Lavoro, l’Italia è il penultimo Paese dell’Unione europea per tasso d’occupazione

Stessa posizione anche per il gap del lavoro femminile. Peggio di noi solo Grecia e Malta

[26 Aprile 2016]

Eurostat ha appena aggiornato i dati relativi all’andamento del tasso d’occupazione sul territorio europeo, mostrando il gap che ancora separa l’Unione dal target fissato per il 2020: l’innalzamento al 75% del tasso di occupazione per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni.

Ad oggi, soltanto quattro Paesi hanno già tagliato il traguardo: Germania, Estonia, Lituania e Svezia, tutti appartenenti al Nord del continente. Grecia, Italia, Croazia e Spagna, tutti paesi mediterranei, rappresentano il rovescio della medaglia in questa particolare classifica, che vede il nostro Paese come penultimo come tasso di occupazione (al 60,5%) davanti alla Grecia.

Vista l’ampiezza della fascia d’età considerata, 20-64 anni, ovviamente il tasso d’occupazione risulta molto diverso a seconda dei sottogruppi considerati. In tutta Europa, e non solo in Italia il tasso d’occupazione nella fascia d’età 55-64 anni è continuamente cresciuto negli ultimi anni (come da obiettivo Ue, d’altronde), dal 38,4% del 2002 al 53,3% nel 2015.

Performance eterogenee si riscontrano anche esaminando il tasso d’occupazione per genere: il gap tra uomini e donne varia considerevolmente tra i vari stati membri, risultando assai ridotto in Finlandia, Lituania, Lettonia e Svezia e – al contrario – particolarmente elevato in Malta, Italia, Grecia e Romania. Anche in questo caso l’Italia registra la seconda peggiore performance a livello europeo, con un gap di 20 punti percentuali esatti.

Si tratta di una pessima performance, che incide naturalmente anche sul totale della partecipazione al lavoro: in un’interessante valutazione nel merito, la Banca d’Italia stima che portare l’occupazione femminile al 60% produrrebbe per l’Italia un incremento del 7% per il Pil. Ad oggi però questa rimane ferma al 50,6%, schiacciando ulteriormente verso il basso il tasso d’occupazione totale, che secondo l’Ue dovrebbe raggiungere quota 75% (comunque ben lontana da un target di piena occupazione) al 2020. Un obiettivo questo, ricordiamo, individuato all’interno della Strategia Europa 2020, proprio come quelli relativi all’abbattimento dell’emissione di gas serra o il contributo delle energie rinnovabili all’approvvigionamento comunitario. Purtroppo però, tali obiettivi teorici continuano a essere subordinati ad altri, come quelli contenuti nel Patto di stabilità e crescita che vincolano il continente all’austerità: paradossalmente per un Paese sono previste sanzioni se il rapporto tra deficit pubblico e Pil sfora il 3%, ma non ve ne sono se il tasso d’occupazione precipita.

L. A.