Sorpresa, la povertà non è stata abolita. È cresciuta per operai, disoccupati, minori e pensionati

Istat: nel 2018 sono quasi 9 milioni i poveri relativi nel Paese, una quota «sostanzialmente stabile rispetto al 2017». E con la flat tax le disuguaglianze crescerebbero ancora

[18 Giugno 2019]

«Oggi aboliamo la povertà». Le iperboliche dichiarazioni rilasciate lo scorso settembre dal vicepremier Luigi Di Maio dopo aver trovato l’accordo sul Def cozzano purtroppo – ma prevedibilmente – con la realtà: nelle statistiche pubblicate oggi dall’Istat e riguardanti l’anno 2018 i trend relativi alla povertà assoluta e a quella relativa mostrano un andamento sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente, con alcuni peggioramenti per le categorie più deboli come operai, disoccupati, minori e pensionati, mentre si registrano miglioramenti per dirigenti e lavoratori autonomi.

«Nel 2018 – osserva l’Istat – si stima siano oltre 1,8 milioni le famiglie in condizioni di povertà assoluta, con un’incidenza pari  al 7,0%, per un numero complessivo di 5 milioni di individui (8,4% del totale). Pur rimanendo ai livelli massimi dal 2005, si arresta dopo tre anni la crescita del numero e della quota di famiglie in povertà assoluta». Come negli altri anni si conferma un’importante disuguaglianza territoriale, con l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta «notevolmente superiore nel Mezzogiorno (9,6% nel Sud e 10,8% nelle Isole) rispetto alle altre ripartizioni (6,1% nel Nord-Ovest e 5,3% nel Nord-est e del Centro)», e più in generale le maggiori sofferenze rimangono accentuate per le categorie più deboli.

Ad esempio si conferma un’incidenza di povertà assoluta più elevata tra le famiglie con un maggior numero di componenti, ci sono 1.260.000 minori poveri assoluti e gli individui stranieri in povertà assoluta sono oltre un milione e 500mila, con una incidenza pari al 30,3% (tra gli italiani è il 6,4%). Come mostrano i grafici Istat riportati in pagina, per chi è in cerca di occupazione, per i pensionati e per gli operai o assimilati l’incidenza della povertà assoluta è peggiorata dal 2017 al 2018.

Non va meglio neanche per gli individui in povertà relativa, che arrivano a quasi 9 milioni (15% della popolazione totale), con un’intensità anche in questo caso «sostanzialmente stabile» rispetto al 2017, e le principali politiche ad oggi in cantiere all’interno del Governo non sembrano affatto tener conto di un contesto sociale che è rimasto esplosivo, e minato da gravi disuguaglianze economiche. Un esempio su tutti arriva dalla flat tax proposta dalla Lega: la sua introduzione modificherebbe infatti l’attuale distribuzione del reddito solo in senso peggiorativo per le fasce più povere, penalizzando anche una minima ripresa dei consumi.