Il Pnrr della Toscana continua ad aspettare, Giani: progetti territoriali dopo il 30 aprile

«Come Regioni, non l'abbiamo ancora avuto un incontro ufficiale col Governo. La Toscana dovrà essere pronta con i progetti per partecipare ai 40-50 bandi che si attiveranno dopo la presentazione del Recovery plan»

[30 Marzo 2021]

Dopo l’audizione in Consiglio regionale dello scorso febbraio, ieri il governatore della Toscana è tornato ad aggiornare l’aula sui progressi compiuti per la declinazione locale del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ma a un mese dalla presentazione del Piano in Europa in realtà le novità sono pochissime.

«L’approccio del nuovo Governo Draghi sulla gestione del Recovery plan non è cambiato molto – osserva Giani – rispetto a quello del Governo Conte: gestione molto centralizzata, con la presidenza del Consiglio dei ministri e i suoi collaboratori che elabora la cornice generale da presentare all’Europa. Come Regioni, non l’abbiamo ancora avuto un incontro ufficiale col Governo e una procedura di progetti regionali da inserire nel Recovery plan non c’è. Mi devo attenere a quanto detto con Amendola, ministro del governo Conte e oggi sottosegretario all’Europa nel governo Draghi: entro il 30 aprile il governo proporrà all’Europa la schema generale. Con il governo Conte erano 157 pagine, oggi sono una cinquantina, ne abbiamo letto copia. Vi è però un documento in lingua inglese che è più del doppio e che sarà molto probabilmente quello che verrà presentato il 30 aprile».

Dunque di fatto ad oggi «non ci sono previsioni dirette per la Toscana, come per nessuna Regione – sottolinea Giani –, a parte quelle del Sud, che hanno un canale molto privilegiato e avranno più risorse, secondo un criterio sganciato dalla proporzionalità».

Sembra così che il momento della declinazione regionale dei progetti arriverà solo a valle della presentazione del Pnrr in Europa. Non si tratta di una differenza da poco, perché dall’attuazione del Piano passa (anche) buona parte del futuro toscano: su circa 200 miliardi di euro di risorse europee da destinare all’Italia, circa 12-15 miliardi di euro dovrebbero ricadere entro i confini regionali, come è stato ricordato ieri durante l’audizione.

Ma per fare cosa? L’esigenza di fondo sta nel sostenere la ripresa socio-economica dei territori, sfiancati dalla pandemia, senza riproporre tal quale il modello di sviluppo che ci ha portato al disastro ma ponendo la basi per un percorso più sostenibile. Per questo è fondamentale ripartire investendo in settori come i servizi pubblici locali e la sanità.

Di fatto però solo successivamente al 30 aprile, continua il presidente della Toscana, ci sarà «possibilità di azione per progetti di interesse regionale, comunale, o comunque territoriale, seguendo le sei ‘mission’: innovazione tecnologica e valorizzazione del patrimonio culturale; ambiente, la più corposa; infrastrutture e trasporti, che non consente interventi stradali, ma solo ferroviari, ciclabili e comunque ancorati a una concezione molto stretta di sviluppo sostenibile; istruzione e lavoro; equità sociale; salute e sanità».

La logica che si prospetta è quella della partecipazione a bandi di gara, attraverso i quali le risorse ottenute a livello nazionale andranno ai progetti più meritevoli: la Toscana dovrà «essere pronta con i progetti per partecipare ai quaranta-cinquanta bandi che si attiveranno dopo la presentazione del Recovery plan. È importantissimo il rapporto con i singoli ministri», sottolinea Giani.

Nel merito il presidente della Toscana cita la ministra degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, che «ci è molto vicina», come anche la forte interlocuzione «con il ministro Giovannini (Infrastrutture e mobilità sostenibili, ndr), con il quale ho insistito molto» – un fronte sul quale il Governatore si dice fiducioso che possa sbloccarsi la vicenda della Tirrenica, confidando nella nomina di un commissario – e in primis il ministro della Transizione ecologica.

«Con Cingolani – ricorda Giani – ho avuto un cordiale colloquio di oltre un’ora e mezza: per la transizione ambientale, la chiave è l’abbattimento della CO2: economia circolare, tranvie, collegamento Firenze-Prato con metrotram, tratte ferroviarie Lucca-Viareggio, mentre per il finanziamento della Granaiolo-Siena attiveremo il fondo strutturale Fesr».

Infine, Giani si sofferma sulla questione che riguarda «la trasformazione della raffineria di Livorno in bioraffineria: ho avuto un apprezzabile incontro con il ministro Giorgetti. Molto dipenderà dal rapporto che il Governo vorrà avere con i grossi soggetti privati, a cominciare da Eni». Ma anche su questo fronte il filo conduttore resta quello del mistero, perché del progetto di fatto non si ancora nulla.