Laporta (Ispra): «Puntiamo sulla costruzione di rapporto di fiducia con cittadini, con comunicazioni chiare e puntuali»

L’industria della carta non riesce ad aumentare il riciclo: mancano gli impianti per gli scarti

Marchi (Assocarta): «Progetti concreti di economia circolare diventano ostaggi di una burocrazia senza un fine»

[18 Giugno 2019]

L’industria della carta italiana rappresenta a tutti gli effetti un’importante fetta dell’economia circolare nazionale: la produzione 2018 ammonta infatti a 9 milioni di tonnellate – al quarto posto in Europa –, con un tasso di circolarità dato dal rapporto tra materie prime secondarie e produzione di carta pari al 57%, un dato che sale all’80% nel comparto degli imballaggi. Nonostante le buone performance raccolte, Assocarta – nel corso dell’assemblea annuale in corso a Roma, dove sono intervenuti anche i presidenti di Ispra, Legambiente e Gse – denuncia le grandi difficoltà del settore a migliorare ancora: «È inconcepibile raccontare che l’Italia è pur sempre il secondo Paese manifatturiero in Europa e poi, di fatto, bloccare gli investimenti – dichiara il presidente di Assocarta Girolamo Marchi – Progetti concreti di economia circolare diventano ostaggi di una burocrazia senza un fine. Non solo non si riescono a recuperare gli scarti del riciclo, ma neanche ad aumentare il riciclo della carta. Non siamo nelle sabbie mobili… ma nelle sabbie immobili».

Non si tratta solo di percezioni, e i numeri stanno lì a dimostrarlo: nei primi 3 mesi del 2019 calano la produzione (-2%) e il fatturato (-2,2%) rispetto ai buoni livelli dello stesso periodo 2018. «Il settore cartario che in passato è riuscito a contenere gli effetti della crisi e che sta cercando di costruire delle strategie di rilancio si trova a combattere contro il più alto costo del gas e la mancanza di impianti di recupero per la gestione degli scarti del riciclo», spiega Marchi.

L’industria della carta è energivora e utilizza il gas con prezzi superiori del 15% a quello dei concorrenti esteri, gravato dalle componenti parafiscali che via via aumentano. Recuperare energia dagli scarti del riciclo come il pulper permetterebbe di ridurre il consumo di combustibili fossili e chiudere il cerchio della filiera, ma gli impianti sul territorio non ci sono. Per questo da Assocarta ritengono urgente l’adozione di «misure concrete per recuperare gli scarti del riciclo, quale una cabina di regia tra amministrazioni e ministeri competenti e l’obbligo di considerare gli stessi nella programmazione territoriale in quanto rifiuti del tutto assimilabili a quelli urbani sotto il profilo tecnologico, e il prossimo varo di un EoW (End of waste) carta che migliori l’attuale sistema materie prime secondarie».

Uno stallo da superare anche grazie a una maggiore e soprattutto migliore comunicazione ambientale: «Puntiamo sulla costruzione di rapporto di fiducia con cittadini, con comunicazioni chiare e puntuali – argomenta il presidente Ispra Stefano Laporta – Chiedo a tutti voi di aumentare i canali di comunicazione e le informazioni, senza le quali le nostre attività e conoscenze non arrivano ai cittadini».