Rapporto di sostenibilità: l’università di Pisa produce oltre 650 milioni di euro e 7.300 posti di lavoro

Crea sviluppo e lavoro, con importanti riflessi a livello regionale e nazionale

[7 Luglio 2016]

Secondo il Rapporto di Sostenibilità dell’università di Pisa, presentato al seminario su “Università e territorio”, «La presenza dell’università di Pisa attiva ogni anno una produzione di oltre 650 milioni di euro e circa 7.300 unità di lavoro nella città e nella provincia di Pisa, che crescono a 810 milioni di euro e 8.400 unità di lavoro in ambito regionale e a 1.400 milioni di euro e 13.000 unità di lavoro a livello nazionale».

All’ateneo pisano spiegano che il Rapporto sull’impatto economico, curato dalla professoressa Ada Carlesi con la collaborazione dell’Istituto regionale per la programmazione economica della toscana (Irpet), «è frutto di una ricerca rigorosa, che ha potuto contare sull’utilizzo di metodologie e tecniche particolarmente sofisticate. I risultati finali, che riguardano il 2014, anno di riferimento dello studio, descrivono in tutta la loro consistenza gli effetti, diretti e indiretti, che la presenza dell’Ateneo ha sull’economia dei diversi contesti territoriali considerati, testimoniando nello stesso tempo l’efficacia delle politiche espansive messe in atto dall’Università nell’ultimo periodo».

Concludendo il seminario, il rettore Massimo Augello, ha sottolineato che «Questi dati hanno un significato preciso: l’Ateneo, con la sua presenza, produce su Pisa in particolare, ma anche in ambiti territoriali più vasti, una forte spinta alla crescita dell’economia e ha svolto questo ruolo di “motore” anche in un anno, come il 2014, in cui la crisi, sia a livello economico generale, sia di finanziamenti pubblici del sistema universitario, è stata decisamente pesante».

Augello ha dedicato l’ultima parte del suo intervento a una riflessione di carattere nazionale, sostenendo l’idea di «Promuovere studi sul modello del Rapporto pisano anche a livello di altri atenei e di complessivo sistema universitario. Da questo punto di vista sarebbe utile confrontare i livelli di produttività dell’investimento che si registrano nel settore universitario con quelli di altri settori che beneficiano di ingenti fondi pubblici. Si scoprirebbe, allora, che investire nell’alta formazione e nella ricerca vuol dire sì puntare sul futuro, della società e dei nostri giovani, ma anche dare un impulso forte e dai ritorni immediati alle economie locali e del paese in generale».