Piombino verso l’economia circolare: Rimateria al lavoro insieme a Comune, Regione e Aferpi

A Firenze una riunione per dare gambe a un progetto che offre una soluzione per le milioni di tonnellate di rifiuti oggi presenti sul territorio

[22 Aprile 2016]

Per Piombino e la Val di Cornia Rimateria, la società pubblico-privata che sta finalmente portando a compimento l’evoluzione del progetto Tap – Tecnologie ambientali pulite iniziato negli anni ’90, racchiude la possibilità di un nuovo e circolare modello di sviluppo. Un modello che finalmente sta prendendo forma: martedì 19 aprile, comunica oggi il Comune di Piombino, si sono riuniti presso la sede della presidenza della Regione il consigliere Gianfranco Simoncini, l’assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni, il consigliere regionale Gianni Anselmi e altri funzionari regionali; insieme a loro il presidente di Rimateria Valerio Caramassi, il sindaco di Piombino Massimo Giuliani e l’assessore all’Ambiente Marco Chiarei. Particolare non trascurabile, stavolta erano presenti anche i rappresentanti di Aferpi.

Il tema dei rifiuti non è stato inserito a suo tempo all’interno dell’Accordo di programma per Piombino, ma è di assoluto rilievo – ambientale ed economico – per il territorio, ma ora a Firenze questa eterogenea “cabina di regia” si è mostrata compatta nell’intento di affrontarlo al meglio. «Piombino – ha dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni (nella foto) – per i quantitativi di rifiuti che produce e per la loro tipologia, per la maggior parte sono rifiuti speciali, rappresenta una sorta di vero e proprio laboratorio toscano per l’economia circolare modello su cui l’Europa ha proposto di recente un pacchetto normativo fondamentale a favore di uno sviluppo ritrovato e la via della sostenibilità. Indirizzeremo al massimo dunque i nostri sforzi, insieme al Comune e ai soggetti coinvolti in questo percorso, per lavorare alla costruzione di un sistema di cui Piombino per le sue specificità e la sua importanza può essere un esempio virtuoso da sviluppare e replicare».

Un progetto, quello di Rimateria, che ha finalmente gambe per correre: nella riunione di martedì scorso sono state fissate già due nuove scadenze per seguire da vicino la progettazione. Il prossimo incontro vedrà di nuovo Rimateria insieme al Comune e ai tecnici della Regione e ad Aferpi introno a un tavolo sul tema della qualificazione dei flussi, mentre nella seconda metà di maggio si riunirà il tavolo amministrativo. La presenza di Aferpi non è casuale: come ogni processo produttivo, quello dell’acciaio produce rifiuti che sarebbe impossibile oggi continuare a ignorare. Decenni di attività siderurgica hanno già prodotto ottocento ettari di aree da bonificare e più di 2 milioni di tonnellate di rifiuti sopra terra, mentre con l’arrivo del nuovo forno elettrico Aferpi metterà in piedi una produzione sì più pulita, ma certo non esente dalla produzione di scarti e rifiuti di processo che andranno a sommarsi a quelli già presenti. Per quelli del passato come per quelli del futuro – che oggi rappresentano un problema –, Rimateria ha tutto per rappresentare la soluzione.

Ecco perché a Firenze la recente riunione ha preso in considerazione queste tematiche, seguendo da vicino il progetto di Rimateria anche per quanto riguarda la riqualificazione delle discariche esistenti. «Temi strategici – ha concluso il sindaco di Piombino, Massimo Giuliani – sui quali intendiamo puntare, in un’ottica di sviluppo innovativo e di riqualificazione ambientale. Sono tre gli ambiti principali relativi ai flussi di materia sui quali concentrarsi in grado di creare nuova produzione e nuova occupazione, i cumuli dalla LI53 e 32 ettari il cui materiale verrà selezionato dividendo quello riutilizzabile in determinati settori produttivi (ad esempio riempimento per le aree portuali) da quello che dovrà essere smaltito in sicurezza. Ci sono poi gli scarti che in futuro verranno prodotti con l’avvio del nuovo forno elettrico in Aferpi e quelli che saranno prodotti nel processo di demolizione degli impianti sempre all’interno dello stabilimento. Tutto questo consentirà di attivare un circolo virtuoso sul riciclo che, oltre a risolvere problemi ambientali, può favorire l’innesco di un ciclo di ulteriore sviluppo economico, creando anche nuovi posti di lavoro qualificati. Pensiamo a un’economia circolare che utilizzi i flussi di materia per potersi rigenerare da sola, un futuro che parli più di risorse che di costi, di innovazione (nella raccolta, nel trattamento come nell’industria del riciclo e e nella manifattura) invece che di inefficienze».