Le Accademie delle scienze europee: «L’approccio Ue a cibo, agricoltura e ambiente non è sostenibile»

I responsabili politici dell'Ue devono affrontare gli impatti negativi dei cambiamenti climatici sui sistemi alimentari e incoraggiare diete sane e sostenibili dal punto di vista ambientale

[30 Aprile 2018]

Presentando il  rapporto , “Opportunities and Challenges for Research on Food and Nutrition Security and Agriculture in Europe” al Palais des Académies di Bruxelles, le European national science academies . Science advisori Council (Ea-Sac) e InterAcademy Partnership (Iap) hanno chiesto ai responsabili politici europei di «Ripensare con urgenza il loro approccio al cibo e all’agricoltura» con un «food systems approach».

Le Accademie scientifiche nazionali dell’Ue – delle quali fa parte anche l’Accademia dei Lincei –  affermano che «L’attuale approccio politico silente nei confronti di cibo, agricoltura, cambiamenti climatici e salute – sia a livello dell’Ue che a livello degli Stati membri – non è la strada da seguire, in particolare se si vogliono raggiungere obiettivi ambiziosi come l’Accordo di Parigi. Un approccio integrato ai sistemi alimentari comprende tutte le fasi coinvolte dalla crescita fino alla trasformazione, al trasporto, al commercio, all’acquisto e consumo di cibo ed evitando gli sprechi».

Per Joachim von Braun, co.presidente del progetto Iap  food and agriculture, direttore del Zentrum für Entwicklungsforschung e professore di cambiamento economico e tecnologico all’università di Bonn, «Un approccio food systems è fondamentale per affrontare alcuni dei problemi più urgenti dei nostri giorni, come il cambiamento climatico, l’uso sostenibile di terra e acqua, lo spreco alimentare e, naturalmente, la salute umana. Ciò richiede iniziative scientifiche trasversali a tutte le discipline, adattate alla complessità dei sistemi alimentari da parte sia dell’Ue che degli Stati membri».

Le accademie scientifiche nazionali di tutta l’Ue, della Norvegia e della Svizzera dicono che per migliorare rapidamente c’è bisogno di  «Coerenza politica e di un più alto livello di ambizione politica,  se l’Europa vuole aprire la strada alla lotta contro la cattiva alimentazione, i cambiamenti climatici e la riduzione degli sprechi alimentari». Gli autori del rapporto sottolineano che «Mentre l’agricoltura – e in particolare la politica agricola comune – ha un ruolo fondamentale da svolgere, i responsabili politici non possono basarsi esclusivamente sui cambiamenti della produzione agricola per affrontare questi problemi urgenti: deve cambiare anche il comportamento dei consumatori».

Per l’Ea-Sac, «Sta diventando sempre più chiaro che i cambiamenti climatici avranno impatti negativi sui sistemi alimentari, rendendo necessaria l’introduzione di un’agricoltura intelligente dal punto di vista climatico (come l’adozione di innovazioni per la coltivazione delle piante per far fronte alla siccità), ma anche che l’agricoltura stessa contribuisce in modo sostanziale al cambiamento climatico. La mitigazione di questo contributo dipende dai climate-smart food systems (come le pratiche di gestione del territorio e agronomica) e dagli sforzi per influenzare i comportamenti dei consumatori legati  alle eccessive emissioni agricole di gas serra, in particolare gli sprechi alimentari e l’elevato consumo di carne».

Se  le modifiche alle pratiche di gestione del bestiame potrebbero contribuire alla mitigazione dei gas serra, aggiustamenti più significativi richiederanno un cambiamento della domanda di prodotti zootecnici da parte dei consumatori. »Inoltre – fa notare il rapporto – in Europa ci sono sempre più possibilità di utilizzare fonti proteiche alternative, per esempio insetti e fonti sostitutive come la carne da cellule coltivate e le proteine ​​alternative. Queste nuove possibilità dovrebbero far parte della Food 2030 agenda».

Le accademie delle scienze europee sono convinte che «Cambiare il consumo può portare benefici alla salute e alle emissioni di gas serra. L’adeguamento dei modelli di consumo porterà benefici per la salute pubblica in quelle popolazioni che consumano già grandi quantità di cibo da fonti animali, come le persone che vivono in Europa. Il consumo di carne e latticini dei Paesi ad alto reddito deve essere modificato per evitare un consumo eccessivo, mentre nei Paesi in via di sviluppo è necessario incrementare le diete più sane». Secondo una recente stima, adottando gi orientamenti dell’Organizzazione mondiale della sanità per  diete sane potrebbe ridurre entro il 2050 la mortalità globale fino al 10% e le emissioni di gas serra fino al 70%. In tutta Europa obesità e sottonutrizione restano problemi gravi per la salute pubblica e il rapporto richiede anche «Una migliore comprensione dei driver delle scelte alimentari, della domanda dei consumatori e di come informare e modificare il comportamento, compresa l’accettazione di alimenti innovativi e di diete innovative». Inoltre, «I policy-makers devono stabilire un qualche incentivo di prezzo per il consumo di diete ipercaloriche e introdurre nuovi incentivi per un’alimentazione sana».

Oltre alle modificare i modelli di consumo, per il futuro del cibo in Europa resta fondamentale l’utilizzo delle più recenti pratiche e tecnologie agricole che potrebbero servire alla sostenibilità. Von Braun sottolinea: «Poiché la malnutrizione rimane un enorme problema globale e negli ultimi anni la fame globale è nuovamente aumentata, la politica scientifica dell’Ue su cibo, nutrizione e agricoltura deve avere una visione internazionale. Se condivise in partenership scientifiche, le innovazioni in questo campo in Europa possono avere ampi impatti positivi in ​​altre parti del mondo. Altri temi della promettente scienza collaborativa internazionale sono la sicurezza alimentare e le diete salutari».

Le accademie scientifiche nazionali invitano i responsabili politici europei a «Non ostacolare la tecnologia, compresi i prodotti basati sulle innovazioni della genomica. Inoltre, ampi dataset  basati su una metodologia comparabile e verificabile, sono uno strumento vitale per supportare l’innovazione in tutto il sistema alimentare e per prepararsi al rischio e all’incertezza. Per le aziende agricole europee, sarà importante l’agricoltura di precisione, comprese le macchine agricole autonome, l’acquaponica (combinazione di coltura idroponica e piscicoltura) e l’uso di smart phone (imaging iperspettrale) per rilevare parassiti e malattie e parassiti dei pesci nell’acquacoltura». Per tutti gli argomenti trattati nel rapporto, l’Ea-Sac chiede «Una migliore integrazione della ricerca e dell’innovazione« e aggiunge che «L’Ue deve essere più ambiziosa nel capitalizzare le opportunità scientifiche».

Volker ter Meulen, copresidente del progetto Iap su cibo e agricoltura, past president della Deutsche Akademie der Naturforscher Leopoldina e presidente della InterAcademy Partnership, evidenzia che «Questo rapporto fa parte di un progetto più ampio che coinvolge 130 accademie scientifiche in tutto il mondo. L’approccio dell’Europa al cibo, all’agricoltura e all’ambiente è cruciale perché le azioni dell’Europa hanno un impatto sugli altri in tutto il mondo. Lo status quo in Europa su cibo e agricoltura – che ha enormi implicazioni per il cambiamento climatico e la salute – non è sostenibile. Speriamo che questo progetto aiuti a cambiare lo status quo su questi temi, contribuendo anche a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici in Europa e nel mondo».

Robin Fears, direttore del programma Ea-Sac per le scienze biologiche, conclude: «L’agricoltura climate-smart da sola non può raggiungere gli obiettivi  per le emissioni di gas serra, sebbene le emissioni di gas serra dell’agricoltura globale possano essere mitigate in modo limitato dall’intensificazione. Per avere davvero un impatto sulla salute e sui cambiamenti climatici, dobbiamo assistere a cambiamenti nei modelli di consumo. Le scienze agricole svolgono un ruolo chiave per la competitività europea e le accademie scientifiche nazionali sollecitano un riequilibrio degli impegni: spostare le voci di bilancio dai sussidi agricoli all’innovazione nella riforma in corso della PAC. Food 2030 è un’importante iniziativa della direzione generale ricerca e innovazione della Commissione europea. Ma è necessaria una maggiore – e più forte – collaborazione tra le altre Direzioni generali competenti e negli Stati membri per garantire che i responsabili politici affrontino in modo coerente sia le questioni della salute che i cambiamenti climatici».