Federesco e Rete Irene sul post-Covid-19: preparare l’Italia a complicati e gravi scenari, per l’immediato futuro e anche per i mesi successivi

L’energia e l’edilizia italiane al tempo del coronavirus

Affrontare la crisi economica puntando sulla sostenibilità ambientale

[27 Marzo 2020]

La Federazione Nazionale delle Esco (Associazione Federesco) ricorda che «Sono molti gli studi scientifici che evidenziano come l’inquinamento dell’aria sia da considerarsi tra i fattori aggravanti nella diffusione del virus, che si è dimostrato particolarmente aggressivo proprio in Val Padana, dove i livelli di polveri sottili ha superato più volte il limite consentito dalla legge». Per questo Federesco, un’associazione che riunisce gli operatori pubblici e privati e la cittadinanza e che ha tra i suoi scopi proprio quello della riduzione dell’inquinamento da fonti fossili e la promozione e la cultura del risparmio energetico, «Ritiene utile, in questo tragico momento, rafforzare il suo impegno per incalzare il Governo e i Governi che si susseguiranno, a perseguire politiche più severe per la salvaguardia dell’ambiente, per favorire lo sviluppo economico, trasformando i problemi ambientali e climatici in opportunità in tutti gli ambiti e rendendo la transizione giusta e inclusiva per tutti. I più recenti studi confermano infatti che un forte impulso a uno sviluppo sostenibile porterebbe a una attivazione di circa 200 miliardi di Euro d’investimenti con oltre 700 Miliardi di Euro di aumento della produzione, e 250 Miliardi di Euro di valore Aggiunto, generando circa 900.000 nuovi posti di lavoro in cinque anni. Queste stime rappresentano un segnale di speranza per un Paese che si troverà ad affrontare una delle più gravi crisi economiche di sempre, una volta terminata l’emergenza».

Claudio G. Ferrari, presidente di Federesco ha evidenziato che «Secondo quanto dichiarato a dicembre dalla Presidente della UE Ursula von der Leyen, il Green Deal è la nuova strategia per la crescita da adottare in Europa, per aiutare la nostra economia ad assumere la leadership a livello mondiale, per il bene del pianeta e delle sue forme di vita. In questo periodo di grandi sfide per tutto il mondo, salvaguardare il patrimonio naturale europeo, la biodiversità, le foreste e i mari non è soltanto importante ma è fondamentale per consegnare ai nostri figli un futuro più sostenibile, sia dal punto di vista economico che ambientale».

Antonio Vrenna, vicepresidente di Federesco aggiunge: «Per ripartire più forti di prima, attuando un vero sviluppo sostenibile, riteniamo doveroso che il Governo incentivi tutte le iniziative volte a raggiungere una maggiore efficienza energetica nelle case, nelle scuole e negli uffici, occupandosi anche di dare un forte impulso alle energie rinnovabili, ridurre lo spreco di risorse e velocizzare il cambiamento verso l’economia circolare, porre una maggiore enfasi sulla rigenerazione urbana e sulla mobilità sostenibile, eliminare le regalie ai petrolieri e, infine, incentivare le best practice e rendere strutturali l’Ecobonus/Sisma Bonus, nonché sburocratizzare i comparti produttivi»,

Anche Rete Irene ha le stesse preoccupazioni ed è sulla stessa linea e sottolinea un altro aspetto: «Il settore dell’edilizia, a causa di una pluralità di fattori ben noti e che non occorre ora ripercorrere, è particolarmente vulnerabile. Contemporaneamente però, soprattutto nel suo segmento dedicato alla riqualificazione del patrimonio immobiliare, si presenta come uno straordinario strumento di trasmissione degli investimenti, sostegno delle famiglie, realizzazione degli obiettivi di tutela ambientale che, mai come ora, mostrano le proprie correlazioni con quelli della tutela della salute umana. Il meccanismo degli incentivi all’edilizia finalizzati al sostegno della riqualificazione energetica e della messa in sicurezza degli edifici ha cominciato a mostrare le proprie potenzialità di sviluppo da quando lo strumento della cessione dei crediti d’imposta è uscito dalla propria fase di gestazione e sperimentazione. Ma, nella sua applicazione pratica, ha mostrato anche il suo più grave limite, connesso alla sua sostenibilità finanziaria per un sistema di imprese afflitto da un decennio di crisi, marginalità compressa e flussi di cassa fragili».

Secondo Rete Irene «E’ venuto il momento di agire, per far sì che le imprese sopravvivano alla tempesta in atto e siano pronte a ripartire con slancio quando l’emergenza sanitaria sarà superata, contribuendo con forza al recupero della perdita di valore che questo periodo terribile infliggerà all’economia complessiva».

Per questo Rete Irene, da anni inserita nel settore della riqualificazione energetica degli edifici, si fa promotrice di un’azione immediata applicabile su due fronti, con alcuni provvedimenti amministrativi di facile attuazione.

Virginio Trivella, coordinatore del comitato tecnico scientifico di Rete Irene spiega che «Fin da subito, bisogna rendere disponibili i crediti d’imposta ceduti dagli aventi titolo alle imprese. Il termine del 10 marzo indicato dall’Agenzia delle entrate è stato disatteso, così come la sua protrazione al 20 marzo, pregiudicando la continuità dei flussi finanziari nella filiera. L’immediata attivazione del meccanismo, anche nelle more della proroga del termine concesso agli amministratori condominiali per la comunicazione delle cessioni, consentirebbe di contrastare, senza alcun impegno aggiuntivo per la fiscalità generale, la devastante interruzione dei pagamenti che si sta verificando in queste settimane. Per il prossimo futuro, occorre invece modificare le procedure di cessione dei crediti d’imposta, con la finalità di renderne molto più veloce l’attuazione, consentendo in particolare le cessioni infra-annuali in relazione a tutti gli interventi, inclusi quelli condominiali. Si eliminerebbe, in questo modo e anche qui senza alcun impegno aggiuntivo per la fiscalità generale, la principale restrizione che impedisce a una quantità vastissima di attività di essere avviate».

Manuel Castoldi, presidente di Rete Irene, conclude: «In quanto gruppo di aziende impegnato quotidianamente nella riqualificazione energetica degli edifici e da sempre a stretto contatto con il mercato e con le Istituzioni, abbiamo voluto esporre e condividere questa riflessione. Un provvedimento immediato può  conferire al nostro settore il dinamismo necessario per massimizzare la sua capacità di ripresa, il suo sostegno al recupero dell’economia del Paese e all’accelerazione delle politiche di tutela dell’ambiente e della salute. In questo duro periodo che sta attanagliando tutto il nostro Paese, colpendo anche chi è più vicino a noi, capiamo benissimo che è dura fare ragionamenti di ampio respiro che vanno oltre l’emergenza sanitaria in corso. Tuttavia, riteniamo doveroso riflettere sul futuro, anche quello che ora ci sembra un miraggio, proprio per non lasciare che il nostro Paese venga colpito da una seconda drammatica crisi nazionale. L’impegno della società civile in questo senso deve essere forte e coeso. Tutti compatti dobbiamo pensare da subito ai primi 100 giorni dalla ripresa: saranno giorni cruciali per il sostegno e lo sviluppo delle attività economiche, tutte e nessuna esclusa. Questo impegno deve essere portato avanti dall’unione tra imprese e Politica, servendosi di misure decisamente straordinarie ma altrettanto efficaci».