Oxfam: «Una distanza tanto profonda tra ricchi e poveri da rivelarsi più letale del virus stesso»

Il virus della disuguaglianza corre insieme alla pandemia, anche in Italia

In 9 mesi i 36 miliardari italiani più facoltosi hanno incrementato la propria ricchezza di oltre 45,7 miliardi di euro: quanto basterebbe a garantire 7.500 euro a ognuno dei 6 milioni di concittadini più poveri

[26 Gennaio 2021]

Gli effetti della pandemia sulla distribuzione della ricchezza e dei redditi in Italia sono ad oggi ancora poco esplorati, ma i dati raccolti da Oxfam sono sufficienti a delineare un quadro dove la disuguaglianza continua a crescere a ritmo sostenuto, minando – come già riconosciuto dall’ASviS – le possibilità di sviluppo sostenibile del Paese, oltre alle basi per una convivenza armoniosa tra le sue varie parti sociali.

In occasione del World economic forum di apertosi (online) a Davos, Oxfam ha fatto il punto della situazione producendo un report riferito al contesto globale (Il virus della disuguaglianza) e uno prettamente dedicato a quello italiano (Disuguitalia 2021). Da entrambi emergono impatti economici profondamente disuguali, per non dire diametralmente opposti, a seconda della fascia sociale considerata.

Basti osservare che a livello mondiale, tra il 18 marzo e il 31 dicembre 2020 la ricchezza dei miliardari ha registrato un’impennata di ben 3.900 miliardi di dollari arrivando a toccare quota 11.950 miliardi: una cifra pari a quella spesa dai governi del G20 in risposta alla pandemia. Restringendo l’osservazione all’apice, emerge che il patrimonio dei 10 miliardari più ricchi al mondo è complessivamente aumentato di 540 miliardi di dollari nei nove mesi presi in esame: il valore netto del patrimonio di Jeff Bezos è aumentato ad esempio di 78,2 miliardi di dollari. Ovvero quanto gli basterebbe se volesse erogare un bonus pari a 105mila dollari a ciascuno dei suoi 876mila dipendenti Amazon, senza perdere un dollaro rispetto alla sua condizione pre-pandemia.

Questo mentre la Banca mondiale prevede che entro il 2030 oltre mezzo miliardo di persone in più vivranno in povertà, con un reddito inferiore a 5,50 dollari al giorno. Per la prima volta in un secolo, si potrebbe registrare un aumento della disuguaglianza economica in quasi tutti i paesi contemporaneamente. Un sondaggio globale svolto da Oxfam tra 295 economisti in 79 paesi rafforza tali previsioni, con l’87% degli intervistati che si aspetta “un aumento” o “un significativo aumento” della disuguaglianza di reddito nel proprio paese, a causa della pandemia.

«Una distanza tanto profonda tra ricchi e poveri – commenta  Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International – da rivelarsi più letale del virus stesso. Mentre un’élite di pochi miliardari ha tratto enormi profitti dalla pandemia, le piccole e medie attività stentano a resistere, e sempre più persone perdono il lavoro, finendo in povertà».

Una descrizione che purtroppo si adatta alla perfezione anche al contesto italiano, che già prima di Covid-19 partiva da un contesto di forte disuguaglianza sia nella distribuzione dei redditi che della ricchezza (a metà 2019 il top-10% della popolazione in termini patrimoniali possedeva oltre 6 volte la ricchezza della metà più povera della popolazione), con impatti pesanti anche sotto il profilo della sostenibilità ambientale.

Circa 10 milioni di nostri concittadini più poveri, con un valore medio del risparmio non superiore a 400 euro, non avevano nessun cuscinetto finanziario per resistere autonomamente allo shock pandemico mentre per qualcuno la crisi non è mai arrivata: dati granulari (Lista Forbes) registrano un aumento nei primi 9 mesi della pandemia di 45,7 miliardi di euro della ricchezza per i 36 miliardari italiani più facoltosi, pari a 7.500 euro per ognuno dei 6 milioni più poveri dei nostri connazionali. Una cifra – sottolineano da Oxfam – che equivale a più del doppio del costo sostenuto dallo Stato per il personale sanitario dipendente del Ssn nei primi nove mesi dell’anno.

In altre parole gli infermieri chiamati “eroi” perché rischiano la propria salute curando i malati Covid nelle corsie di ospedale dovranno lavorare 127 anni per guadagnare quanto uno dei 36 miliardari italiani più facoltosi.

In questo contesto, le misure di sostegno pubblico al reddito, al lavoro e alle famiglie emanate nel corso del 2020 dal Governo hanno contribuito ad attenuare gli impatti della crisi, con una riduzione di 1,7% della disuguaglianza dei redditi da lavoro e di 1,1% di quella dei redditi disponibili equivalenti delle famiglie italiane, oltre ad attenuare la crescita dell’incidenza della povertà.

La moderata riduzione delle disparità reddituali è avvenuta però contestualmente a un calo dei redditi per una quota ampia della popolazione meno abbiente e, in ogni caso, si tratta di un dato non ascrivibile a interventi di carattere strutturale di contrasto alle disuguaglianze, ma a misure pensate come esclusivamente emergenziali.

«L’aumento delle disuguaglianze non è un fenomeno inevitabile, ma dipende dalle scelte politiche dei governi. La crisi generata dal Covid-19 offre ai governi di tutto il mondo – spiega Bucher – l’occasione di adottare politiche in grado di promuovere sistemi economici più equi e inclusivi. Affrontare le cause strutturali della disuguaglianza per Oxfam vuol dire in primo luogo investire nella copertura sanitaria universale e gratuita, nell’istruzione e in altri servizi pubblici che possono ridurre le disparità; promuovere il lavoro dignitoso, libero dallo sfruttamento anche incentivando modelli di impresa che distribuiscono il valore in modo più equo tra tutti gli stakeholder e non incentrati sulla mera massimizzazione degli utili per gli azionisti; attuare politiche orientate alla giustizia fiscale; riorientare i nostri modelli di produzione e consumo in modo da porre un freno alla grave crisi climatica. Oggi più che mai abbiamo bisogno di fronteggiare l’emergenza ma contemporaneamente iniziare ad adottare politiche strutturali in grado di promuovere un nuovo sistema economico che non sia più a vantaggio solo di pochi, ma di tutti».