I più colpiti sono i giovani: il tasso di occupazione scende 22 volte tanto quello degli over50

Istat, crolla il lavoro in Italia. Ma il Reddito di emergenza rischia di non arrivare ai più fragili

ForumDD e ASviS: «Le procedure previste per farne richiesta e l’assenza di una campagna di comunicazione mirata rischiano di escludere dal sostegno proprio i più deboli»

[3 Giugno 2020]

Il lavoro crolla sotto i colpi della pandemia: i dati Istat pubblicati oggi e relativi ad aprile mostrano «una marcata diminuzione» che si manifesta in molti modi. La diminuzione dell’occupazione (-1,2% pari a -274mila unità) è generalizzata e di un’intensità mai vista negli ultimi decenni, e se il tasso di disoccupazione scende al 6,3% è soprattutto perché aumenta di 746mila unità il numero degli inattivi, ovvero di chi un lavoro rinuncia a cercarlo.

«Ma è depurando dalla componente demografica che si coglie l’impatto forte sui giovani con gli occupati che calano del 4,4% rispetto a uno 0,2% degli over 50», sottolinea il presidente della fondazione Adapt Francesco Seghezzi. Un crollo 22 volte più intenso per gli unde35, ancora una volta i più in difficoltà a causa delle ormai periodiche crisi economiche.

Ma l’emergenza è generale e i pur corposi interventi messi finora in campo dal Governo rischiano di non essere sufficienti, e soprattutto di non cogliere il bersaglio, come evidenziano il Forum Disuguaglianze e Diversità, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) e Cristiano Gori, che hanno analizzato le differenze tra il Reddito di emergenza (Rem) proposto dall’esecutivo a fine marzo con quello inserita nel decreto Rilancio.

Un decreto da 55 miliardi di euro dove il Rem «assorbe complessivamente 954 milioni di euro, e riguarderà 2 milioni e 16mila persone in condizioni di grave difficoltà, di cui oltre la metà residenti nel Centro e nel Nord». Ma i problemi non stanno solo nel finanziamento complessivo della misura, quanto anche nelle modalità di erogazione.

I limiti principali messi in evidenza da ForumDD e ASviS riguardano le procedure previste per farne richiesta e l’assenza di una campagna di comunicazione mirata, che «rischiano di escludere dal sostegno proprio i più deboli».

«In particolare, la necessità di comunicare l’Isee per presentare la domanda per il Rem (non prevista nella proposta ForumDD-ASviS-Gori), potrebbe scoraggiare le persone che oggi sono fuori dalla rete del welfare pubblico e rendere la misura meno accessibile per i lavoratori del sommerso, per i quali non è prevista una strategia di “aggancio” con la prospettiva di regolarizzazione. Inoltre, la frammentazione delle misure e la compresenza del Reddito di cittadinanza e del Reddito di emergenza, senza un’adeguata campagna informativa mirata, renderà difficile per molti sapere se si rientra o meno tra gli aventi diritto al Rem. Il raggiungimento di tutti i possibili beneficiari dipenderà molto anche dal lavoro di accompagnamento sui territori di enti locali, associazioni e altri soggetti del terzo settore. Infine, è rimasta inesaudita la richiesta di uniformare la durata del Rem a quella di altre prestazioni straordinarie di tutela del reddito. Sebbene gli importi mensili del Rem siano assimilabili a quelli del Reddito di cittadinanza, le due mensilità previste, indipendentemente dalle caratteristiche della misura e dei correttivi che potranno risultare utili dal monitoraggio della sua applicazione, appaiono limitati a un arco temporale troppo breve per rispondere alle necessità fondamentali della popolazione interessata».

Da qui il timore di non riuscire a sostenere la parte della popolazione economicamente più fragile. «Nelle prossime settimane – concludono – sarà necessario monitorare non solo l’attuazione della misura nei territori, ma anche le condizioni delle persone e delle famiglie alle quali è rivolta. Ciò anche allo scopo di identificare possibili azioni finalizzate ad aiutare gli utenti del Rem a beneficiare di sostegni di natura non monetaria (formazione, assistenza per i minori, lotta alla povertà educativa, ecc.) oppure a usufruire di altri strumenti di sostegno».

L. A.