Lo ha detto durante il tavolo organizzato dall'associazione Tes in collaborazione con Enel

Rinnovabili, il viceministro Misiani: “Dobbiamo almeno quadruplicare il ritmo di installazione”

Ma per adesso il problema, come conferma il ministro Amendola: “Serve spinta sulle semplificazioni”

[1 Dicembre 2020]

Almeno a parole la volontà nel Governo italiano per rilanciare le rinnovabili non manca. Non ci sono altri modi, infatti, per interpretare le parole del viceministro dell’Economia Antonio Misiani pronunciate in occasione del tavolo organizzato dall’associazione Transizione ecologica solidale (Tes) in collaborazione con Enel: “Dobbiamo almeno quadruplicare il ritmo di installazione”. E sottolineiamo l’almeno.

Ma come è stato sottolineato a tutti gli altri partecipanti, e come lui stesso ha confermato, il problema più grosso è “burocratico”. E non è poca cosa perché questa situazione sta rallentando mostruosamente il nostro ritmo di crescita con il quale al momento i target Ue sulla produzione di energia green sono impossibili da raggiungere. Come abbiamo già scritto l’Italia arranca con l’attuale crescita annua a passo di lumaca, +1 GW l’anno, gli obiettivi del 2030 li raggiungeremmo nel 2085.

“Ci vuole una spinta maggiore sulla semplificazione delle norme attuali – ha detto lo stesso ministro delle Politiche europee Vincenzo Amendola –, altrimenti si rischia di perdere le risorse europee del Recovery Fund. Proporremo al Parlamento nell’ambito della Legge di Bilancio una governance che sia efficace ed efficiente, la costruzione di una filiera tecnico-amministrativa che dia una chiara e netta linea di intervento per la realizzazione dei progetti. Il dibattito si dovrebbe concentrare su questo”

Il viceministro dell’Economia Antonio Misiani ha poi sottolineato quanto sarà strategico, per dare efficienza al meccanismo di utilizzo dei fondi in arrivo dall’Unione europea, intervenire sulla governance. In particolare, anche per quanto riguarda le autorizzazioni per l’installazione degli impianti di energia rinnovabile, ha detto Misiani, “occorre una corsia preferenziale dal punto di vista normativo. E’ stato fatto con il decreto semplificazioni un primo passo, ma ci vogliono ulteriori semplificazioni”.

Intervento a tutto tondo per Andrea Orlando, deputato e presidente di Tes, che è partito dall’opportunità del Recovery Fund che, a suo dire, impone “il rinnovamento della struttura burocratica del Paese, assunzioni nella pubblica amministrazioni che siano legate al Recovery Plan, fare in modo che la struttura di gestione del piano dia supporto e faccia assistenza tecnica agli enti locali, predisporre un pacchetto di norme che riguardi esplicitamente le rinnovabili, e qui il Ministero dell’Ambiente deve assumere un ruolo di regia”.  Inoltre “sulle rinnovabili servono poi target regionali che siano forme di condizionalità per l’accesso alle risorse”.

Carlo Zorzoli, responsabile sviluppo di Global Power Generation (Enel), ha infine indicato nella necessità di rendere il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) una priorità nazionale, accanto alla semplificazione dei processi di autorizzazione, le possibili linee di intervento.