Raffineria Eni, Livorno e Collesalvetti guardano al Recovery fund. Per quale progetto industriale?

I Comuni scrivono al Governo, alla Regione e all’azienda per fare il punto sul futuro dell’impianto

[20 Ottobre 2020]

L’importante è che non si arrivi all’antistorico “ricatto” ambiente/salute vs lavoro/occupazione. Perché se il futuro dell’Eni sarà giocato su questa, non ci sarà proprio nessun futuro. Lo diciamo alla luce dell’incontro che si è svolto ieri a Palazzo Comunale tra i sindaci di Livorno Luca Salvetti e di Collesalvetti Adelio Antolini, insieme all’assessore comunale livornese allo Sviluppo economico Gianfranco Simoncini,  con le organizzazioni sindacali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uil, Uiltec. Il tema era appunto “le prospettive dello stabilimento Eni di Stagno, in termini di tenuta occupazionale, miglioramento ambientale e in un’ottica di utilizzo del Recovery Fund per la transizione energetica”.

A seguito di questa riunione – spiegano dal Comune di Livorno – partiranno due lettere condivise dai due Comuni, una diretta al Governo e al presidente della Regione e l’altra alla presidente e all’ad di Eni, per chiedere che l’impianto di Livorno entri a pieno titolo all’interno del piano di riconversione energetica dell’intera azienda, guardando alla sostenibilità ambientale come elemento della progettazione industriale, nell’ottica di un significativo miglioramento ambientale, come fortemente richiesto dal territorio. Aspetto che va di pari passo alla forte richiesta di garantire la tenuta occupazionale dello stabilimento e dell’indotto.

Tutto bene? In apparenza sì, dato che la raffineria probabilmente così com’è ha fatto il suo tempo, tanto che neppure l’Eni pare ritenerla – e non certo da ora – strategica. Il punto però è che non si parla minimamente dell’unico progetto di cui Eni ha dato notizia relativamente al sito in discussione: il gassificatore.

Non se ne parla più da poco prima delle elezioni regionali e ad ora restano i timori, esplicitati dai sindacati, sul fatto che “l’impianto di Stagno non sia previsto all’interno del piano di transizione energetica del gruppo e in particolare delle raffinerie italiane, piano che sarebbe oggetto di un confronto tra Eni ed il Governo nazionale”. Inoltre circolerebbero ipotesi, non ufficiali né confermate, che potrebbero portare ad una riduzione del peso sociale dello stabilimento di Stagno.

Ma ribadiamo, il punto è: il gassificatore è materia di scambio per tenere l’impianto e l’occupazione sul territorio? È del tutto ininfluente? Di cosa si parla quanto si accenna a un piano di transizione energetica? Vi si produrrà energia da fonti rinnovabili? Si produrrà metanolo? Idrogeno? Al momento tutto è fin troppo nebuloso e il fantasma del gassificatore insegna: prima di esprimersi sul futuro dell’impianto serve conoscere effettivamente i progetti allo studio, che al momento son tutto fuorché materia di dibattito pubblico.

I Comuni di Livorno e Piombino spiegano di ritenere la presenza di Eni “una realtà fondamentale dal punto di vista occupazionale e produttivo, che con i necessari interventi di tutela e qualificazione ambientale deve proseguire anche nel futuro” e da qui le due Amministrazioni chiedono di “aprire un confronto con i Governi nazionali e regionale oltre che con Eni, per avere garanzie su un piano industriale, che al di la delle ipotesi ventilate nei mesi scorsi per Stagno – ipotesi sulle quali si è aperto un dibattito fuorviante sul futuro della raffineria – preveda  interventi rilevanti di riqualificazione dello stabilimento che lo mantengano tra gli impianti primari del gruppo in Italia”. Ecco, l’ipotesi fuorviante è certamente quella del gassificatore, ma siamo certi che sia fuorviante? Perché non affrontarla di petto?

Nei mesi scorsi peraltro – ricordano i Comuni – l’ad De Scalzi “aveva parlato di importanti cambiamenti che potrebbero interessare il gruppo, coinvolgendo anche la parte della produzione carburanti, che è una delle attività di punta della raffineria di Stagno (De Scalzi ha affermato che nel 2050 non vi saranno più raffinerie Eni che useranno greggio e petrolio)”.

A seguito di queste considerazioni, le due Amministrazioni annunciano la richiesta all’azienda di una proposta adeguata, che includa esplicitamente Livorno tra i siti di primaria importanza nella candidatura al Recovery fund, che preveda risorse per la manutenzione e ristrutturazione complessiva dell’impianto, e collochi strutturalmente Stagno all’interno del percorso di transizione energetica del gruppo.

In tale direzione, anche per ottenere un miglioramento complessivo della qualità ambientale e la tutela occupazionale, l’occasione del confronto col Governo sul Recovery Fund deve essere pienamente colta. A questo scopo – concludono i Comuni – nella lettera verrà anche esplicitamente richiesto un confronto per mettere le prospettive della presenza di Eni a Livorno al centro dell’agenda di Governo. Sperando che in quell’occasione si giochi finalmente a carte scoperte.