Task Force Onu: senza una revisione del sistema finanziario globale non ci sarà sviluppo sostenibile

La crescita globale sembra aver raggiunto il picco al 3% e le emissioni di gas serra riprendono a crescere

[5 Aprile 2019]

Il nuovo Financing for Sustainable Development Report dell’Inter-agency Task Force on financing for development dell’Onu, al quale hanno contribuito più di 60 organizzazioni internazionali – tra le quali Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e l’Organizzazione mondiale del commercio – avverte che «E’ necessaria una profonda revisione del sistema finanziario mondiale, se si vuole davvero che i governi onorino gli impegni per affrontare le questioni critiche, come combattere il cambiamento climatico e sradicare la povertà entro il 2030».

Il rapporto fa però anche notare con soddisfazione che «Gli investimenti sono aumentati in alcuni paesi e che l’interesse per gli investimenti sostenibili è aumentato», ma aggiunge che «Al contrario, nel 2017le emissioni di gas serra sono aumentate dell’1,3%; gli investimenti in molti Paesi stanno diminuendo e 30 Paesi in via di sviluppo sono ora ad alto rischio di difficoltà di indebitamento o sono già sovraindebitati. Allo stesso tempo, la crescita globale sembra aver raggiunto il picco intorno al 3%».

Il rapporto ritiene che «Il cambiamento dell’attuale traiettoria del finanziamento dello sviluppo sostenibile non si limiti semplicemente all’incremento degli investimenti. Raggiungere obiettivi globali richiede il supporto del sistema finanziario e politiche di supporto a livello globale e nazionale. Ma la creazione di queste condizioni favorevoli sta diventando sempre più difficile. I rapidi cambiamenti tecnologici, geopolitici e climatici stanno trasformando le nostre economie e società».

Nella prefazione del rapporto, il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres scrive: «La fiducia nel sistema multilaterale si sta deteriorando, soprattutto perché non stiamo raggiungendo una crescita inclusiva e sostenibile per tutti. La nostra sfida comune è rendere il commercio globale e i sistemi finanziari favorevoli alla promozione di uno sviluppo sostenibile e di un’equa globalizzazione».

Per riorganizzare l’architettura istituzionale globale e rendere più sostenibili l’economia e la finanza, gli autori della relazione propongono di « Il passaggio agli investimenti a lungo termine e l’inclusione della sostenibilità come fattore di rischio centrale; rivedere i meccanismi di ristrutturazione del debito sovrano; modernizzare il sistema commerciale multilaterale; affrontare le sfide dei sistemi fiscali che impediscono ai Paesi di mobilitare risorse sufficienti in un’economia globale sempre più digitalizzata; affrontando la concentrazione dei mercati nelle mani di un piccolo numero di potenti aziende, che non sono limitate dai confini nazionali, con conseguenze sulle disuguaglianze».

Zhenmin Liu, il vicesegretario generale dell’Onu  per gli affari economici e sociali che ha presieduto il think tank che ha pubblicato il rapporto, sottolinea: «Abbiamo una grande opportunità per superare gli ostacoli al finanziamento sostenibile nel 2019. Spetta ai governi impegnarsi di nuovo per il multilateralismo e adottare le misure politiche che creeranno un futuro sostenibile e prospero». Zhenmin ha ricordato che «Incoraggiare il rating del credito a più lungo termine, carbon tax  e una significativa divulgazione dei costi sociali e ambientali del fare impresa, sono tutti esempi di incentivi allineati con gli obiettivi di sviluppo sostenibile».

Durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto a New T York, la vice segretaria  generale dell’Onu, Amina J. Mohammed, ha invitato la comunità internazionale a prendere provvedimenti riguardanti le raccomandazioni contenute nel rapporto: «Piuttosto che abbandonare la cooperazione multilaterale, dobbiamo rafforzare l’azione collettiva per affrontare le sfide globali per uno sviluppo sostenibile».

Per la Mohammed il messaggio che emerge dal rapporto dovrebbe far riflettere tutti: «dimostra che è in atto una crescita dei bassi salari, un aumento della disuguaglianza e dell’angoscia del debito e un ristagno dei livelli di aiuto. Il cambiamento climatico continua a minacciare lo sviluppo sostenibile in tutte le regioni e, nonostante gli impegni internazionali per limitare un aumento delle temperature globali, le emissioni di gas serra sono aumentate dell’1,3% nel corso del 2017».

Il rapporto dimostra anche che «Sta diventando sempre più difficile creare condizioni per realizzare cambiamenti positivi. Le ragioni includono i rapidi cambiamenti tecnologici, geopolitici e climatici e l’incapacità delle istituzioni nazionali e multilaterali di adattarsi.

Nonostante i numerosi problemi e ostacoli evidenziati dal rapporto, le organizzazioni internazionali coinvolte hanno riscontrato che «L’interesse per gli investimenti sostenibili sta crescendo nella comunità finanziaria, con circa tre quarti dei singoli investitori che mostrano interesse per il modo in cui il loro comportamento finanziario influenza il mondo».

La Mohammed ha lanciato un appello per una migliore regolamentazione dalla gestione della tecnologia finanziaria, il fintech e ha fatto notare che «Mentre il fintech ha permesso a più di mezzo miliardo di persone di accedere ai servizi finanziari, consentendo di compiere progressi nell’Agenda 2030 nei Paesi in via di sviluppo, i legislatori stanno faticando a tenere il passo e, se il fintech viene autorizzato a crescere senza una supervisione, potrebbe mettere a rischio la stabilità.

Per Zhenmin «Nel 2019 c’è una grande opportunità di poter superare i colli di bottiglia nel finanziamento sostenibile, ma la responsabilità è di i governi devono riprendere il multilateralismo e intraprendere azioni politiche che creino un futuro sostenibile e prospero».

Dal 15 aprile al  18 aprile, l’Onu discuterà i risultati di questo rapporto  all’Economic and Social Forum (ECOSOCForum in Financing for Development nel quale gli Stati membri concordano le misure necessarie per mobilitare finanziamenti sostenibili.