Rimateria, battuta d’arresto alla prima Conferenza decisoria per l’Aia

Il Comune di Piombino: «Il non rispetto delle prescrizioni imposte in sede di Via e, in particolare, le maleodoranze sono elementi che non potevano consentire l’autorizzazione»

[4 Febbraio 2021]

Si è tenuta oggi in via telematica la prima seduta della Conferenza di servizi decisoria sul procedimento regionale per il rilascio di una nuova Aia a Rimateria, per «modifica sostanziale delle Aia vigenti sulle installazioni discarica ex Lucchini e discarica Rimateria». Aia che oggi non è stata rilasciata «con il parere unanime di tutti gli enti partecipanti», come dichiarano dal Comune di Piombino che ha una partecipazione nell’azienda stessa.

«Le evidenze tecniche, sollevate anche dal Comune di Piombino – commentano il sindaco Ferrari e l’assessore Bezzini – non hanno consentito all’azienda di avere l’autorizzazione al rialzo della ex Lucchini per un aumento dei volumi di 350mila metri cubi. Il non rispetto delle prescrizioni imposte in sede di Via e, in particolare, le maleodoranze che l’impianto continua ad emettere sono elementi che non potevano consentire l’autorizzazione all’aumento dei volumi della discarica. La Regione Toscana oggi ha dimostrato attenzione al rispetto delle regole e delle norme procedurali: in sede di Via aveva imposto precise prescrizioni a tutela dei cittadini e, rilevando la non ottemperanza, ha dato prova di vicinanza alle esigenze e alle richieste del territorio negando l’autorizzazione».

Il progetto Variante 2 opere di chiusura discarica ex Lucchini e riprofilatura opere di chiusura discarica Rimateria, oggi in valutazione alla Conferenza dei servizi per il rilascio dell’Aia, è stato infatti già oggetto di procedura di Via (Valutazione d’impatto ambientale), rilasciata con delibera di Giunta n. 1414 del 18/11/2019: in quella data arrivò una pronuncia positiva di compatibilità ambientale.

Insieme a prescrizioni e raccomandazioni, venne verbalizzato anche il parere del Nucleo unificato regionale di valutazione (Nurv), dove gli oltre trenta soggetti tecnici chiamati a valutare il progetto Rimateria hanno valutato anche l’alternativa zero (mancata realizzazione del progetto).

«Il nucleo prende altresì in esame l’alternativa zero rilevando – si legge nel documento – che la mancata attivazione del progetto di cui trattasi potrebbe comportare l’abbandono dell’attuale attività di coltivazione della discarica e quindi il venire meno della continuità gestionale con relativo ritardo nelle attività di copertura delle discariche in essere. Da ciò potrebbero derivare problematiche tipo ambientale, con particolare riferimento alle emissioni di maleodoranze e di produzione di percolato. L’attivazione del progetto di per sé dà quindi maggiori garanzie in termini di ripristini e modalità di coltivazione. Sotto il profilo ambientale, nel senso di tutela dell’ambiente, l’opzione zero non è quindi preferibile, sia rispetto al tema della necessità di provvedere alle operazioni di bonifica, che rispetto alle problematiche di emissione degli odori», (sulle quali peraltro prima l’azienda e poi Arpat sono tornati recentemente a fare il punto).

«Adesso si apre un nuovo capitolo – concludono Ferrari e Bezzini – che riguarderà il futuro di Rimateria, la messa in sicurezza definitiva e, soprattutto, le bonifiche». Un futuro che si fa molto incerto: la società è chiamata a breve a presentare un piano di concordato che possa ricevere l’ok dal Tribunale di Livorno, e il preventivo ottenimento dell’Aia appare un passaggio fondamentale per scongiurare “l’alternativa zero” messa in evidenza proprio dal Nurv.

L. A.