In un’Italia senza regia 1 startup innovativa su 6 è già dedicata a temi ambientali

Startup verdi contro la stagnazione economica

Il Wwf lancia la sfida per una giusta transizione al nuovo Governo, dopo il «clamoroso dietrofront» registrato sul Patto per l’ecologia firmato da M5S e Lega

[30 Agosto 2019]

Le consultazioni avviate oggi dal premier incaricato Giuseppe Conte con le delegazioni dei vari partiti per provare ad avviare la nascita del governo giallorosso arrivano in contemporanea alle ultime rilevazioni Istat, che testimoniano le macerie (anche) economiche da cui l’Italia è chiamata a ripartire: il Pil italiano nel secondo trimestre del 2019 è diminuito dello 0,1% su base annua, con l’Istituto nazionale di statistica che sottolinea «una prosecuzione della fase di sostanziale ristagno dell’attività economica iniziata nel secondo trimestre 2018», ovvero quello caratterizzato dalle elezioni che hanno portato al governo M5S-Lega. Curiosamente, il Conte bis dovrà dunque provare a porre rimedio al trend negativo inaugurato dal suo primo esecutivo.

Dato che secondo lo stesso Conte «l’obiettivo da perseguire dev’essere un’efficace transizione ecologica» potrebbe essere una buona idea guardare ai dati appena messi in fila dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro delle startup innovative, che mostra come su un totale di 10 mila startup innovative in tutti i settori in Italia (+11% in un anno) la metà ha una forte propensione alla ricerca, e quasi 2 mila sono quelle attive nei settori green: ciò significa che già oggi, senza un adeguato supporto politico e istituzionale, una startup innovativa su sei è dedicata a temi ambientali. Anche i lavori verdi hanno già dato ampia prova di essere un efficace antidoto occupazionale anche in periodi di crisi, dato che in Europa dal 2000 al 2014 sono cresciuti 8 volte più velocemente degli altri; occorre saperli spingere anche in Italia.

Per questo il Wwf nazionale «auspica che nelle riflessioni sul nuovo governo, al di là dei nomi e degli equilibri partitici, si dedichi la massima e maggiore attenzione a gettare le basi per un programma che veda nella transizione ambientale ed equa il fulcro delle scelte politiche. In questi anni abbiamo assistito all’accelerazione della crisi climatica in tutto il mondo, anche il nostro Paese è stato colpito da fenomeni estremi, dalle alluvioni alle tempeste e forti ondate di calore. Anche in Italia, poi, c’è una vera e propria emergenza inquinamento sottaciuta e sottostimata. Sono questioni che devono ricevere la massima attenzione nei luoghi delle decisioni politiche, a livello multilaterale, europeo e nazionale, ma che indicano anche la strada possibile di una nuova prosperità che deve nascere dall’individuare soluzioni radicali, sinergiche e sistemiche, a partire dalla decarbonizzazione e dall’uso efficiente e attento delle risorse, integrando gli aspetti ambientali con quelli sociali ed economici».

Il Panda sottolinea che «è in corso una rivoluzione energetica e industriale di enorme portata: invece di limitarsi a versare lacrime di coccodrillo sulle possibili conseguenze negative, occorre prevenirle operando per massimizzare e accelerare i vantaggi sociali e ambientali. Per questo il Wwf propone, anche in collegamento con la cabina di regia Benessere Italia, l’immediata creazione di un Tavolo per la giusta transizione presso la presidenza del Consiglio, tavolo che deve coinvolgere tutti gli stakeholders per raccogliere le diverse istanze, ma soprattutto creare una visione generale del ruolo e delle prospettive dell’Italia nell’economia sostenibile del futuro».

Finora, purtroppo, è necessario prendere atto che le sollecitazioni arrivate dal mondo ambientalista sono cadute in un nulla di fatto nei 14 mesi del governo gialloverde. Durante l’ultima campagna elettorale il Wwf lanciò l’ideadi un Patto per l’ecologia, nato per riformare e rafforzare il ministero dell’Ambiente, rendendolo davvero in grado di determinare strategie valide per la sostenibilità dello sviluppo; venne firmato tra gli altri sia da M5S sia dalla Lega, ma già a dicembre 2018 il Wwf denunciò «un clamoroso dietrofront» sul tema. Lo stesso si può dire per gli impegni promossi dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) – ai quali aderì il M5S ma non la Lega –, puntualmente disattesi.

Stavolta l’occasione per dimostrare che l’Italia fa sul serio sullo sviluppo sostenibile arriverà presto: «Il 23 settembre il futuro presidente del Consiglio italiano andrà al summit del segretario generale delle Nazioni Uniti sulla crisi climatica e all’assemblea generale ONU: in quella sede – dichiarano dal Wwf – dovrà dire come, nel quadro nazionale ed europeo, il nostro Paese vuole davvero contribuire a fermare il surriscaldamento globale, limitandolo a 1,5 °C attraverso una rapida decarbonizzazione, e come vuole contribuire a fermare la perdita di biodiversità e di capacità rigenerativa degli ecosistemi terrestri con un Global deal for nature and people. Ci aspettiamo non promesse, ma una vera tabella di marcia che preveda, tra l’altro, l’adeguamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030, coerentemente con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica netta (ben) prima della metà del secolo.

Il Wwf ricorda, infine, le proposte avanzate in sede di discussione del Piano energia e clima (l’iter per l’approvazione definitiva va completato quest’anno, ottima occasione per allineare le politiche) che vanno dall’introduzione di un prezzo minimo (carbon floor price) del carbonio per l’Ets e una carbon tax per i settori non coperti dallo schema europeo alle politiche fiscali tese a favorire l’affermazione delle tecnologie a carbonio zero, anche dal lato del consumo».