La geotermia toscana tra le 100 migliori Italian energy stories

[25 Novembre 2015]

«Uno dei fronti più interessanti nel mondo delle energie rinnovabili è quello dove più fonti diverse si incontrano. Come nel caso della centrale Enel Green Power “Cornia 2” in Toscana: prima al mondo a mettere insieme biomasse e geotermia, per ottenere 30 GWh l’anno di energia elettrica. A renderlo possibile è la caldaia realizzata da Pensotti Fabbrica Caldaie Legnano, azienda del gruppo Sices spa, specializzata in generatori di vapore come caldaie a fuoco, caldaie a recupero a valle di turbogas e caldaie per produzione energetica da rifiuti e biomasse». Questa che pone l’accento sull’impianto “Cornia 2” nel Comune di Castelnuovo Val di Cecina (il primo al mondo nel suo genere), è una delle “100 Italian energy stories“, raccolte da Enel e Fondazione Symbola alla vigilia della Cop 21 di Parigi per raccontare «un Paese che, nonostante limiti e problemi antichi, è all’avanguardia in tanti settori e, in particolare, in quello energetico».

La sfida del clima si vince con innovazione, efficienza, energia pulita e green economy; nonostante rimanga molto da migliorare, e pur facendo fronte ai frequenti passi indietro da parte del governo e di altri attori istituzionali (non a caso nel 2014 il mercato interno delle rinnovabili italiane ha patito un crollo del 71% negli investimenti), il nostro Paese ha ancora oggi la leadership mondiale per contributo del fotovoltaico nel mix elettrico nazionale (7,9%), ed  primo tra i grandi paesi dell’Ue, a pari merito con la Spagna, per quota di energia rinnovabile nella produzione elettrica.

In questo contesto, se l’Italia è universalmente riconosciuta come leader in ambito geotermico, l’apporto fondamentale viene dalla Toscana. «La geotermia da sempre parla italiano – si ricorda infatti in un’altra delle 100 Italian Energy stories – È toscano il primo impianto geotermico al mondo per generare energia elettrica, avviato all’inizio del XX secolo da un esperimento (riuscì ad accendere alcune lampadine) del principe Piero Ginori Conti. Oggi si deve all’Italia circa l’8% dell’energia elettrica da geotermia prodotta nel mondo. Tra i protagonisti italiani, il dipartimento di Energia del Politecnico di Milano, che ha ideato una soluzione per sfruttare in modo efficiente anche fonti a temperatura più bassa di quelle standard (di solito tra 180 e 370 °C). In questi casi per azionare la turbina che genera elettricità, non potendo usare l’acqua, si usano impianti cosiddetti binari: l’acqua, attraverso uno scambiatore di calore, vaporizza un fluido che bolle a temperatura più bassa». Una geotermia a bassissima, bassa e infine media entalpia che caratterizza già oggi il nostro territorio e ancor più lo farà nel prossimo futuro.