«Rinnoviamo l’invito ad abbassare i toni e a sederci ad un tavolo al cui centro sia messo il futuro di questo territorio»

Rimateria, arriva l’allarme dei sindaci: «Il rischio che la società fallisca sembra palpabile»

Oltre a lasciare «senza ragione» 50 famiglie senza lavoro, in questo caso «la discarica chiuderà senza che si facciano e completino gli interventi di raccolta del percolato, le centraline di monitoraggio dell’aria, le coperture definitive delle discariche presenti, le bonificare delle aree, men che meno la LI53, senza considerare che l’assenza di un sito di smaltimento per gli scarti siderurgici di Jsw potrebbe creare ulteriori criticità ed ostacoli all’economia del territorio»

[6 Dicembre 2019]

Sono settimane di fuoco per Rimateria, l’azienda che prima di venire risucchiata in un’eterna battage da campagna elettorale era stata indicata dalla Commissione Ue come “eccellenza locale” in fatto di economia circolare, e che oggi si trova insieme ai suoi 50 dipendenti a rischiare la chiusura. Ieri si sono tenute prima l’assemblea Asiu (dove siedono i Comuni del territorio) e poi il cda di Rimateria, ma la decisione finale è stata rimandata tra poco meno di due settimane: il 18 dicembre.

Per dare un futuro all’azienda – e assicurare il risanamento ambientale dei 58 ettari dove ricade – in assemblea Asiu Francesco Pellati, il neo-presidente di Rimateria indicato dal sindaco di Piombino, ha presentato nuovi indirizzi per il Piano industriale, che non sono stati però approvati.  «Il progetto proposto oggi da Rimateria – ha dichiarato il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari – prevede il rialzo della ex Lucchini per 450mila metri cubi, invece dei 350mila autorizzati dalla Regione, e il conferimento di rifiuti organici provenienti da fuori, nonostante le prescrizioni contenute nel parere del Nurv: non potevo approvare un progetto con queste caratteristiche. Come ho già detto ai lavoratori a conclusione della riunione, non ho preso questa decisione a cuor leggero e sono consapevole delle conseguenze che potrà avere sul loro futuro e su quello delle loro famiglie. Per questo, il Comune si sta già impegnando per trovare delle soluzioni che garantiscano loro un futuro lavorativo: nessuno sarà lasciato solo. Detto questo, permettere un ampliamento della discarica con rifiuti organici provenienti da chissà dove non può essere un’opzione».

Opzioni alternative, però, nel frattempo non risulta siano state avanzate dal sindaco di Piombino né da quello di Suvereto, ovvero i due soggetti che hanno votato contro la linea guida di un nuovo piano industriale proposto da Rimateria che prevedeva la continuità aziendale della società, mentre i Comuni di Sassetta, San Vincenzo, Campiglia Marittima e Castagneto Carducci hanno espresso parere favorevole.

Da qui l’inevitabile presa di posizione da parte del cda Rimateria, arrivata nella serata di ieri. «La liquidatrice ha dichiarato che nell’interesse di Asiu spa e di Rimateria si adeguerà a quanto previsto dalla normativa in materia e dal mandato a suo tempo ricevuto dall’assemblea straordinaria di Asiu del   2016. I soci di Rimateria hanno deliberato, alla luce delle decisioni assunte dall’assemblea di Asiu, di convocare una nuova e definitiva assemblea per il prossimo 18/12/2019 al fine di valutare la sussistenza della prosecuzione dell’attività sociale. Sono attualmente in corso – conclude la nota dell’azienda – le analisi per provvedere al fabbisogno finanziario immediato della società».

Se Rimateria arrivasse davvero a chiusura non ci sarebbero sorprese sulle conseguenze, dettagliate già in quel parere del Nurv citato dal sindaco di Piombino: oltre alla perdita di 50 posti di lavoro, considerato che «il ministero ha già autorizzato la messa in sicurezza permanente sull’area Li53 e individuato Rimateria come soggetto attuatore, la chiusura dell’azienda metterebbe a rischio le operazioni di bonifica i cui costi quantificati in qualche decina di milioni di euro potrebbero avere significative ricadute sulla spesa pubblica».

Una sorte alla quale gli altri sindaci (Alessandro Massimo Bandini di San Vincenzo, Alessandro Scalzini di Sassetta, Sandra Scarpellini di Castagneto Carducci, Alberta Ticciati di Campiglia Marittima) non vogliono rassegnarsi, smentendo oggi in una nota congiunta la ricostruzione fornita ieri dal sindaco Ferrari. La riportiamo di seguito integralmente.

Ci eravamo ripromessi di non intervenire in qualità di sindaci per provare a trovare, nonostante le differenti visioni che esistono e sono evidenti, punti di caduta possibili nell’interesse del nostro territorio e dei nostri cittadini. È evidente, però, che non si può tacere di fronte a strumentalizzazioni della verità e ricostruzioni finalizzate ad alleggerire il peso delle proprie scelte. Gli indirizzi del Piano presentato ieri in Assemblea Asiu, dal cda di Rimateria, Pellati in testa, non prevedono il conferimento in discarica di rifiuti organici provenienti da fuori, come ha dichiarato il Sindaco Ferrari.

La tipologia di rifiuto previsto è quella contenuta nelle prescrizioni del NURV e cioè 7.1A rifiuti inerti o simili, comunque non putrescibili e quindi, in quanto tali, non maleodoranti. Questa non è una nostra opinione, ma è ciò che è scritto nel documento presentato in Assemblea. il Sindaco Ferrari afferma di aver votato contro quegli indirizzi perché in contraddizione con le prescrizioni del NURV. Niente di più falso.

Nelle proposte presentate inoltre, lo diciamo per chiarezza e trasparenza, oltre all’ipotesi di arresto dell’attività e quindi di default, scelto dal Sindaco di Piombino, sono state presentate altre due opzioni: la prima comprendente 350.000mc di riprofilatura e rialzo dell’ex Lucchini e la seconda di 450.000mc di riprofilatura e rialzo dell’ex Lucchini. Noi abbiamo scelto la seconda, l’unica in grado di bonificare in maniera definitiva ex Asiu, ex Lucchini e LI53, ma se Ferrari avesse voluto, avrebbe potuto scegliere di autorizzare i volumi già previsti dalla Regione Toscana, 350.000 mc. Non lo ha fatto. Questo è il dato, e questo deve spiegare ai cittadini, evitando di cercare alibi e responsabilità altrove. A questo proposito si ricorda che nonostante il socio pubblico sia in minoranza in Rimateria, ha potere decisionale sul piano industriale ed il Sindaco di Piombino, quindi, non può quindi chiamarsene fuori, così come nonostante affermi che nessuno verrà lasciato solo, non dice che il pubblico non ha le risorse e le possibilità tecniche ne di bonificare il territorio, ne di sostenere economicamente le 50 famiglie che senza ragione vengono lasciate senza lavoro.

Il 18 Dicembre la società deciderà definitivamente rispetto al futuro di Rimateria. Certo è che il rischio che la società fallisca sembra palpabile. E in questo caso la discarica chiuderà senza che si facciano e completino gli interventi di raccolta del percolato, le centraline di monitoraggio dell’aria, le coperture definitive delle discariche presenti, le bonificare delle aree, men che meno la LI53, senza considerare che l’assenza di un sito di smaltimento per gli scarti siderurgici di Jsw potrebbe creare ulteriori criticità ed ostacoli all’economia del territorio.

Un quadro preoccupante è pericoloso. Per questo rinnoviamo l’invito ad abbassare i toni e a sederci ad un tavolo al cui centro sia messo il futuro di questo territorio, il suo tessuto economico e sociale, la salute e la tutela dei suoi cittadini.

I sindaci Alessandro Massimo Bandini San Vincenzo, Alessandro Scalzini Sassetta, Sandra Scarpellini Castagneto Carducci, Alberta Ticciati Campiglia Marittima