Riceviamo e pubblichiamo

Quale futuro per il vecchio nucleare francese? Il Governo italiano intervenga

Commissione scientifica sul decommissioning: «Parecchi di questi reattori si trovano entro duecento km dal confine italiano»

[2 Febbraio 2021]

Stanno piovendo dalle nazioni confinanti le osservazioni sul piano francese per proseguire oltre i 40 anni l’esercizio dei reattori da 900 MWe. Sarebbe bene che anche il Governo italiano rendesse pubbliche le sue, osserva la Commissione, visto che parecchi di questi reattori si trovano entro duecento km dal confine italiano. Nel merito, i 32 reattori da almeno 900 MWe che stanno raggiungendo la soglia dei 40 anni sono stati tutti progettati prima degli storici incidenti di Three Miles Island (Usa, 1979), Cernobyl (Urss, 1986) e Fukushima (Giappone, 2011). Non sono pertanto in grado di garantire il fondamentale principio che il rischio associato al loro ulteriore funzionamento sia paragonabile a quello derivante dai nuovi reattori e dalle nuove normative a tutela di una maggior sicurezza.

Al di là della mancanza di rispetto, da parte della procedura francese, delle Convenzioni internazionali che regolano la richiesta di superare i 40 anni d’esercizio, norme cui invece si attengono per l’analoga richiesta Finlandia, Ucraina, Belgio e Slovenia due punti fondamentali riguardano le conseguenze: 1) di un incidente con fusione anche parziale del nocciolo del reattore; 2) di un attacco terroristico alle piscine di stoccaggio degli elementi di combustibile irraggiato, quest’ultimo rischio non così attuale quando questi reattori vennero progettati ben oltre 40 anni fa.

Non si tratta solo di preoccupazioni di conformità alla normativa vigente, conclude la Commissione. Siamo vivamente preoccupati dei possibili rilasci radioattivi associati agli incidenti delle due classi sopra definite perché ben 16 reattori nucleari si trovano vicino al territorio italiano, tra essi i più vecchi, entrati in esercizio a Bugey nei primi anni ’70, e un reattore sperimentale veloce al Plutonio, Phenix (1973), realizzato nell’ambito della cosiddetta ‘Force de frappe’ per l’atomica francese.

La Commissione scientifica sul decommissioning vedrà di veicolare le sue osservazioni sugli altri rilevanti aspetti, affinché si pervenga a una completa ridefinizione del Piano francese.

di Massimo Scalia, presidente della Commissione scientifica sul decommissioning