Il Comune di Piancastagnaio ricorre al Tar contro la centrale geotermica Poggio Montone

Vagaggini: «Noi siamo contrari, e useremo tutti gli strumenti possibili per salvaguardare l'area del Pigelleto»

[3 Giugno 2019]

Come promesso in campagna elettorale, il sindaco di Piancastagnaio Luigi Vagaggini – riconfermato primo cittadino nel corso dell’ultima chiamata alle urne – ha deliberato insieme alla sua Giunta di procedere con un ricorso al Tar della Toscana contro la centrale geotermoelettrica binaria proposta da Sorgenia Geothermal nell’area di Poggio Montone, a cavallo tra i territori di Piancastagnaio e Santa Fiora.

Vagaggini ricorda che «dopo aver in prima istanza espresso parere contrario al progetto di Poggio Montone, attraverso atti amministrativi come le osservazioni dell’ottobre 2017, abbiamo atteso la delibera regionale n° 568 del 24.04.2019», all’interno della quale – sintetizza un comunicato stampa del Comune amiatino – la “Giunta regionale della Toscana approvava, relativamente al progetto per la realizzazione dell’impianto geotermico Poggio Montone, proposto da Sorgenia Geothermal Srl, uno schema di protocollo d’intesa per le ricadute economiche del progetto con il solo comune di Santa Fiora”. «Essendo la Regione favorevole alla costruzione della centrale di Poggio Montone ci siamo mossi di conseguenza – continua Vagaggini – e abbiamo dato mandato per opporre “ricorso in ogni in ogni sede necessaria”. Noi siamo contrari, e useremo tutti gli strumenti possibili per salvaguardare l’area del Pigelleto», dov’è presente una riserva naturale.

Come già spiegato su queste pagine, il progetto di centrale geotermica avanzato da Sorgenia – per il quale è arrivato dalla Regione Toscana l’ok alla Valuazione d’impatto ambientale, al termine di un complesso iter valutativo – si propone di realizzare un impianto diverso da quelli attualmente presenti sul territorio toscano: il progetto prevede infatti la realizzazione di 4 pozzi di produzione e 6 pozzi di reiniezione da realizzare a servizio di una centrale geotermica binaria del tipo Organic Rankine Cycle (ORC). Oltre a produrre 40.000 MWh elettrici l’anno e alle ricadute occupazionali dirette il progetto si propone di concretizzare inoltre una serie di ricadute socio-economiche nell’area, che vanno dalla cessione gratuita del calore geotermico residuo alla promozione di attività economiche collaterali (coltivazione dell’olivo, del castagno da frutto e del ciliegio, lavorazione delle pelli, etc).

La Giunta Vagaggini, che nel corso del suo operato non si è mai distinta per una presa di posizione ideologica contro la geotermia – investendo anzi sull’installazione di una centralina per il controllo indipendente della qualità dell’aria, che ha dato sempre esiti positivi – nonostante l’ok alla Valutazione d’impatto ambientale arrivato dalla Regione ha ritenuto questo particolare progetto inadatto alla prosecuzione sul territorio, e da qui la decisione di ricorrere al Tar.