Il cibo nell’Antropocene. Planetary Health Diet: salutare e con sistemi alimentari sostenibili

Uno studio che potrebbe cambiare il modo con cui pensiamo al cibo. A tavola c’è posto per carnivori e vegani

[17 Gennaio 2019]

La Lancet Commission ha pubblicato lo studio “Food in the Anthropocene: the EAT–Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems” dal quale merge che con una Planetary Health Diet i sistemi alimentari hanno il potenziale per nutrire un’umanità in salute e con una sostenibilità ambientale, ma i nostri attuali modelli di consumo minacciano sia la salute che la sostenibilità.

La Lancet Commission descrive quantitativamente una dieta di riferimento universale sana, basata su un aumento del consumo di verdure, frutta, cereali integrali, legumi e noci e su una diminuzione del consumo di carne rossa, zucchero e grani raffinati, «che fornirebbero importanti benefici per la salute e aumenterebbe anche le probabilità di raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Questo è posto sullo sfondo di confini scientifici definiti che garantirebbero uno spazio operativo sicuro all’interno di 6 sistemi terrestri, per sostenere un pianeta sano.

La EAT–Lancet Commission è un progetto triennale al quale partecipano 37 esperti di 16 Paesi che hanno n competenze in materia di salute, nutrizione, sostenibilità ambientale, sistemi alimentari, economia e governance politica e che,  affrontando la mancanza di parametri scientifici in questo settore, hanno redatto una vera e propria guida scientifica per una dieta salutare e sostenibile  che punta a  trasformare il sistema alimentare. E’ la prima di una serie di iniziative sulla nutrizione condotte da The Lancet nel 2019 e sarà seguita Il 27 gennaio  dal rapporto Commission on the Global Syndemic of obesity, undernutrition, and climate change. Basandosi su queste due Commissioni, sempre entro il  2019 The Lancet pubblicherà una serie di articoli sul Double Burden of Malnutrition , guidati dall’Organizzazione mondiale della sanità, e «informati da approcci che includono antropologia evolutiva ed economica».

The Lancet  sono convinti che «I sistemi alimentari sostenibili che assicurano un’alimentazione che promuova la salute per tutti necessitano di un’attenzione urgente e andranno a beneficio sia delle persone che del pianeta».

I ricercatori sottolineano che «Una cattiva alimentazione è un fattore chiave e un fattore di rischio per le malattie. Tuttavia, c’è stato un fallimento globale nell’affrontare questo problema. E’ un problema di tutti e di nessuno. La nutrizione non aveva un obiettivo di sviluppo del millennio dedicato e non ha ancora un Obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG). L’SDG 2, fame zero, affronta solo una delle molte manifestazioni di scarsa nutrizione». Nonostante diverse iniziative,  le azioni per migliorare la qualità della nutrizione non sono riuscite ad ottenere un’attenzione globale.

Il principale risultato del nuovo studio è che gli scienziati hanno trovato una soluzione a una delle più grandi sfide che l’umanità deve affrontare: siamo in grado di sfamare 10 miliardi di persone entro il 2050 con una dieta salutare e sostenibile, Ma per rimanere entro i limiti che può sopportare il pianeta, avremo bisogno di una combinazione di cambiamenti nella nostra alimentazione, di una migliore produzione alimentare attraverso un migliore uso dell’agricoltura e della tecnologia, e di una riduzione degli sprechi alimentari.

A tavola c’è spazio sia per chi mangia carne che per i vegani: per bilanciare salute umana ed esigenze ambientali, la Planetary Health Diet raccomanda di raddoppiare il consumo medio globale di noci, frutta, verdura e legumi. Per promuovere la salute umana e del pianeta, il consumo di carne rossa e zucchero dovrebbe essere ridotto di oltre il 50%, ma non viene chiesta la totale eliminazione del consumo di carne.

Se il mondo seguisse la Planetary Health Diet, si potrebbero evitare più di 11 milioni di morti premature all’anno e la dieta affronta anche il problema delle malattie legate a diete non salutari (tra cui obesità, denutrizione e malnutrizione) che sono la principale causa di deterioramento della salute in tutto il mondo, causando più morti e malattie rispetto al sesso non sicuro, all’alcool, alla droga e all’uso combinato di tabacco.

Se applicata, la Planetary Health Diet porterebbe le emissioni di gas serra a livelli compatibili con l’accordo di Parigi, riducendo allo stesso tempo la perdita di biodiversità e l’utilizzo di fosforo e limitando l’utilizzo di terra, acqua e azoto da parte dell’agricoltura.

L’adozione generalizzata della dieta migliorerebbe la nutrizione a livello globale, aumentando l’assunzione di acidi grassi monosaturi e polinsaturi sani e riducendo il consumo di grassi saturi non sani, aumentando nel contempo l’apporto di micronutrienti essenziali.

The Lancet vede le nuove conoscenze come «una leva importante per accelerare l’impegno politico per affrontare la cattiva alimentazione. Il nuovo studio appena pubblicato collega gli obiettivi nutrizionali alla sostenibilità ambientale e le raccomandazioni della Commissione mette insieme l’apporto calorico ottimale all’interno dei gruppi alimentari con i confini ambientali e fisici dei sistemi terrestri entro i quali i sistemi alimentari operano, per ottenere un’alimentazione sana per l’uomo e il pianeta.