L’agenda ambientale interroga la politica

L’ecologia integrale di Papa Francesco è una lotta contro il riduzionismo

Ronchi: «La pura crescita economia non risolve questa crisi, serve una conversione ecologica»

[26 Ottobre 2020]

Si è chiusa la due giorni su “L’agenda ambientale interroga la politica”, l’evento di formazione per giornalisti e non solo organizzato a Roma (venerdì 23 ottobre) e a Montefiascone-Viterbo (sabato 24 ottobre) da Greenaccord e da “Associazione Rocca dei Papi per un’ecologia integrale”, che si è focalizzata attorno a un quesito centrale, riassunto dal presidente di Greenaccord Alfonso Cauteruccio: «Può la Laudato si’ diventare elemento aggregatore per un movimento che possa cambiare radicalmente il modo di far politica? Può essere una lente con cui leggere la realtà odierna e i bisogni?».

«L’enciclica di papa Francesco – ha esordito padre Giacomo Costa, direttore del mensile dei Gesuiti Aggiornamenti Sociali – consta di sei articoli, ciascuno con un suo approccio disciplinare, ma il tema cruciale è il difficile rapporto fra politica ed economia. Ma anche la politica deve cambiare, non deve più focalizzarsi sul risultato immediato. Abbiamo bisogno di una visione ampia e di un approccio integrale, che lotti contro qualsiasi riduzionismo. L’ecologia integrale di cui parla il Papa non è soltanto una preoccupazione verde, ma un approccio a tutti i sistemi complessi, una relazione tra le singole parti, ma anche fra esse e il tutto».

Ma quanto è stata introiettata dalle comunità l’idea di sostenibilità? «Da ormai sei anni, attraverso l’istituto di ricerca Eumetra, realizziamo, per conto di LifeGate, un osservatorio sugli atteggiamenti e comportamenti degli italiani legati alla sostenibilità ambientale e sociale, e i risultati sono molto incoraggianti – ha detto il sociologo e saggista Renato Mannheimer – Il 70% della popolazione oggi sa che cosa significa riscaldamento globale. Il 38% degli intervistati ritiene che l’impegno ambientale e sociale sia prioritario, tra i giovani esso raggiunge il 44%. Per il 50% è importante impegnarsi nella sostenibilità. Vi è dunque un’ampia base potenziale per un impegno politico in questo senso. Ma un consenso diffuso, seppur necessario, non è sufficiente. Occorrono elementi organizzativi, di leadership, di comunicazione, e molti altri».

Al proposito Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, ha messo in evidenza che «la pura crescita economica non risolve, non è in grado di affrontare questa crisi. Serve una conversione ecologica, ovvero la capacità di trasformare una visione in stili di vita. Dalla Laudato si’ possono venire spunti importanti, ma essa non è compatibile con le politiche di breve respiro».

E sulla politica è stata incentrata la relazione di Ernesto Preziosi, già vice presidente nazionale Azione Cattolica: «La Chiesa può denunciare una situazione di estrema gravità, può sensibilizzare le coscienze, ma non ha strumenti per intervenire. Solo la politica può svolgere un ruolo a beneficio di quanti abitano oggi il pianeta e di coloro che lo abiteranno domani. Occorre un sistema normativo che stabilisca limiti sicuri, che agisca sul piano internazionale, che abbia la forza di fermare il potere, in qualche modo occulto, che viene dalle tecno economie e dagli ambienti finanziari. Lo stesso paradigma economico deve affrancarsi dal capitalismo finanziario. I livelli di intervento sono molteplici: da un indispensabile buon senso mondiale che passa per i vertici internazionali, alle politiche nazionali e locali, e alla stessa democrazia dal basso».