno dalla «solitudine alla fiducia nelle istituzioni governative, accanto a questioni più tradizionali come la qualità dell’acqua».

Il National Party sostiene che  Il “well-being budget” della Arden sarà dannoso per la Nuova Zelanda e la sua leader Amy Adams ha profetizzato che «Nei prossimi anni affronteremo significativi rischi economici, ma questo governo si sta concentrando su una campagna di marketing».

Il Labour Party risponde che «i nostri parlamentari sono impegnati in tutto il paese a spargere la notizia del nostro bilancio per il  benessere e su come i nostri investimenti in salute mentale, povertà infantile, senzatetto e altro, si baseranno sul lavoro che abbiamo già fatto per rendere la Nuova Zelanda un  posto migliore».

E la politica dei laburisti è stata ben accolta dalle ONG neozelandesi. Ang Jury, direttrice di  Women’s Refuge, che sostiene le vittime di violenza domestica, ha detto: «Siamo davvero al settimo cielo per il pacchetto complessivo, è grandioso. Mio Dio, si questo è l’impegno di spesa di gran lunga più grande, non c’è niente con cui paragonarla. La base che stanno preparando per affrontare veramente tutto questo è assolutamente fantastica».

Si stima che, in un Paese di 4 milioni e 600.000  saranno oltre 80.000 le persone che beneficeranno dei servizi di salute mentale gratuiti e di trattamenti aggiuntivi previsti dalla proposta.

La Nuova Zelanda è la prima nazione occidentale ad usare la felicità come parametro del benessere, facendo un po’ come il minuscolo regno himalayano del Bhutan che ogni 5 anni valuta il benessere dei suoi cittadini con l’indice della felicità. E non è che la Nuova Zelanda sia messa male: il World Happiness Report 2019 la mette all’ottavo posto al mondo come Paese dove si vive meglio, l’Italia è 36esima e negli Usa, che sono al 19esimo posto nel 2018, il presidente Donald Trump ha ripetutamente chiesto tagli ai servizi per la salute mentale.

A differenza di quel che fa Salvini in Italia, Il well-being budget”  neozelandese stanzia anche fondi per il riacquistare le armi di chi le possiede, come misura di sicurezza dopo la strage della moschea di Christchurch, dove a marzo un fascista australiano ha ucciso 51 persone.

Nel “well-being budget”  c’è anche la salvaguardia del popoto o cefalorinco di Maui (Cephalorhynchus hectori maui), la sottospecie di delfini più rara del mondo. Come spiega in una nota il Partito Laburista neozelandese «I delfini di Māui sono in pericolo di estinzione. Si stima che nelle nostre acque rimangano solo 63 adulti. È fondamentale agire per proteggere questa fragile popolazione di mammiferi marini. Ecco perché stiamo introducendo nuove regole. Dal primo  novembre, i pescherecci commerciali a maggior rischio di incontrare il raro delfino Māui dovranno operare con le telecamere a bordo, come prossimo passo per rafforzare il nostro sistema di gestione della pesca. Una delle priorità del bilancio del “well-being budget”   è aiutare le regioni e le imprese ad adeguarsi alle sfide ambientali a lungo termine che deve affrontare la nostra economia».