Per riprendersi dalla crisi economica del Covid-19 è necessario un cambio di paradigma per clima e sviluppo

Guterres: per ridurre le disuguaglianze estreme, i governi prendano in considerazione una tassa di solidarietà o sul patrimonio

[13 Aprile 2021]

Il Financing for Development Forum and SDG Investment dell’ United Nations Economic and Social Council (ECOSOC), sta discutendo del finanziamento allo sviluppo ed è la piattaforma globale per la revisione delle iniziative sul finanziamento in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell’Onu. L’evento di quest’anno punta a promuovere le azioni prioritarie per mettere il mondo sulla buona strada per la ripresa post pandemia Covid -19 e oltre.

Aprendo il Forum, il segretario generale dell’Onu António Guterres ha sottolineato che «Il finanziamento per lo sviluppo nel contesto della pandemia di Covid-19 significa uno sforzo senza precedenti per mobilitare risorse e volontà politica.  Dall’inizio della pandemia un anno fa, nessun elemento della nostra risposta multilaterale è andato come avrebbe dovuto. Più di 3 milioni di persone hanno perso la vita. Circa 120 milioni di persone sono ricadute in condizioni di estrema povertà, mentre è stato perso l’equivalente di 255 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. Abbiamo assistito alla peggiore recessione degli ultimi 90 anni».

E Guterres ha ricordato «La crisi è tutt’altro che finita. In effetti, la velocità delle infezioni ora sta addirittura aumentando. Dobbiamo imparare le lezioni ora, se vogliamo invertire queste tendenze pericolose, prevenire ondate successive di infezione, evitare una lunga recessione globale e tornare sulla buona strada per adempiere all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e all’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. L’unità e la solidarietà salveranno vite umane e impediranno alle comunità e alle economie di sprofondare in debiti i e disfunzioni catastrofic. Promuovere un’equa risposta globale e la ripresa dalla pandemia sta mettendo alla prova il multilateralismo. Finora è un test nel quale abbiamo fallito. Lo sforzo di vaccinazione è un esempio. Da soli, 10 Paesi in tutto il mondo rappresentano circa il 75% delle vaccinazioni globali. Molti Paesi devono ancora iniziare a vaccinare i propri operatori sanitari e i cittadini più vulnerabili. Un gap globale sui vaccini minaccia la salute e il benessere di tutti. Il virus è pericoloso ovunque se si diffonde incontrollato ovunque. E, se viene interrotto un collegamento, le catene del valore globali non funzionano.  Alcuni stimano il costo globale dell’accesso ineguale e dell’accaparramento di vaccini a oltre 9 trilioni di dollari.  La stessa mancanza di solidarietà significa che alcuni Paesi hanno mobilitato pacchetti di aiuti per un valore di trilioni di dollari, mentre molti Paesi in via di sviluppo devono affrontare oneri del debito insormontabili che, se non corretti, metteranno gli SDG completamente fuori portata».

E il capo dell’Onu ha sottolineato il baratro sempre più incolmabile della disuguaglianza tra ricchi e poveri: «Anche nel 2019, prima della pandemia, 25 Paesi hanno speso di più per il loro debito che per l’istruzione, la salute e la protezione sociale messe insieme. Ora, molti governi affrontano una scelta impossibile tra il pagare il  debito o il salvataggio di vite umane. Ma in realtà, c’è solo una scelta: agire per scongiurare una crisi del debito globale. Poiché le donne e le ragazze e i gruppi più vulnerabili sono stati i più colpiti dalla pandemia, le disuguaglianze stanno crescendo anche all’interno dei Paesi. Quasi 170 milioni di bambini in tutto il mondo non vanno a scuola da un anno. Ci troviamo di fronte a una crisi dell’istruzione globale con un impatto devastante a lungo termine sugli individui e sulle loro comunità, che potrebbe contribuire alla disuguaglianza tra le  generazioni».

Ma Guterres invita a non cedere al pessimismo: «Siamo qui oggi per impostare la rotta per una risposta e un recupero equi, sostenibili e resilienti dal Covid-19. Chiedo un’azione urgente in sei aree: 1. I vaccini devono essere disponibili per tutti i Paesi che ne hanno bisogno. Dobbiamo colmare il deficit di finanziamento dello strumento COVAX. Per porre fine definitivamente alla pandemia, abbiamo bisogno di un accesso equo ai vaccini per tutti, ovunque. 2. Dobbiamo invertire il calo dei finanziamenti agevolati, anche nei Paesi a reddito medio. L’assistenza allo sviluppo è più che mai necessaria e invito i donatori e le istituzioni internazionali a intensificarla. Accolgo con favore le recenti richieste, anche da parte dell’International Monetary and Finance Committee la scorsa settimana, per una grande emissione di Special Drawing Rights e una riallocazione ai Paesi bisognosi. E questo deve davvero essere un dato di fatto. 3. Dobbiamo assicurarci che i fondi vadano dove sono più necessari. Gli ultimi rapporti indicano che nell’ultimo anno c’è stata un’impennata di 5 trilioni di dollari nella ricchezza dei più ricchi del mondo. Per ridurre le disuguaglianze estreme, esorto i governi a prendere in considerazione una tassa di solidarietà o sul patrimonio per coloro che hanno beneficiato della pandemia.  4. Dobbiamo affrontare la crisi del debito con la sospensione e la riduzione del debito e la liquidità fornita ai Paesi che ne hanno bisogno. Il sostegno del G20 per un’estensione della Debt Service Suspension Initiative  fino alla fine di quest’anno è ben accetto; ma sollecito un’ulteriore estensione nel 2022.  Sia il DSSI che il Common Framework del G20 dovrebbero essere ampliati per includere tutti i Paesi bisognosi e anche i Paesi a reddito medio. Sono molto incoraggiato dall’appello dell’IMFC a sostenere anche i Paesi a reddito medio che sono bisognosi e dove vivono oltre il 60% dei poveri del mondo. Nuovi meccanismi possono fare uso del debt swaps, del riacquisto e cancellazione del debito. Ma dobbiamo andare oltre la cancellazione del debito. Il Meeting of Heads of State and Government on the International Debt Architecture and Liquidity  che abbiamo ospitato con i primi ministri di Jamaica e Canada due settimane fa ha mostrato un forte sostegno a misure molto più audaci. Abbiamo urgente bisogno di rafforzare l’architettura del debito internazionale per porre fine ai cicli mortali delle ondate di debito, delle crisi globali del debito e dei decenni perduti. Questo inizia con un dialogo aperto e limitato nel tempo con tutte le parti interessate per creare fiducia e trasparenza. Abbiamo bisogno di un approccio inclusivo che comprenda i creditori privati ​​e affronti le debolezze e le lacune di lunga data. 5. Dobbiamo investire nelle persone. Abbiamo bisogno di un nuovo contratto sociale, basato sulla solidarietà e sugli investimenti nell’istruzione, nei lavori dignitosi e verdi, nella protezione sociale e nei sistemi sanitari. Questa è la base per uno sviluppo sostenibile e inclusivo. 6. Dobbiamo rilanciare le economie in modo sostenibile ed equo, in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e l’Accordo di Parigi.  L’ultimo rapporto dell’United Nations Environment Programme  ha dimostrato che solo il 2,5% della spesa per la ripresa ha caratteristiche positive e verdi. Stiamo perdendo un’opportunità irripetibile per soluzioni audaci e creative che rafforzeranno la risposta e la ripresa, accelerando al contempo i progressi per l’intera Agenda 2030 e l’Accordo di Parigi».

Guterres ha concluso: «La pandemia di  Covid-19 è la nostra sfida più immediata. Ma non possiamo ignorare le altre fragilità significative che ha evidenziato.  Il cambiamento climatico minaccia sempre più il futuro delle persone e del pianeta. Abbiamo urgente bisogno di attuare politiche e fissare obiettivi e scadenze per ridurre i gas serra per raggiungere le emissioni net zero entro il 2050, comprese le comunicazioni obbligatorie sul clima e il passaggio dai sussidi ai combustibili fossili alle energie rinnovabili.  Ci troviamo di fronte a un grave gap finanziario e ribadisco la mia richiesta affinché l’impegno di 100 miliardi di dollari assunto 10 anni fa venga rispettato ogni anno e da ora, immediatamente. Allo stesso tempo, abbiamo bisogno di una transizione giusta che supporti le comunità colpite da questo cambiamento. Per molti Paesi in tutto il mondo, in particolare i piccoli Stati insulari in via di sviluppo e i Paesi meno sviluppati, gli effetti del cambiamento climatico sono già una realtà mortale. Esorto tutti i Paesi sviluppati ad aumentare la loro quota di finanziamenti per il clima destinati all’adattamento e alla resilienza al 50% del totale e lo stesso vale per le istituzioni finanziarie internazionali e le banche nazionali di sviluppo. Consumatori e investitori chiedono business e investimenti sostenibili. Abbiamo bisogno di un cambio di paradigma che allinei il settore privato con gli SDG. Per affrontare le sfide del futuro, comprese quelle rivelate dal Covid, abbiamo bisogno di un’enorme spinta al più alto livello politico. Esorto tutti a partecipare. Questo Forum deve fornire ambizione e slancio, per finanziare un futuro resiliente, inclusivo, equo e sostenibile per tutti».