Il Senato approva la legge di Bilancio, ma il Green new deal può aspettare

Dalla manovra atteso un impulso positivo sul Pil pari ad appena lo 0,2% nel 2020, mentre all’ambiente va lo 0,8% della spesa primaria complessiva dello Stato

[17 Dicembre 2019]

Con 166 voti favorevoli, 128 contrari e nessuna astensione, il Senato ha approvato ieri (con voto di fiducia) il maxi-emendamento che va a definire la legge di Bilancio 2020: il testo passa ora all’esame della Camera ma non si prevedono ulteriori modifiche, perché altrimenti il ddl non verrebbe approvato in tempi utili. Ad emergere dal lungo iter parlamentare è un testo dove i principali temi che sono stati oggetto di dibattito politico in realtà rappresentano una parte infinitesimale del totale: come ricorda oggi sul Corriere della Sera il viceministro dell’Economia Antonio Misiani «plastic tax (passata nel mentre da 1€ al kg a 0,45€ al kg, ndr), sugar tax e auto aziendali valgono nel 2020 meno dell’1% dell’intera manovra: 200 milioni su 32 miliardi. Briciole».

A farla da padrona nella legge di Bilancio, come ampiamente preannunciato, continua ad essere la sterilizzazione della clausole su Iva, che assorbe oltre 22 miliardi di euro su una manovra da circa 31. Il resto sono operazioni di contorno, seppur positive (come i 3 miliardi individuati per il taglio del cuneo fiscale ai redditi medio-bassi nel 2020), ma concentrare ancora una volta tutte le risorse disponibili sulla sterilizzazione dell’Iva significa non avere margini per impostare una politica di sviluppo.

Quantificando gli effetti dei provvedimenti inclusi nella manovra (Dl 124/2019 e Ddl di Bilancio per il 2020) sulla crescita del Pil, l’Ufficio parlamentare di bilancio stima che nel 2020 l’impulso positivo sarà pari ad appena il +0,2%. Una manovra di galleggiamento dunque, dove anche l’ambiente rimane tutt’altro che centrale.

A testimoniarlo è l’Ecobilancio redatto dalla Ragioneria generale dello Stato, dal quale emerge che «le risorse finanziarie stanziate dallo Stato per la spesa primaria per la protezione dell’ambiente e l’uso e gestione delle risorse naturali secondo il disegno di legge di Bilancio ammontano a circa 4,5 miliardi di euro nel 2020, pari allo 0,8% della spesa primaria complessiva del bilancio dello Stato. Le stesse sono interessate da un significativo aumento nel 2021 (0,9% della spesa primaria complessiva del bilancio dello Stato), mentre registrano una flessione (0,8%) nel 2022. Si tratta delle risorse iniziali stanziate in conto competenza per il triennio 2020-2022. Rispetto agli stanziamenti iniziali destinati alle stesse finalità nel 2019, pari a poco meno di 2,4 miliardi di euro, l’incremento nel 2020 è dovuto principalmente alle maggiori risorse stanziate in favore degli interventi contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo del programma Green new deal».

Di fatto però, proprio la partita del Green new deal rimane ancora tutta da sviluppare. Nonostante gli annunci roboanti che si sono susseguiti in questi mesi il «Ddl Green new deal e transizione ecologica del Paese», previsto dal Governo nella NaDef, deve ancora arrivare: è uno dei 23 allegati previsti alla manovra di Bilancio, sul quale però il buio è ancora totale.