In 5 anni il lavoro nell’economia circolare crescerà del 26%

I risultati dell’indagine sul futuro dei green jobs. Per il 61% la crisi sanitaria può diventare un’occasione per un’occupazione più sostenibile

[26 Maggio 2020]

I posti di lavoro destinati alle professioni legate all’economia circolare stimati da Unioncamere-Anpal a febbraio 2020, nell’Italia pre-Covid, erano oltre 1 milione e 600 mila. Un dato che dimostra una grande mobilità in ingresso, che si ritrova oggi a fare i conti con gli effetti dell’emergenza Covid-19. Ma dall’Indagine “Sui green jobs nell’ambito dell’economia circolare”, condotta da Legambiente e Green Factor nell’ambito del progetto Economie Circolari di Comunità per la rigenerazione ambientale (ECCO), che punta a comprendere come le professioni green legate all’economia circolare possano svilupparsi nel prossimo futuro,  emerge un futuro ancora più promettente e verde.

L’indagine ha preso in considerazione 55 gruppi professionali e ha coinvolto un gruppo selezionato di esperti scelti fra operatori di economia sociale e circolare. Obiettivo: valutare l’impatto socio-economico della crisi legata al Covid-19 e il grado di fiducia in una possibile ripresa basata sullo sviluppo sostenibile. Il risultato evidenzia che «Le competenze verdi si confermano abilità con un altissimo potenziale occupazionale, e non solo per “addetti ai lavori”: tra le professioni chiamate ad affinare le abilità green, cuochi, gestori di bed and breakfast e agriturismi, addetti all’assistenza e alla sorveglianza di adulti e bambini, ma anche falegnami, fabbri, estetisti e webmaster. Tutte figure che mostrano un elevato Indice Green, percentuale che misura il potenziale di risparmio energetico e sostenibilità ambientale della singola professione. Nel 2019, il 78,8% delle imprese italiane ha richiesto competenze green, non solo a chi possiede un titolo universitario (83,1%), ma anche a neodiplomati (78,1%) e a chi si affaccia al mondo del lavoro subito dopo le scuole dell’obbligo (79,8%). Dati, questi, che dovranno scontrarsi con le 422mila unità lavorative in meno previste da UnionCamere per effetto del Covid-19, che includono 190mila unità di lavoratori indipendenti e 232mila dipendenti privati».

Gli intervistati ritengono che i green jobs cresceranno nel prossimo anno quasi dell’8%,  per arrivare  al 26,4% nei prossimi 5 anni. La riparazione e il recupero di beni sono percepiti come i settori e i temi che avranno maggiore possibilità di sviluppo nel prossimo futuro.  Anche il settore del riuso ha una sua fondamentale importanza, se si considera l’aumento sia di franchising che di piccole attività che puntano sul mercato della “‘seconda mano”. Secondo l’Osservatorio Second Hand Economy, il valore generato dalla compravendita dell’usato in Italia è pari a 23 miliardi di euro.

Nonostante l’indagine di Legambiente e Green Factor sia stata svolta proprio nel periodo di lockdown, quindi con le evidenti limitazioni nello svolgimento di molte professioni e con la stragrande maggioranza delle piccole e microimprese ferme,  da una rilevazione su un gruppo selezionato di esperti scelti fra operatori di economia sociale e circolare, per iniziare a stimare l’impatto socio-economico della crisi sanitaria determinata dal Covid-19, è emerso che la crisi sanitaria è percepita come un problema per il 42% dei casi, ma rappresenta, allo stesso tempo, l’occasione per costruire un nuovo paradigma occupazionale più sostenibile nel 61% dei casi. Solo il 9% ritiene l’epidemia ininfluente e pensa che le cose torneranno come erano prima.

Lorenzo Barucca, responsabile nazionale di economia civile di Legambiente, conclude: «Possiamo e dobbiamo immaginare che il mercato del lavoro abbia sempre più bisogno di competenze verdi. Lo confermano i numeri. L’economia e i processi circolari rappresentano la direttrice sulla quale è possibile innervare percorsi economici civili per generare posizioni lavorative e includere persone in condizioni di marginalità. Crediamo che la strada dell’inclusione circolare possa rappresentare una sana ricetta di sviluppo economico che guarda al rilancio in chiave green di settori strategici per il Paese tra cui turismo, mobilità, ristorazione, energia e rifiuti».

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