La geotermia cilena fa bene all’economia italiana

[4 Settembre 2015]

Abbiamo già parlato recentemente dell’accordo raggiunto tra Enel Green Power ed Empresa Nacional del Petróleo (ENAP), la società statale cilena attiva nel settore degli idrocarburi, per la costruzione di Cerro Pabellón, il primo impianto geotermico di tutto il Sud America e che sarà anche il primo al mondo costruito a 4.500 metri sopra il livello del mare. La centrale sarà composta da due unità da 24 MW per una capacità installata totale lorda di 48 MW. Cerro Pabellón, una volta in esercizio, sarà in grado di generare circa 340 GWh all’anno, equivalenti al fabbisogno annuale di quasi 165mila famiglie cilene, evitando al contempo l’immissione in atmosfera di oltre 166 mila tonnellate di CO2 all’anno. L’investimento complessivo richiesto è di circa 320 milioni di dollari. La centrale implementa un progetto il cui know how è stato sviluppato in Toscana, nelle aree geotermiche comprese tra le province di Pisa, Siena e Grosseto.

Per la realizzazione dell’opera, EGP si sta avvalendo della collaborazione di alcune imprese italiane, con importanti ricadute, economico/occupazionali, sul nostro intero “sistema Paese”. Tra queste aziende troviamo Sintecnica, società di ingegneria con sede a Cecina che dovrà progettare le opere civili, dopo l’esperienza acquisita sul Monte Amiata con il nuovissimo impianto di Bagnore 4.

Un’altra importante commessa è stata aggiudicata al Gruppo Trevi di Cesena, la cui divisione Petreven ha firmato un nuovo contratto da 40 milioni di dollari della durata di 34 mesi, per la fornitura di servizi di perforazione. L’impianto che verrà utilizzato è realizzato dalla Drillmec e, spiegano alla Trevi, “fa parte dell’innovativa serie HH con tecnologia idraulica che meglio si adatta ai lavori di questo tipo”. Ovviamente siamo ancora alla fase iniziale dello sviluppo del progetto di costruzione della centrale e non è escluso che l’elenco delle imprese italiane coinvolte vada crescendo. O almeno ce lo auguriamo.