Per la ripresa post-Covid la risposta sta nell’economia verde

Dagli Stati generali della green economy le proposte per risollevare l’economia nazionale e al contempo attivare uno sviluppo che sia capace di durare nel tempo

[3 Novembre 2020]

L’ennesima crisi economica, stavolta legata a doppio filo con quella ambientale – il coronavirus Sars-Cov-2 è il risultato di uno spill-over, un salto di specie sempre più dietro l’angolo a causa del nostro atteggiamento predatorio verso la biodiversità – ha messo in crisi il sistema di “sviluppo” globale e reso più urgente che mai un quesito che ci trasciniamo dietro da decenni: come rendere realizzare un progresso che sia davvero sostenibile, ovvero in grado di durare nel tempo?

Gli Stati generali della green economy, in corso – in versione digitale – nell’ambito di Ecomondo-Keyenergy per provare a rispondere hanno scelto un approccio pragmatico: un pacchetto di misure in cinque settori strategici della green economy (energia e clima, economia circolare, green city e territorio, mobilità urbana, sistema agroalimentare) che siano in grado di attivare uno sviluppo durevole, una ripresa degli investimenti e dell’occupazione e dare una risposta rapida alla crisi climatica, utilizzando le risorse messe a disposizione di Next Generation EU.

«Il Green deal – spiega Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – si conferma la via per una più forte e duratura ripresa in Italia perché valorizza le sue migliori potenzialità e in questa direzione dovrebbero essere indirizzati i fondi di Next Generation EU. Utilizzare ora bene queste risorse per arrivare alla neutralità carbonica entro il 2050, significa evitare che, dopo la crisi epidemica da Covid-19, si debba affrontare un’altra grave crisi globale: quella del cambiamento climatico».

Le proposte, approvate dal Consiglio nazionale della green economy – composto da un pool di 69 organizzazioni d’impresa – hanno un duplice scopo: contribuire a tradurre le potenzialità del nuovo contesto in proposte di misure per lo sviluppo degli investimenti per la green economy da attuare nel breve termine per la ripresa dell’economia italiana; consolidare un quadro di riferimento per le riforme necessarie per un salto di qualità nello sviluppo della green economy in Italia. Di seguito una sintesi:

Energia e clima – Si punta a indirizzare i finanziamenti europei di Next Generation EU a supporto dei processi di innovazione tecnologica per la produzione di idrogeno verde, per potenziare – sia con nuovi impianti sia migliorando la capacità esistente – produzione, distribuzione, stoccaggio e uso di fonti rinnovabili di energia e miglioramenti dell’efficienza energetica. Le proposte mirano ad esempio a sostenere un utilizzo esteso dell’ecobonus 110%, da estendere fino al 2024, applicare criteri climatici stringenti per indirizzare gli investimenti, a introdurre una graduale carbon tax per i settori non coperti dal meccanismo europeo dell’Ets.

Economia circolare – Aumentare i finanziamenti del Piano transizione 4.0 -prorogando per un quinquennio le misure di sostegno agli investimenti delle imprese e raddoppiando sia la misura degli incentivi sia il limite degli investimenti agevolabili- per sostenere, attraverso il credito d’imposta, investimenti destinati a misure per l’economia circolare quali, ad esempio, la progettazione di prodotti che durino più a lungo e siano concepiti per essere riutilizzati, riparati o sottoposti a procedimenti di riciclo; incentivare gli investimenti per lo sviluppo della bioeconomia circolare, per l’utilizzo della biomassa locale e nazionale, per migliorare gli impianti e le tecnologie, per l’utilizzo dei sottoprodotti, il riciclo dei rifiuti in plastica, del settore edile, nonché quelli organici e dei fanghi.

Green city e territorio – Finanziare un programma nazionale di rigenerazione urbana che recuperie valorizzi aree degradate ed edifici dismessi per non consumare nuovo suolo, aumentare le infrastrutture verdi e gli spazi e adottando misure di mitigazione e di adattamento climatico. Per sostenere la ripresa in chiave green si punta inoltre ad aumentare al 30% territorio e il mare tutelati.

Mobilità urbana – Aumentare gli investimenti con l’obiettivo di potenziare il trasporto pubblico, la sharingmobility, le piste ciclabili, facendo scendere al 2030 il tasso di motorizzazione privato italiano al di sotto di 500 auto per 1.000 abitanti. E inoltre estendere gli incentivi all’elettrificazione, raggiungere entro il 2030 la quota del 25% dei consumi di energia prodotta da fonti rinnovabili nel settore dei trasporti.

Sistema agroalimentare – Incentivare la diffusione delle produzioni agricole basate sui principi dell’agroecologia che favoriscono la limitazione dell’uso di prodotti fitosanitari, l’incremento della fertilizzazione organica, la riduzione delle emissioni di gas serra, la cattura del carbonio nonché l’aumento della produzione biologica. Attivare iniziative di incentivazione fiscale per l’applicazione di modelli di business circolari nei settori della trasformazione alimentare.