Quali rischi sanitari per la gestione rifiuti in tempo di pandemia? Lo spiega l’Istituto superiore di sanità

Per la riduzione degli scarti l’Iss incoraggia una riflessione volta a favorire da qui in avanti l’utilizzo di mascherine lavabili e riutilizzabili a scopo di protezione (per gli usi non professionali)

[13 Maggio 2020]

In presenza del rispetto delle disposizioni di legge e delle raccomandazioni dell’Istituto superiore di sanità (Iss), le diverse modalità di gestione e smaltimento dei rifiuti non presentano rischi di contaminazione: è questa una delle principali evidenze emerse durante l’ultima audizione della commissione parlamentare Ecomafie, che ha ascoltato ieri il presidente Iss Silvio Brusaferro e la dottoressa dell’Istituto Federica Scaini.

Anche per quanto riguarda gli operatori della raccolta rifiuti – rimasti in prima fila in queste settimane di pandemia per garantire alla cittadinanza i servizi essenziali – gli auditi hanno dichiarato che non c’è al momento uno studio specifico relativo ai livelli di contagio. Secondo quanto riferito, in base ad alcuni contatti con aziende del settore rifiuti non risultano livelli anomali di contagio tra questi lavoratori.

Durante l’audizione l’Iss ha affrontato anche le modalità di gestione dei rifiuti urbani raccomandate dall’Iss per nuclei abitativi sia con soggetti positivi o in quarantena, sia invece in assenza di contagi. Nei primi due casi, nello specifico, secondo quanto riferito, l’Iss ha raccomandato di conferire tutti i rifiuti come indifferenziati per evitare i rischi derivanti dalla manipolazione dei rifiuti nelle fasi di trattamento, con lo scopo di indirizzarli in via prioritaria a termovalorizzazione o in discarica per minimizzare i rischi infettivi. Per i soggetti non positivi o in quarantena rimangono invece attivi i consueti indirizzi per la raccolta differenziata, ma anche in questo caso le mascherine vanno gettate nell’indifferenziato per poi essere avviate a smaltimento.

«Auspico maggior impegno e chiarezza sul fronte della riduzione dei rifiuti legati all’uso di guanti e mascherine – commenta il presidente della commissione Ecomafie Stefano Vignaroli – Già se ne vedono troppi abbandonati per strada: visto che dovremo convivere ancora per mesi con questi dispositivi, è importante dare indicazioni chiare e univoche ai cittadini per spiegare come riutilizzarli personalmente in sicurezza. È la prima volta che si usano diffusamente guanti e  mascherine chirurgiche nella nostra vita quotidiana e, a prescindere dalla già adeguata capacità di trattamento o dalle tecnologie di riciclo, tutte le istituzioni devo tener presente l’importanza della prevenzione a monte del rifiuto, contro ogni uso indiscriminato».

Al proposito dall’Iss spiegano che è in corso a livello internazionale un dibattito rispetto al ricondizionamento delle mascherine FFP2 e FFP3; gli auditi hanno inoltre riferito che è possibile fare una riflessione sul favorire da qui in avanti l’utilizzo di mascherine lavabili e riutilizzabili a scopo di protezione per gli usi non professionali.

Per quanto riguarda infine lo spandimento in agricoltura dei fanghi di depurazione, secondo quanto riferito una loro gestione non corretta potrebbe generare aerosol contaminati, esponendo a rischio contagio gli operatori. A questo proposito, gli auditi hanno dichiarato che sarebbero necessari maggiori controlli: «Per quanto riguarda i fanghi di depurazione – conclude Vignaroli – abbiamo ricevuto rassicurazioni sull’assenza di rischi quando vengono rispettate tutte le disposizioni di legge. La Commissione stava già lavorando sul tema della depurazione, approfondiremo adesso anche i rischi connessi a una gestione illecita dei fanghi».